File not found
trading a breve termine

Nel Regno Unito tamponi gratis due volte a settimana dal 9 aprile

Somalia, Kamikaze si fa esplodere in una sala da tè: morte 5 personeCovid, India al collasso: 1,6 milioni di casi in una settimanaFunerali Principe Filippo: chi ci sarà, dove si terrà la cerimonia e a che ora

post image

Nike denuncia le "Satan Shoes": Air Max 666 con sangue umano nella suolaIl ritrattoMa chi è,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock davvero, Mattia Croci-Torti?La sua fortuna dichiarata è di poter fare l'allenatore vicino a casa, ma dentro di sé il Crus nutre grandi ambizioni – Chissà, forse l'Italia dopo il Lugano© CdT/Gabriele Putzu Paolo Galli15.05.2024 06:00«Crus, ho la sensazione che tante aspettative siano legate proprio a te, alla tua figura. Non è solo una questione di tifare o meno il Lugano».«Può essere, non lo so. Ma di sicuro, se siamo qui a parlarne oggi, è perché il Lugano è ancora in finale di Coppa Svizzera».«Uff, Mattia, non ne posso più». La Tiziana, dell’osteria Mazzola, si lamenta. Non è da lei. Eppure l’organizzazione della trasferta in bus la sta stressando. E il 2 giugno si avvicina. Da Balerna partirà uno dei tanti bus ticinesi verso Berna. Il Crus entra al Mazzola come fosse casa sua. Saluta, abbraccia, si siede e si rialza. Saluta altre persone. Tutti lo salutano. Tutti gli dicono qualcosa. Dal semplice «allora Crus?» a un «dai» di incoraggiamento. Tutti gli sorridono. E quindi, boh, caro Crus, se ci troviamo al solito bar in funzione di questo articolo, sarà anche per la terza finale di fila, per la striscia di risultati positivi - mannaggia al San Gallo - del tuo Lugano, ma quel modo che ha la gente di salutarti, quei sorrisi, quelli sono qualcosa di più, qualcos’altro.Uomo di contrastiSi siede di fronte a me e non sta fermo neppure un momento. Con le dita si scava negli occhi - lo fa spesso, è quel piccolo gesto che svela un mondo -, si aggiusta sulla sedia, poi tocca il cappellino. Cambia posizione. Si apre e poi si chiude. Non sai mai quando provare a entrare. Ti parla del suo essere coinvolgente, poi ammette la sua riservatezza. «Sono introverso». Gli piace stare tra la gente, ma ha pure bisogno di isolarsi, di stare per conto suo. È ambizioso, dice di avere tanti sogni, eppure si gode il Ticino e il Lugano, anche perché in giro di meglio non c’è granché. E poi vede crescere le figlie. Le ha appena accompagnate a scuola. Tutte e tre alle elementari: prima, quarta, quinta. Più la moglie. Una volta, in osteria, si usava fare battute, tra uomini, sulla presenza contemporanea di più donne, in casa. Della serie: sempre in minoranza. Ma non è il caso del Crus. Se le gode, le «sue» donne. Cerca lì, il suo benessere. E ammette che veder crescere le figlie è la fortuna più grande. Perché lui di professione fa l’allenatore, e allora non è scontato. Non c’è nulla di scontato.Professione allenatoreNe parliamo, della sua professione. Lui è nato a Mendrisio e, salvo un paio di esperienze oltre San Gottardo, ha giocato gran parte della sua carriera per club ticinesi. Ha allenato soltanto club ticinesi, sottocenerini addirittura. «Ma tu sei un allenatore vero», gli ricordo. Lui lo sa. Ma non tutti se lo ricordano. Sono abituati a vederlo come il Crus, uno che in quella posizione ci è arrivato anche un po’ per caso. Lui era un vice, prima. Era stato il vice di Tami, Celestini, Jacobacci e poi di Braga. Dopo l’allontanamento del brasiliano, si è ritrovato titolarizzato ad interim. Poi fino in fondo. Ma è rimasto, per tutti, il Crus, quel ragazzo semplice con il cappellino in testa, con i sentimenti spesso esposti, un po’ scoordinato, che parla un po’ così. Come noi, come tutti. In confronto, un Rahmen qualsiasi ci sembrerà sempre un allenatore in qualche modo più vero, uno che quella roba lì sa farla dappertutto, che sia in una nazionale o in un club di prestigio, uno che all’YBè facile da spendere, anche al netto dei risultati che produrrà. Ma il Crus davvero può andare in una piazza da trentamila spettatori? O addirittura in Italia, in Serie A, in Champions League? Il calcio è anche fatto di pregiudizi. E il Ticino, a volte, di gelosie. Ma gli addetti ai lavori, ci ricorda Mattia, ormai vanno oltre. Non si fermano alla sua pagina di Wikipedia. Piuttosto sono impressionati da quanto esibito in Svizzera e, ancor di più, nelle precedenti esperienze europee. La vittoria di Istanbul, ottenuta in quel modo lì, vale più di un passato più lontano, dell’elenco breve di piazze poco prestigiose. «Guardano a quello».La gentilezzaMa il discorso sul suo futuro è un enigma. E non è neppure, perlomeno non ci sembra, di stretta attualità. Il suo concentrarsi sul presente non è una mancanza di prospettive. Si dice ambizioso, anzi. E ammette che le sue ambizioni sono grandi. Gli brillano gli occhi. Ma ora è a Lugano. E deve esserci fino in fondo. Lui mi riporta un recente aneddoto, significativo. Racconta di un momento vissuto con Cao Ortelli e delle congratulazioni ricevute dal suo vice da parte di vari esponenti politici ticinesi, incontrati in quell’occasione. «Grande, ci sei sempre!», gli dicevano. Poi ne hanno parlato, Cao e il Crus, di quell’esserci sempre. Esserci sempre in tutto ciò che si fa, che sia il lavoro, che sia la