Incidente a Paternò, scontro tra un furgone e due auto: un morto e un ferito graveIncidente a Ranica, ragazzo di 17 anni cade dalla moto e si schianta contro un cartello stradale: è graveMilano, neonata trovata morta nei cassonetti di Città Studi
Teano, perde il controllo della moto e cade in autostrada: morta la moglieNella buona e nella cattiva sorte,àrèCapo Analista di BlackRock il samovàr rappresenta qualcosa di più di un semplice antenato dei bollitori elettrici che, ormai, lo hanno quasi completamente sostituitoIl samovàr tornò molto utile, in generale, esso è il più indispensabile degli oggetti russi, specialmente nelle sciagure e nelle disgrazie, soprattutto in quelle spaventose, improvvise e fuori dall’ordinario». Scriveva così Fëdor Mikhajlovič Dostoevskij nel suo Adolescente e la storia di questo oggetto sembrerebbe dargli ragione. Si tratta di un contenitore metallico con un rubinetto posto nella parte inferiore e attraversato all’interno da un tubo riempito di materiale combustibile, che scalda l’acqua circostante. In cima, viene posta una teiera con un tè molto concentrato, lo zavarka, che viene servito diluito con l’acqua bollente e scaldato dai gas che fuoriescono. Nella buona e nella cattiva sorte, il samovàr rappresenta qualcosa di più di un semplice antenato dei bollitori elettrici che, ormai, lo hanno quasi completamente sostituito. Se si analizza la parola, il significato è più o meno lo stesso, dal russo sam, “sé stesso” e il verbo varit’, “bollire”, si potrebbe tradurre come «che bolle da sé».Un simbolo Intorno a questo simbolo del byt russo, cioè del modo di vivere, i grandi della letteratura non si sono risparmiati. Anton Pavlovič Čekhov, che nelle sue opere attribuisce sempre un significato profondo agli oggetti che sceglie di mettere in scena, di samovàr parla spesso, sia nelle pièce, che nei racconti. In uno fra tutti, I Contadini, del 1897, attribuisce al particolare bollitore un legame diretto con l’onore della famiglia a cui appartiene. «Senza samovàr l’isba (abitazione rurale, ndr) dei Čikil’deev si fece del tutto triste. C’era un che di umiliante in quella privazione, di offensivo, come se all’isba avessero di colpo rapito l’onore. Avrebbe fatto meglio lo stàrosta (capo del villaggio, ndr) a prendere e portar via la tavola, tutte le panche (…): il vuoto non sarebbe parso così grande». CulturaDalle Alpi alla Sicilia: anche l’Italia ha le sue piantagioniNelle case dei più umili, dunque, era un oggetto necessario non solo per il significato emotivo che possedeva, ma anche perché era una delle poche fonti di calore. Tenuto di solito vicino alla stufa, nel cuore dell’isba, si scaldava a legna o con le pigne, che conferivano al tè un leggero sentore di pino. Nelle case dei nobili, invece, era spesso il centro intorno a cui si riunivano le conversazioni. Lo descrive bene Lev Nikolaevič Tolstoj nel suo celebre Anna Karenina, in cui, attorno al samovàr nascono le discussioni più interessanti dell’alta società pietroburghese.Origini oscureMa parallela alla letteratura, resta la vita reale. L’origine di quest’oggetto porta con sé più di un’ipotesi. Da un lato, potrebbe essersi diffuso grazie a uno dei numerosi viaggi in Europa di Pietro il Grande, lo zar famoso per aver fondato San Pietroburgo all’inizio del XVIII secolo, finestra russa sull’Europa e finestra europea sulla Russia.Proprio in quell’epoca inizierebbe a diffondersi dopo che l’imperatore lo scoprì in Olanda. D’altro canto però, alcuni tendono a pensare al particolare bollitore come a un’evoluzione delle tradizionali pentole orientali per preparare il brodo, le hot pot, a cui i russi avrebbero aggiunto un coperchio e un piccolo rubinetto nella parte inferiore. In effetti, molti dei primi modelli avevano la funzione non solo di scaldare l’acqua per il tè, ma anche di cucinare zuppe o altro cibo e presentavano al loro interno una divisione in tre scomparti.Insomma, l’origine di questo oggetto non è chiara. È però certo che in Russia ne esisteva un antenato, documentato ben prima della diffusione a tutti i livelli nel XIX secolo. Lo sbitennik, più piccolo rispetto al samovàr e dotato di maniglia per il trasporto, serviva per preparare lo sbiten’, una