Nadef: l'assegno unico per i figli potrebbe arrivare solo nel 2022Family Act 2021, le novità: come fare domanda, cinema, musei e teatri gratis per genitori under 35Smart working e produttività, lo studio: "Il 37% lavora più di 40 ore a settimana"
Alla scoperta del campo di aviazione abbandonato di WerneuchenAlcuni documenti ora trapelati rivelano una notevole mancanza di ambizione della Commissione europea. Stando alla bozza della normativa,investimenti l’iniziativa di Bruxelles si applica solo a una definizione ristretta di foreste. Taglia fuori ecosistemi di grande importanza Nel 2020 si è tenuta la più ampia consultazione pubblica dell’Ue su questioni ambientali svoltasi finora. Oltre un milione di persone ha chiesto all’Ue di garantire con una normativa comunitaria rigorosa, che nelle nostre case non arrivino prodotti legati alla distruzione delle foreste e alla violazione dei diritti umani. Solo in Italia, hanno aderito oltre 75mila persone. La Commissione europea si era impegnata affinché la prima bozza della normativa fosse pubblicata entro la metà dell’anno, ma la pubblicazione è stata prima posticipata all’autunno, e poi ulteriormente rinviata al 22 dicembre. Come se non bastasse, alcuni documenti ora trapelati, hanno rivelato una notevole mancanza di ambizione nella bozza della normativa, che si applicherebbe solo a una definizione ristretta di foreste, escludendo ecosistemi di grande importanza come il Cerrado, la savana più ricca di biodiversità del Pianeta e il Pantanal, la zona umida più grande del mondo. Se la normativa non prevederà l'estensione della protezione a zone umide, savane, torbiere e altri importanti biomi, i consumi europei continueranno a pregiudicare la salute del pianeta e a implicare gravi conseguenze per Popoli Indigeni e comunità tradizionali. I grandi esclusi della bozza I documenti trapelati rivelano inoltre che l'elenco di materie prime e prodotti oggetto della normativa escluderebbe gomma, pelle, carne (diversa dalla carne bovina) e mais, la cui produzione è fortemente legata alla distruzione degli ecosistemi. Non solo, sembrerebbe che la Commissione europea attualmente non preveda di regolamentare gli investimenti delle banche nell'Ue, che quindi potranno continuare a investire in attività legate alla deforestazione e alla violazione dei diritti umani. La deforestazione, da sola, rappresenta oltre un decimo delle emissioni globali di carbonio: la protezione delle foreste e di altri ecosistemi come zone umide e savane quindi, è fondamentale nella lotta contro la crisi climatica in corso. Ma è anche essenziale per prevenire nuove epidemie e pandemie: le Nazioni Unite e l'Organizzazione mondiale della salute hanno avvertito che future pandemie simili a quella in corso devono essere prevenute affrontando le cause scatenanti, ovvero la distruzione della natura. Per proteggere le foreste del pianeta, oltre alla normativa, saranno necessarie ulteriori azioni da parte dell'Ue, come ad esempio sostenere e incoraggiare la collaborazione con popoli indigeni e comunità forestali tradizionali; rafforzare il dialogo con altri paesi importatori per raccomandare l’adozione di standard di sostenibilità simili; e investire in politiche che portino ad una riduzione della produzione, del consumo e degli sprechi. I rischi che corriamo Ogni due secondi, il mondo perde un'area di foresta grande quanto un campo da calcio e l'espansione dell'agricoltura industriale è responsabile dell'80 per cento di questa devastazione, che ha impatti profondi non solo per clima e biodiversità, ma anche per i diritti umani, specialmente quelli di popoli indigeni e comunità forestali tradizionali. Ad oggi, sono un milione le specie animali e vegetali che rischiano di scomparire per sempre: se non agiamo con urgenza per proteggere le foreste – e altri biomi di grande importanza - la sesta grande ondata di estinzioni di massa non potrà far altro che peggiorare, aggravando la crisi climatica in corso e aumentando il rischio di nuove epidemie. L'Unione europea è uno dei principali consumatori (e finanziatori) di materie prime e prodotti legati alla distruzione delle foreste e degli ecosistemi. La conversione e il degrado delle foreste e di altri ecosistemi naturali in Brasile, Indonesia, in molti paesi africani, ma anche “a casa nostra", cioè in Europa, è legato alla produzione e al consumo su larga scala di prodotti come la soia destinata alla mangimistica, carne, olio di palma, cacao, gomma, legname e cellulosa. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediMartina Borghi Martina Borghi, responsabile campagna foreste Greenpeace Italia
Bonus merito docenti, come funziona e a chi spettaCovid, l'Inps attiva congedo per genitori con figli in Dad o quarantena
Decreto Ristori: buono spesa anche con reddito di cittadinanza?
Reddito di cittadinanza, bonus a chi apre un'attività: requisiti, regole, come presentare la domandaBlack Friday: come evitare le fregature
Come capire se il bilancio di un'azienda verte verso il rosso, prima che sia troppo tardiCon Stufe a Pellet Italia la qualità è sinonimo di risparmio
Affettatrice professionale: i migliori modelli dell'annoIncentivi auto, arriva l'ok dal Senato: ecco i modelli che si possono acquistare
Caro benzina e gasolio, aumento record: +16% rispetto ai prezzi di giugno 2020Come ottenere bonus vacanze fino al 31 DicembreIPSOS, partner SEO&Love 2020Nobel per l'Economia 2020, lo vincono Paul Milgrom e Robert Wilson
Bonus Bicicletta: confermata la data di avvio
Pace fiscale, condono governativo per bollo auto, Imu e Tari
Il Bonus Pos in Italia: agevolazioni per chi paga con cartaIn arrivo rincari sulle bollette: +15,6% la luce e +11,4% il gasTaglio cartelle esattoriali: la proposta di DurigonIMU e TARI 2021 sulla seconda casa, chi può pagare la metà?
Pensioni e quattordicesima luglio 2021, al via i pagamenti: il calendarioCashback, cos'è e come funzionaBlack Friday Fantaztico, la grande moda 0-16 scontata al 50%Cartelle esattoriali e pace fiscale 2021, cosa c'è da sapere?