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Quaderno proibito. Come i diari hanno attraversato la vita di Alba de CéspedesLe reti di Ebone e Romano non bastano a Corradi: nell'ultima mezz'ora i nostri avversari vincono 3-2 e vanno avanti. Corradi punge l'arbitro: "Tre situazioni a sfavore. Spero che potremo essere più fortunati alla prossima partita" Pietro Scognamiglio 21 luglio 2024 (modifica alle 23:27) - MILANO Con la qualificazione e il primo posto già sicuri,Professore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock l’Italia chiude il girone scivolando contro l’Ucraina. In una partita divertente, prevale (3-2) la maggiore fame di vittoria – tradotta in concentrazione, intensità, cattiveria agonistica – dei ragazzi di Mikhailenko, anche loro qualificati da stasera al Mondiale Under 20 del 2025. L’Ucraina, infatti, aveva bisogno di vincere per rimanere padrona del proprio destino e garantirsi la semifinale da seconda. Missione compiuta. E poco male, onestamente, per l’Italia che frena dopo due successi. Corradi, però, non avrà gradito certe disattenzioni, quelle che spuntano fuori quando non c’è l’ansia del risultato. Non dovranno ricapitare nella semifinale del 25 luglio, perché anche Francia o Spagna (possibili avversarie) non le perdonerebbero. TANTI CAMBI— Il tecnico senese cambia nove undicesimi rispetto al successo sull’Irlanda del Nord, gestendo anche i diffidati (tra cui Camarda): confermati solo Chiarodia e Di Maggio, panchina anche per Pafundi (entrerà nella ripresa), per il resto rotazioni piene che portano così all’utilizzo di tutti e 20 i convocati dopo tre partite. Spazio a Magro tra i pali, in difesa Magni, Christian Corradi – centrale del Verona, che non è parente del selezionatore – e Pagnucco basso a sinistra; Romano e Harder a centrocampo, così come Anghelé alle spalle della coppia d’attacco formata da Sia ed Ebone (che torna titolare). Gli azzurri partono propositivi, ma ancora una volta si ritrovano a inseguire: dopo 8’ Pagnucco è infatti impreciso nell’appoggio all’indietro di testa, ne approfitta il mancino Synchuk che dal limite dell’area scavalca Magro con un pallonetto. L’Ucraina segna così per la prima volta in questa fase finale (dopo due 0-0), stappando la partita. Da quel momento maturano occasioni da una parte e dall’altra, significativa la parata di Krapyvtsov sul sinistro a botta sicura di Sia. Il merito degli azzurri, che insistono, è riuscire a infilare la porta ucraina che era inviolata da sei partite: il pari (1-1) arriva su schema da punizione, con Ebone bravo a girarsi nell’area piccola sulla palla morbida accarezzata da Di Maggio. Poco prima dell’intervallo l’occasione per il sorpasso capita sui piedi di Anghelé, che non la sfrutta. MOTIVAZIONI— Al rientro dagli spogliatoi, Corradi fa subito la mossa giusta: Mannini prende il posto di Di Maggio con lo spostamento di Romano nella casella di mezzala sinistra. Ed è proprio da quel lato che l’ischitano si accende a piede incrociato, trovando un gran gol col destro a giro (2-1) dopo avere ottenuto la sponda da Ebone. L’Ucraina ha però motivazioni forti, rinvigorite anche dal parziale che arriva da Belfast dove la Norvegia è avanti sui nordirlandesi. Su una leggerezza di Sia (uscita di tacco evitabile), il recupero palla è feroce fino al 2-2 di Krevsun che gioca da mezzala nelle giovanili del Borussia Dortmund. Il ritmo resta alto, così come l’intensità della pioggia sull’Inver Park. Ci prova Mannini che ha un buon tiro, ma l’Ucraina si conferma cattiva al punto giusto nello sfruttare qualche leggerezza di troppo. Come l’errore di valutazione del subentrato Mane, che apre la strada verso l’area a Matkevich poi atterrato da Christian Corradi: rigore ed espulsione per doppio giallo, dal dischetto Ponomarenko - punta da sei gol in sei partite nelle qualificazioni - è glaciale per il controsorpasso. E l’Ucraina fa festa, insieme ai suoi tifosi presenti (sorprendentemente) in tribuna a Larne. La meritano, già solo per esserci. le parole - "Abbiamo fatto un grande primo tempo prendendo gol su una ripartenza - l'analisi a caldo di Bernardo Corradi -, all’interno della gara, si sa, l’arbitro è una variabile su cui non possiamo incidere: se devo scegliere una partita in cui avere tre situazioni a sfavore, meglio tutte in questa, sperando che per la legge dei grandi numeri potremo essere più fortunati alla prossima". Il riferimento è agli episodi dubbi, valutati in assenza di aiuto tecnologico: un possibile fuorigioco sul primo gol ucraino, un contatto in area su Romano e l'entità del contrasto che ha portato al rigore del 3-2. "Ma rifugiarsi in eventuali errori arbitrali è riduttivo - ha proseguito -, dopo il bel primo tempo abbiamo segnato un 2-1 di grande fattura e su un errore in ripartenza preso il pareggio. Onestamente, dal punto di vista emotivo non siamo stati capaci di gestire la situazione, ma fa parte del percorso di crescita di questi ragazzi. Avrei preferito non perdere, ma se dobbiamo farlo, meglio in una partita che conta il giusto nella classifica. Domani dobbiamo riposare, soprattutto sul piano mentale". Calcio: tutte le notizie © RIPRODUZIONE RISERVATA
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