Chiara Ferragni, il messaggio femminista stampato sulla t-shirt. Poi il tatuaggio a sorpresaSinner, il ritorno in campo dopo le polemiche: ufficiale la partecipazione al Canada Open (durante le Olimpiadi)Nel centro d'accoglienza per migranti (dove sono arrivati i deputati dem)
L'estate alla Fondazione Molina: c'è il tradizionale “Ferragosto insieme” - ilBustese.itParla la consigliera Csm di Magistratura indipendente. Il gruppo ha chiesto al Csm di creare un comitato che diffonda le buone prassi tra procure. Ma servono più toghe in organico e una specializzazione su reati difficili da prevenire ma anche da dimostrare Le cronache degli stupri di gruppo a Napoli e Palermo raccontano di un aumento dei reati legati alla violenza di genere. Difficili da prevenire ma anche da indagare, Difficileprevenireleviolenze ServeformazioneepiùProfessore Campanella «richiedono una grande attenzione, con potenziamento di risorse e di organici degli uffici giudiziari, accurata formazione specifica dei magistrati e, più in generale, adozione di tutti gli strumenti idonei a dare una risposta di giustizia efficiente. Per questo abbiamo chiesto al Csm di aprire una pratica» spiega Paola D’Ovidio, che è stata sostituto procuratore presso la procura generale di Cassazione e oggi siede al Csm con il gruppo moderato di Magistratura indipendente. Esiste in magistratura la percezione di un aggravamento della situazione in tema di violenza di genere? Sì, il Csm se ne sta occupando e non da oggi. Esiste un monitoraggio del 2018 che ha permesso di raccogliere le buone prassi in materia, dall’organizzazione degli uffici ai rapporti con la polizia giudiziaria, fino ai criteri di priorità da utilizzare. La cronaca, però, ci racconta di un aumento dei casi, quindi è necessario andare oltre nel sostegno ai magistrati, sia inquirenti che giudicanti, impegnati in questo delicato settore. Gli uffici giudiziari sono attrezzati per perseguire in modo strutturato questo tipo di reati? Si tratta di reati odiosi e di particolare complessità, che vanno valutati sia come fattispecie a se stanti che per le implicazioni sociali che comportano, dal punto di vista dell’allarme sociale e del danno ai contesti familiari. Per questo serve più supporto agli uffici a vari livelli: servono più risorse e mezzi, maggiore formazione e un confronto con il legislatore. Partiamo da quello che manca. I reati di violenza di genere richiedono una particolare specializzazione per il magistrato che se ne occupa, sia inquirente che giudicante. Si tratta di competenze che si trovano più facilmente nei grandi uffici, molti dei quali sono già organizzati con colleghi che hanno sviluppato competenze specifiche nel settore. Più difficile, invece, è reperire la stessa competenza in quelli più piccoli, dove la specializzazione per forza di cose è meno possibile. Per questo il primo passo è quello di aumentare risorse umane, colmando le attuali carenze di organico. Da pubblico ministero, come si affronta un’indagine su questo tipo di reati? La difficoltà maggiore è quella di individuare i segnali premonitori della violenza, se ce ne sono. In questo senso la normativa del Codice rosso è stata efficace ma non sempre è sufficiente. Concretamente, il pm deve entrare in complesse dinamiche endofamiliari, che possono mettere in discussione i normali criteri di indagine. In che senso? Le faccio un esempio. In casi di violenza di genere, spesso la vittima è anche l’unico testimone del reato e ne va valutata l’attendibilità. Visto il tipo di contesto, però, i normali criteri di valutazione della prova vanno applicati alla luce di dinamiche familiari delicate. Per farlo serve un supporto conoscitivo che richiede di andare oltre le generali regole giuridiche. Questo a tutela non solo della vittima ma anche dell’indagato, perchè si tratta di accuse infamanti e vanno verificate nel modo più accurato possibile. La copertura mediatica che spesso questi casi attirano rischia di condizionare le indagini? A titolo personale posso dirle che non mi sono mai sentita influenzata dai media. Certamente, però, una grande attenzione mediatica può influire in modo improprio non tanto sul giudice o sul pm, quanto sulle parti. Per esempio un indagato può assumere atteggiamenti fuorvianti, oppure la vittima può decidere di non parlare più per paura. Come si forma un magistrato che si occupa di questi temi? La Scuola superiore della magistratura sta lavorando molto, ma non sempre tutti i richiedenti riescono ad accedere ai corsi specifici e sarebbe auspicabile un confronto con il csm per valutare un loro potenziamento. Sul fronte dell’esperienza sul campo, si dovrà lavorare