M5s, espulso Gianluigi Paragone: "Ha votato contro le direttive"Processo Escort, parla il maggiordomo di BerlusconiTaglio del cuneo fiscale, bonus fino a 600 euro in busta paga
Andrea Alzetta, Spin Time Labs: "Meloni fascista e schifosa"Commentando il senso delle proteste dei trattori,criptovalute su questo giornale Walter Siti ha espresso dubbi sull’utilità delle politiche europee. Secondo Siti, sarebbe necessario ammettere il fallimento delle politiche green per concentrarsi su altre questioni su cui la politica ha ancora margine di interventoIl recente articolo di Walter Siti su questo giornale connette la protesta dei trattori ad altre sfide sociali. La tesi implicita è che, in un quadro di cacofonia europea e sanremese, la probabile vittoria politica dei trattori non dovrebbe essere vista soltanto come una vittoria corporativa rispetto all’interesse generale.Secondo Siti, sulla questione climatica la politica europea dovrebbe avere un sussulto di onestà e riconoscere l’impossibilità di limitare l’innalzamento della temperatura media. Ma questa ammissione, secondo Siti, non dovrebbe implicare una rinuncia a incidere su altre questioni sociali (la prossima rivoluzione tecnologica dell’intelligenza artificiale, il governo delle disuguaglianze, ecc.).La conclusione del ragionamento (una sconfitta su un tema seppur importante non deve comportare la rinuncia ad agire politicamente su altri) è in generale corretta. Ma le premesse e gli argomenti sottesi non funzionano e tradiscono un pessimismo solo apparentemente realista.Profezie e fallimentiIn primo luogo, forse è vero che anche implementando le politiche di riduzione delle emissioni sforeremo i 2°C di aumento di temperatura globale, termine oltre il quale, sostiene l’assoluta maggioranza dei climatologi, il cambiamento climatico comporterebbe danni irreversibili e ancora più significativi di quelli che già viviamo.Anche se questo fosse indubbiamente vero, però, si tratterebbe della più classica delle profezie che si autoavverano: si pensa che non sia possibile raggiungere un certo risultato e il pessimismo stesso determina il fallimento di ogni tentativo di ottenere il risultato. Rimestare nella sfiducia, quindi, non è un esercizio di disincanto critico di fronte a un presunto radicalismo ambientalista. È invece un atteggiamento che colposamente affossa l’iniziativa.Inoltre, sebbene attualmente non possiamo conoscere precisamente di quanto si innalzerà la temperatura, sappiamo di certo che c’è molta differenza tra uno sforamento limitato della soglia dei 2°C e uno sforamento significativo. Quindi anche se fossimo destinati a superare la soglia abbiamo ottimi motivi per sforarla di poco invece che di molto.Anche da un punto di vista materiale, la posizione di Siti è argomentativamente problematica, perché isola una questione (le politiche climatiche) che non può essere realmente isolata da molte altre.Così come il peggioramento dei raccolti degli ultimi anni è in molti casi dovuto al cambiamento climatico, altri fenomeni epocali (migrazioni, distribuzione della ricchezza, evoluzione tecnologica) sono connessi alle politiche attuali sul clima. Essere rinunciatari su quest’ultima implica di fatto una rinuncia ad affrontare anche le altre.Infine, c’è un problema di eccessiva generalità di questa idea rinunciataria sulle politiche climatiche.La mitigazione non bastaFino a pochi anni fa, si tendeva a distinguere nettamente tra le politiche preventive – quelle che cercano di limitare l’innalzamento della temperatura – e le politiche di adattamento – quelle che, considerando l’innalzamento inevitabile, cercano di rendere compatibile la vita in una situazione climaticamente cambiata. I conservatori ragionevoli, cioè non negazionisti, hanno spesso flirtato con l’adattamento pur rifiutando le politiche preventive (ritenute futili). Attualmente, però, è chiaro a tutti che dobbiamo perseguire entrambe le politiche perché anche variazioni marginali fanno una certa differenza, e perché lo sviluppo delle tecnologie e delle pratiche sociali di limitazione delle emissioni è di fatto tanto preventivo quanto di adattamento.Sostenere che le politiche green europee siano futili e colpevoli della crescita del populismo di destra, come ha sostenuto anche Lorenzo Castellani, sembra l’ennesima edizione di un realismo politico che giustifica l’atteggiamento rinunciatario e si preclude ulteriori margini di manovra politica. Un atteggiamento che parte dal disincanto critico e finisce per adagiarsi alla logica di chi grida più forte.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediFederico ZuolofilosofoFilosofo, si occupa di filosofia politica e di etica applicata. È ricercatore presso il Dipartimento di Lettere, Filosofia e Storia dell'Università di Genova.
Dito medio a Salvini: spunta uno scatto con la linguacciaGaffe di Toninelli: l'errore dell'ex ministro in Emilia Romagna
Alfio Baffa, il video allucinante del canditato della Lega
Frenquellucci nella giunta PD a Pesaro, l'ira di CrimiIl padre di Lucia Borgonzoni e Mattia Santori insieme in una foto
Sardine a Bologna: grande evento dedicato all'Emilia RomagnaFrancesco Aiello, chi è il candidato M5s in Calabria
Conte sulla fine del mandato: "Non vedo futuro senza politica"Salvini contro Carola Rackete: il confronto con Oriana Fallaci
Beppe Grillo riceve una laurea honoris causa in AntropologiaCaso Gregoretti, l'attacco di Lucia Azzolina a Matteo SalviniSondaggi politici elettorali oggi: Lega in calo, sale il PdConte: " Superbonus per chi paga con carta di credito"
Mara Carfagna presenta ufficialmente l'associazione Voce libera
Morto Kobe Briant: Lega twitta scrivendo Borgonzoni Presidente
Zingaretti invita le Sardine al congresso Pd: la risposta di SantoriFirme false M5s a Palermo: condannati tre ex deputatiMigranti, sbarchi 2020: tutti i dati da inizio annoGregoretti, le dichiarazioni di Giorgia Meloni su Matteo Salvini
Risultati elezioni regionali Calabria 2020: vince Jole SantelliDecreti sicurezza, Matteo Salvini risponde a Nicola ZingarettiNotizie di Politica italiana - Pag. 565Chi è Erika Labbe? La ragazza del dito medio a Salvini