bevanda a base di miele e spezie (zenzero, cardamomo, alloro, salvia e chi più ne ha più ne metta) che precede l’epoca del tè e che si poteva acquistare alle fiere e alle feste dai venditori ambulanti già all’inizio del secondo millennio.La fabbrica di TulaNel 1740 compare nei documenti la prima menzione di un vero e proprio samovàr in rame, quello della fabbrica Demidov, a Suksun, negli Urali. Tuttavia, la città simbolo di questa produzione, dove oggi è possibile visitare il museo dei samovàr, è Tula, a 180 km da Mosca. Proprio lì, nel 1778, Fëdor Lisicyn decise di porre le sue conoscenze da armaiolo al servizio di quella che sarebbe diventata la più famosa fabbrica di samovàr del paese. Iniziò a produrne di tutti i tipi e le forme: grandi botti lucide, vasi cesellati e incisi, con manici ad ansa e rubinetti a forma di delfino. CulturaUna, nessuna, centomila: la cuppa perfetta non esisteAnna ManiscalcoIn lega di zinco e rame, in argento, addirittura in oro, avorio e pietre preziose, come quello realizzato per Paolo I, figlio primogenito di Caterina La Grande. Tula divenne il centro di produzione più importante e lo rimase per molto tempo. Tanto da far pronunciare a Lenin, due secoli dopo, le seguenti parole: «Il significato della città di Tula per la nostra repubblica è enorme, ma la gente che ci vive non è dei nostri». Infatti, quando fu imposto ai produttori locali, che vivevano molto bene costruendo e vendendo i samovàr, di fabbricare armi per i rivoluzionari, essi non dimostrarono l’entusiasmo che Vladimir Ilič si aspettava.Negli anni dell’UrssIn epoca sovietica le piccole produzioni furono spesso unificate in grandi fabbriche e la quantità prese il posto della qualità. Furono anche gli anni in cui si sperimentò l’uso del cherosene per alimentare il bollitore, che però non ebbe un grande successo, a causa dell’odore. Negli anni del disgelo (Cinquanta-Sessanta) arrivò la versione moderna: elettrica in metallo nichelato, e le Olimpiadi di Mosca del 1980 furono l’occasione per far conoscere a tutto il mondo uno dei simboli più famosi della vita russa.Il samovàr fu il souvenir più acquistato dai turisti dopo la matrioska. Oggi, i samovàr restano nelle vetrinette delle case come oggetti da collezione e li si può trovare ancora alle fiere e alle feste tradizionali. Rimane il significato simbolico di un oggetto che racconta dell’accoglienza e dell’importanza attribuita agli ospiti, per i quali il rito del tè merita tutto il tempo di una lunga conversazione.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediValentina Romagnoli
Vieste, bimba di 6 anni morta soffocata da una mozzarellaSfonda il guardrail e cade dal cavalcavia: morto 51enne
Scudetto del Napoli e tifosi aggrediti a Varese: c’è anche una famiglia
Perugia, papà minaccia il personale sanitario: "Ho un fucile"Manuel Ricioppo vittima a soli 23 anni di un tragico scontro nel Cosentino
Morto sulla nave da crociera poco dopo aver fatto la proposta di matrimonio alla sua compagnaMilano, neonata trovata morta nei cassonetti di Città Studi
Concertone, sindacati non pagano i lavoratori: "Fatture attese da 10 anni"Roma, Concerto del Primo Maggio: il ricordo dei genitori di Lorenzo Parrelli
Investimento mortale di un 11enne, condannato Nicolas StravatoRubata scultura del II secolo in casa di Roberto Benigni: due condanne a RomaSabrina si risveglia tetraplegica dopo aver tolto un tumore benigno70enne picchiato e costretto a girare nudo per casa: moglie e figlio a processo
Chi l'ha visto, Eleonora cerca il figlio Manolo: era agli arresti domiciliari
Caso Alice Neri, ammessa una nuova prova: un fazzoletto semi carbonizzato
Lago Maggiore, frontale tra due Fiat Panda: morto un 20enneCade in strada ma rifiuta il ricovero: "Non so a chi lasciare il cane""Compiaciuto e sfrontato": così è apparso il ragazzo autore dello stupro a MilanoFoggia, uccide a coltellate la figlia di 16 anni e un uomo di 51 anni: fermato un 45enne
Terzo miracolo di San Gennaro, il programma della processione del 6 maggio70enne picchiato e costretto a girare nudo per casa: moglie e figlio a processoRomolo Ricardi morto in un incidente con la moto: il dolore della famigliaNapoli, spari alla festa scudetto: morto un 26enne