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"Droga ed alcol non sono un reato": la tesi di Michela Murgia sui raveCOMMENTA E CONDIVIDI L’università è il luogo dove si vive una particolare tensione tra il patrimonio di conoscenze da tramandare e le necessarie innovazioni che consentono di mettere a frutto quanto ricevuto per costruire un futuro migliore. Si tratta di declinare in modo armonico e fecondo lo straordinario bagaglio di conoscenze accumulate con le problematiche del nostro tempo che esigono un di più di sapienza e discernimento. Il secondo elemento non può prescindere dal primo,ETF come non ci sono frutti senza radici. In un’epoca che tende a rendere evanescente il senso del tempo e della storia, assorbiti nell’assolutizzazione mediatica e consumistica del presente, l’Università Cattolica rappresenta per la comunità ecclesiale e per la società civile italiana un luogo privilegiato dove formare le nuove generazioni non ad estraniarsi dalla realtà o a perseguire solo il loro interesse, ma a diventare protagonisti di un cammino che sia capace di operare un discernimento profondo sulla loro vita e sul corso della storia. Fin dalla sua nascita, secondo le intenzioni di padre Agostino Gemelli e dei suoi collaboratori, l’Ateneo dei cattolici Italiani doveva assolvere al compito di custodire e trasmettere il patrimonio di sapere coltivato nei secoli passati da illustri istituzioni accademiche e da straordinarie figure di studiosi che hanno saputo coniugare la scienza con la fede, la ricerca con l’impegno concreto. Da questa solida fondazione del sapere e dalla capacità di misurarsi con le innovazioni deriva la più grande risorsa per garantire un utile e fecondo contributo allo sviluppo futuro dell’umanità, alle prese con sfide epocali. «Questo ingente e non rinviabile compito chiede, sul livello culturale della formazione accademica e dell’indagine scientifica, l’impegno generoso e convergente verso un radicale cambio di paradigma, anzi – afferma papa Francesco– verso una coraggiosa rivoluzione culturale» (Costituzione apostolica, Veritatis gaudium, n. 3). Questo obiettivo può essere raggiunto sviluppando in modo ancora più incisivo tre condizioni che appartengono all’identità e alla missione dell’Università Cattolica. La prima condizione è quella di rispondere in modo efficace e appropriato alle attese profonde di chi si accosta all’Università Cattolica cercando una formazione integrale capace di dare qualificate conoscenze umane e scientifiche utili ad elaborare una sapiente visione della vita, di promuovere un’alta professionalità che sia in grado di contribuire alla costruzione del bene comune, di far maturare un impegno generoso di testimonianza cristiana in tutti gli ambiti della vita personale, familiare e sociale. L’accompagnamento degli studenti nel loro discernimento vocazionale, inteso in senso ampio come capacità di riconoscere e mettere a frutto i doni ricevuti, esprime lo spirito e la missione dell’Ateneo dei cattolici italiani. La fedeltà a questo impegno è alla base dell’alto e crescente interesse verso l’Università Cattolica che in questi ultimi anni si è tradotto in un rilevante aumento delle immatricolazioni, ancor più indicativo se consideriamo la difficile stagione che sta vivendo il mondo universitario nel nostro Paese. La seconda condizione per fare tesoro dell’eredità ricevuta e affrontare con decisione le necessarie innovazioni è quella di saper tendere nel migliore dei modi l’arco dell’impegno nel presente tra memoria e profezia, usando tutti gli strumenti attraverso cui non solo si favorisce la trasmissione del sapere da generazione a generazione, ma si sviluppano le condizioni per una visione della realtà capace di incidere sulle grandi questioni del nostro tempo. La crescente mobilità umana con le sue attese e le sue tragedie, la cura della casa comune che richiede un radicale cambiamento di mentalità per contrastare il degrado dell’ambiente, l’uso saggio e responsabile delle conoscenze tecnico-scientifiche in ambito medico per assicurare a tutti la salute e un corretto approccio etico alle problematiche del nascere e del morire, la necessità di ripensare l’economia e la finanza per un sistema più equo che riconosca e tuteli il primato del diritto al lavoro, soprattutto per i giovani. Sono solo alcune delle problematiche che possono trovare nell’Università Cattolica un’efficace risposta attraverso la ricerca, l’alta formazione delle nuove generazioni e qualificati contributi sul piano culturale e sociale. Sfide così importanti non possono essere affrontate da una singola istituzione. È possibile farlo - ed è la terza condizione - in un contesto vitale e dinamico come quello del cattolicesimo italiano da cui l’Università Cattolica del Sacro Cuore nasce e a cui offre il suo prezioso contributo. Un tale legame, lungi dall’essere penalizzante, costituisce una risorsa formidabile per la formazione delle nuove generazioni e per la diffusione di una cultura d’ispirazione cattolica, in un clima di positiva collaborazione e di reciproco sostegno. La celebrazione della 94ª Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore che si svolgerà domenica 15 aprile 2018 si colloca pertanto all’interno di un’osmosi vitale e di uno scambio continuo nella consapevolezza che possiamo essere 'eredi e innovatori' solo nello spirito di chi operando per il Regno dei cieli «è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche » ( Mt 13,52). Il comune impegno per rendere i giovani protagonisti della storia è sollecitato e incoraggiato anche dal Sinodo dei vescovi che nel prossimo ottobre affronterà il tema « I giovani, la fede e il discernimento vocazionale ». In questo contesto di rinnovata e diffusa attenzione ai giovani, all’Università Cattolica è chiesto un particolare impegno per operare in sinergia con la comunità ecclesiale e la società civile perché - come ha affermato papa Francesco -: «la stretta interazione reciproca impedisce il divorzio tra la ragione e l’azione, tra il pensare e il sentire, tra il conoscere e il vivere, tra la professione e il servizio» ( Santiago, Università Cattolica del Cile, 17 gennaio 2018).
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