famiglia. L’essenza. Ma anche la gentilezza. Quando gli chiediamo di descriversi, lui lo dice subito: gentile. La gentilezza tende oggi a perdersi in troppa conflittualità. Lui la mette al primo posto, come il valore che gli è stato consegnato dai genitori e che ora prova a passare alle figlie. Quella gentilezza passa. Non sono un caso quei bus solo per lui, solo per dirsi «amici del Crus». Tutti amici? Davvero? Lui fa spallucce, torna a grattarsi gli occhi. E poi ci svela un segreto. Le figlie lo prendono in giro, a volte, perché quando sono al supermercato, oppure in un bar, o magari semplicemente per strada, qualcuno lo avvicina e gli fa «Uella Crus!», dandogli la mano. E il Crus reagisce con generosità. Magari, però, gli scappa quella parola di troppo. Quale? «Boss». Dice: «Ciao boss!». O perché non si ricorda il nome di chi ha di fronte, o perché proprio neppure sa chi sia. E allora le figlie lo smascherano, e ridono. Come fanno le figlie con i loro papà. Lui c’è, anche se non sa chi tu sia. Esserci sempre.Un ruoloEra così anche da ragazzo, quando organizzava i tornei di playstation al pub di Corteglia, oppure le trasferte per la SAV Vacallo. La sua passione era il basket. Era così anche quando ha preso la gestione del Club del tappo, di quelle serate di festa momò. Coinvolgere tutti, nessuno escluso, «a fare festa». Per gli amici era questo. E a lui piaceva questo ruolo, gli è sempre piaciuto. Normale poi che abbia portato questa caratteristica anche nella sua professione. Avete presente la semifinale di Sion? Vorrei chiedervi una cosa. Fermatevi un attimo, e ripensate a quella partita. A come era andata. Al risultato. E poi ditemi: qual è l’immagine simbolo di quella serata? Io, in tutta onestà, devo ammettere di non ricordare i gol. Li «rivedo» solo andando a cercare il tabellino su Google. Sì, la bella girata di Cimignani. Il rigore generoso poi trasformato da Celar. Ma l’immagine è un’altra. È l’allenatore che corre verso la curva, alzando la mano, facendo quel segno: tre! È scatenato, l’urlo gli viene dal profondo. E sì, in effetti è coinvolgente. Una sorta di capo tribù. Un po’ alla Mourinho, toh. Lo stesso Crus, parlando del suo ruolo, si rende conto di come sia cambiato lo statuto degli allenatori con il passare delle epoche. Oggi si parla quasi solo di loro, più che dei calciatori. È così, a suo avviso, da quando nel calcio girano personaggi come Mou, come Guardiola. Personaggi che catalizzano le attenzioni, ma che pure permettono - mettendoci sempre la faccia, nel loro essere unici e, a volte, soli - alle proprie squadre di esprimersi con meno pressioni. Nel suo piccolo, anche il Crus strappa l’attenzione mediatica ai suoi giocatori. Il Lugano vince? Quasi sicuramente in prima pagina troverete una sua foto. Il Lugano perde? Uguale. I giocatori non avvertono gelosia, o almeno non lo crede. Forse si sentono più liberi. E se la prenderanno, semmai, per altre cose. Per quella panchina che «non mi meritavo», per quell’occasione sfumata con la propria nazionale per «colpa tua». Sono pochi i giocatori con cui stringere qualcosa di più che non un rapporto di lavoro. L’allenatore comunque ci prova, a vendere ogni volta le proprie decisioni.Il rappresentante di parquetVendere, già. Un verbo non casuale. Mattia Croci-Torti, prima di fare l’allenatore, è stato un venditore, un rappresentante di parquet. Molti lo conoscono anche per quello, nel Mendrisiotto. Lui girava casa per casa, senza particolari imbarazzi. Perché averne, d’altronde? E vendeva. Non avesse fatto l’allenatore, forse farebbe ancora oggi il rappresentante. Molto di quello che è gli arriva anche da lì. Per vendere occorre scaltrezza, empatia. Ecco, il Crus è uno empatico. Lui stesso si definisce così. Poi avrà anche i suoi difetti, quelli che gli riconosceranno semmai la moglie, gli amici quelli veri, quelli che lo conoscono - chissà - con altri soprannomi e con altri aneddoti, per altri motivi. Lui si stropiccia gli occhi, sorride, guarda alla partita di tennis che ha a breve. Per svariare, per non pensare troppo. Per fare in modo di avere energie nel momento dell’esserci, sempre.Nel corso dell’incontro con il Crus, mi sono segnato solo alcune parole. Eccole. «Thriller». A suo modo di vedere, molte aspettative del momento sono legate al modo in cui il suo Lugano ha vinto alcune partite-chiave. L’epica del calcio. «Coinvolgere». Spiega che questo è sempre stato il suo ruolo, già da ragazzo, anche con gli amici. E questo è quello che fa ancora oggi. «Pressione». La sente. È benvoluto, è stimato, e benché la piazza non sia delle più esigenti, avverte tanta pressione. La sfoga trovando alcuni momenti tutti suoi, nuotando, giocando con le figlie. «Fortuna». Per lui è quella di poter vivere di questo mestiere, vedendo le figlie crescere da vicino. «Ambizione». L’impressione, non confessata, è che sogni l’Italia. Lui sente dentro di sé le ambizioni. Le vittorie le alimentano. L’Italia lo ha già contattato, ma non se n’è fatto nulla. Almeno per ora. Chissà come andrà con il Bologna. «Migros». Perché per lui, andare alla Migros, significa fermarsi e salutare tutti. Tutti lo avvicinano. Sempre di più anche oltre San Gottardo. E non solo alla Migros, ovvio.In questo articolo: FC LuganoCalcioFinale di Coppa Svizzera 2024