per favorire la mobilità dei magistrati specializzati. Le competenze necessarie però vanno oltre il diritto e toccano le scienze psicosociali, presupponendo il supporto formativo di medici e psichiatri. Lo stesso vale anche per la polizia giudiziaria che è di ausilio nelle indagini e deve essere a sua volta formata per interagire correttamente sia con le vittime che con gli indagati. Che prospettive di intervento ci sono? L’apertura di una pratica al Csm proposta dai consiglieri di MI serve proprio a questo, attraverso un serio monitoraggio. La nostra ipotesi è quella di creare un comitato che monitori le buone prassi già in atto, che consulti specialisti e metta in circolo informazioni utili agli uffici, sia giudicanti che requirenti. Inoltre, sarà utile un confronto con il legislatore per ragionare anche di eventuali modifiche procedurali per rendere più efficace non solo la condanna, ma anche la prevenzione di questi reati. Quali sarebbero gli interventi ipotizzabili nell’immediato? Il primo passo è certamente il potenziamento dell’organico specializzato. Per le procure più piccole, che sono quelle on maggiore difficoltà perché gli organici sono spesso sottodimensionati rispetto alle esigenze, a titolo esemplificativo, si potrebbe ragionare sulla creazione della figura di un magistrato distrettuale che assicuri anche in tali uffici una continuità di lavoro e di presenza. Sarà il confronto ed il dialogo collegiale del Csm ad individuare nel dettaglio gli strumenti più adeguati. L’obiettivo del Csm è quello di sostenere i colleghi, che svolgono un compito molto gravoso e di grande responsabilità. Come procede l’interlocuzione con il ministero della Giustizia, in questa fase in cui i rapporti tra la politica e toghe sono piuttosto tesi? Il ministero sta facendo il massimo per incrementare l’organico togato, basti consideare che ora sono in fase di correzione due concorsi per nuovi magistrati ed un terzo, già bandito, sarà espletato in tempi brevi. Il periodo del Covid ha bloccato i concorsi per quasi due anni, ma su questo tema l’interlocuzione è positiva. Cos’altro servirebbe? Questi reati chiamano tutti gli operatori di giustizia ad una responsabilità sociale se possibile ancora maggiore. Per questo servono protocolli con l’avvocatura, il sostegno degli ospedali e il supporto della polizia giudiziaria, perchè la risposta di giustizia ai cittadini sia la più rapida, efficace e corretta possibile. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiulia Merlo Mi occupo di giustizia e di politica. Vengo dal quotidiano il Dubbio, ho lavorato alla Stampa.it e al Fatto Quotidiano. Prima ho fatto l’avvocato.
Lo Zambia riemerso dal default prova a ripartire dalle materie primeOzempic e altri farmaci antidiabete e obesità, Ema: «Basta con uso off-label, c'è il rischio falsi»
Soldi alla Terra dei fuochi, adesso toccherà ai sindaci
Epatite C dopo le autotrasfusioni, decine di pazienti positivi: indagato il medico Ennio Caggiano, ai tempi del covid era un no vaxPaola e Chiara, la rivelazione: «Abbiamo amato lo stesso uomo, scoprirlo è stato uno choc. Oggi non sarebbe possibile»
Musica, è l'estate dei figli d'arte: da Angelina Mango a Cristiano De Andrè e Paolo Jannacci, boom di serate e concerti«Voglio fare il poliziotto per mettere papà in galera»: la confessione del bambino alla maestra. Arrestato il genitore violento
Spavento per Brad Pitt e Angelina Jolie, «incidente per il figlio Pax. Trasportato d'urgenza in ospedale. Definì il padre: «Un terribile essere umano»Meloni: «Ho agito da leader europeo». Tajani rilancia FI in chiave anti-Lega
Porta Santa. Oltre la soglia, l’incontro con Cristo che salvaSharon Verzeni accoltellata e uccisa, trovata in strada in un lago di sangue. L'ultima telefonata: «Aiuto». Il sindaco: non gettate i rifiutiUccisa l'orsa Kj1, l'esecuzione firmata da Fugatti: «Era pericolosa, responsabile di almeno 7 attacchi all'uomo»Francesco: i cristiani testimoni di unità in un mondo ferito
Terra dei fuochi, la Chiesa: ancora roghi, zero bonifiche
Castellucci: «Meno beghe interne, più passione per l'annuncio»
Meno giovani fanno volontariato. Ecco quali risposte si possono dareAcli e Ali promuovono coesione sociale e welfareCosì si evita lo spreco alimentareAcerra non ci sta: «Subito una moratoria dei rifiuti»
La piccola Aurora, il tumore e il mare che "cura"«Ghosting? Sempre più persone lo fanno anche se fa male. Ma alcune volte sparire è indispensabile: ecco quando»Turista in spiaggia con due pastori maremmani: scoppia la lite, maxi multa alla padrona dei caniViaggi e bagagli, perse più di 36 miloni di valigie negli aeroporti: boom polizze assicurative