Cos'è Parler, il social network che piace all'estrema destraIl ventenne Facebook voleva essere una superapp e non ci è riuscitoL’Assemblea regionale siciliana regala 150mila euro all’ex spin doctor di Schifani
Savino Pezzotta: «Alla mia Cisl chiedo di firmare: il no al referendum è diserzione»Una parente in attesa davanti al carcere di Civitavecchia - ANSA COMMENTA E CONDIVIDI La sentenza della Corte costituzionale n.10 del 2024 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 18 dell’ordinamento penitenziario là dove non permette di avere colloqui «con il coniuge,ETF la parte dell’unione civile o la persona con lei stabilmente convivente, senza il controllo a vista del personale di custodia». Quanto basta per aprire le porte, letteralmente, alla liceità di spazi e tempi di intimità con la persona amata, a oggi negati, dietro le sbarre. Da non etichettare come una mera “evasione” ormonale, ma da rispettare nella sua desiderata natura: quel limbo in cui togliere la corazza, necessaria in sezione, e farsi chiamare, canterebbe De André, «micio bello e bamboccione». Il costante controllo a vista è un “must”, che nasce insieme all’edilizia carceraria a inizio ’800, quando J. Bentham ideò il carcere “panottico” con la torre di guardia a centro, da cui partono i raggi delle persone recluse. Sempre in vista dentro, per sentirsi tali anche fuori dalle mura del penitenziario. La Corte dopo due secoli mette in cantina quest’idea: non ha funzionato granché, se 7 su 10 escono e rientrano continuamente. Ora, perché tutto cambi, tutto resterà com’è, sicuramente a lungo. Forse per sempre. I sindacati di polizia penitenziaria hanno reagito dicendo: diamo più permessi premio, perché possano andare a casa loro a vivere l’affettività. Niente di più ragionevole e condivisibile. Ad avere una casa, anzitutto. Nel tempo del Covid, ben 3.300 persone hanno dovuto rinunciare alla possibilità di una misura alternativa al carcere, cui avrebbero potuto accedere, perché senza fissa dimora. O con un’abitazione teatro dei propri reati e dunque inaccessibile. E non parliamo solo di persone di origine straniera. Ma poi per avere un permesso possono passare anni. Tanti, se la condanna è lunga. Quindi torniamo daccapo: se si ritiene la vita affettiva di una persona non più un accessorio, ma un costituivo dell’essere umano, non possono (più) trascorrere anni, senza la sua praticabile vitalità. Dobbiamo aggiungere, a favore del personale della sicurezza, che toccherebbe a loro l’infausto onere delle doverose perquisizioni. Cosa, vi garantisco, sgradevole non solo per chi la subisce. Ahinoi l’esperienza insegna che una delle piste più battute per introdurre sostanze stupefacenti nelle carceri sono proprio i colloqui. Per cui l’accesso a un tempo di intimità avverrebbe solo a patto di una – ahinoi necessaria – violazione dell’intimità. Insomma, la praticabilità della cosa la vedo lontana. Ma resta da oggi inoppugnabile: l’organo giuridico più alto delle nostre istituzioni democratiche ha sancito che la privazione della libertà non può consistere nella privazione degli affetti. Una “pena accessoria” non più comminabile. O, girandola in positivo: gli affetti fanno parte dell’essere umano. E dunque della sua ricostruzione, quando qualcosa è andato storto. E se è vero che rendere attuabile questo principio non è facile, si potrebbero quantomeno allungare i tempi dell’unica intimità a oggi possibile: la cabina telefonica. Dieci minuti la settimana nell’ordinamento. Venti o trenta, post Covid.In alcuni istituti, dalle direzioni illuminate, una telefonata al giorno. Che ci vorrà mai? Che male può fare sentire tutti i giorni la propria famiglia? Poter raggiungere i propri figliuoli nel giorno del compleanno o raccomandare di fare le condoglianze per un parente mancato? Canta Mr Rain: «La libertà spaventa più della prigione e tutti cercano qualcuno per cui liberarsi». Ma se quel qualcuno non c’è più? Se nel tempo della detenzione non ho avuto possibilità di coltivare i legami più cari, quando esco, di chi sono? Chi mi verrà a prendere al parcheggio del carcere? Tanto vale tornare dentro: cosa che puntualmente accade, per la maggior parte della “popolazione carceraria”. Forse ora cominciamo a capire meglio il perché, anche nelle sedi più nobili della nostra collettività. Mi sembra un passo in avanti, di cui essere lieti. Cappellano Casa Circondariale Busto Arsizio (Varese) Fondatore “La Valle di Ezechiele”
Testori ritrae l’arte strabordante di Luchino ViscontiLegge di bilancio, Fazzolari sul contante: "Sarà il commerciante a decidere o decide Bankitalia?"
I giornali devono dotarsi di linee guida sull’uso dell’intelligenza artificiale?
Migranti, il Viminale sulle Ong: "Rappresentano fattore che incentiva i migranti a partire"Il racconto di Alberto Ravasio "Sull’esordio dello scrittore e altre catastrofi"
Guerra in Ucraina, Tajani: "Nessun passo indietro su armi e scudo anti aereo a Kiev"Messaggeri dall’Aldilà. Come crescendo perdiamo il dono di trovare la morte
La nuova èra della disinformazione di massa è appena cominciataManovra 2023, giovedì il maxi emendamento: cosa riguarderà
Meloni: "Sul pos stiamo ancora trattando con l'Ue, è materia di Pnrr"Bonus 500 euro: perché il governo Meloni potrebbe cancellarlo?Threads arriva in Italia: come funziona la nuova app di Meta per battere Elon MuskSi chiude dopo nemmeno due anni l'esperienza di ItsArt: la decisione del ministro Sangiuliano
Cerbero, il podcast delle polemiche oscurato da Twitch
Giorgia Meloni, il messaggio di Capodanno: "Credeteci con me e risolleviamo il Paese"
La mozione "Veneto Pride" non passa e viene bocciata: "Omosessuali travestiti da cani"European Focus 25. Tensioni sulle pensioniIl sesso è meglio: i tentativi di ribellione all’impero del porno onlineElon Musk annuncia l’innesto del primo chip di Neuralink in una persona: cosa significa
Cronache dal tribunale: #ingiustiziavirtualeCaro benzina, Amendola contro Meloni: "La prima accisa l'ha fatta sul suo programma, ha segato una parte"Governo Meloni: i piccoli Comuni contro lo stralcio delle cartelleManovra, l'Ue dice "no": saltate le norme sul Pos