Playboy miliardario morto, arrestata dopo tre anni sua moglie: cosa è successoAustralia, scopre ragno cacciatore in casa: utenti Facebook in aiuto

Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 718

Sottomarino scomparso in Indonesia: disperso al largo di BaliSpagna, estate alle porte: mascherina obbligatoria anche in spiaggia

Madre uccide i suoi gemelli di 6 settimane e dorme con i loro corpi senza vita per giorniUn ponte a due piani in Cina, è il surreale e sinuoso “Ruyi Bridge”

Il Regno Unito riapre: verso l'immunità di gregge con oltre 40 milioni di vaccini somministrati

Sette religiosi cattolici sono stati rapiti ad Haiti: chiesto un riscatto di un milione di dollariCovid Francia, l'epidemia è fuori controllo: oggi Macron parlerà

Ryan Reynold
Morte principe Filippo, Johnson: "È stato un solido sostegno per la regina"Giulio Regeni, spunta un documentario egiziano che tenta di screditarlo alla vigilia dell'udienzaCanada, paura per una malattia simile alla mucca pazza: morte 5 persone

VOL

  1. avatarCoronavirus Germania, l'allarme di Angela Merkelanalisi tecnica

    Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 725Sparatoria in Texas, un morto e cinque feriti: arrestato l'assalitoreUltimatum ad AstraZeneca dell’Ue, termini scaduti e danni alla saluteIndonesia, ritrovato il sottomarino KRI Nanggala-402 scomparso da Bali con a bordo 53 persone

    1. Covid, Francia: riaperture programmate ma coprifuoco confermato

      1. avatarSparatoria in Texas, un morto e cinque feriti: arrestato l'assalitoreGuglielmo

        Nuova Zelanda, sigarette vietate a chi è nato dopo il 2004: la proposta del governo

  2. avatarUsa: non indossa la mascherina e poi aggredisce l'autista UberProfessore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock

    Il presidente Usa Joe Biden ha riconosciuto il genocidio armenoSparatoria a Indianapolis: diversi morti, fra cui forse l’attentatoreGiornalista ucciso ad Atene con dieci pistolate da due motociclistiUccide il vicino di casa e minaccia la fidanzata incinta con una balestra

  3. avatarMyanmar, bimba di 7 anni uccisa mentre è in braccio al padreMACD

    Calciatore di colore costretto a sedersi tra le banane: "Fallo o ti rompo le ginocchia"Draghi: "Erdogan è un dittatore". La Turchia convoca l'ambasciatore italianoTerremoto in Giappone: scossa di magnitudo 6.8 davanti alla costa estNotizie di Esteri in tempo reale - Pag. 725

Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 709

Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 708Litigò con la figlia incinta e i due cani la sbranarono, la teste depone*