Caldo non molla l’Italia con notti tropicali e giornate infernali, ma è in arrivo qualche novità: previsioni meteo"Ti è piaciuto?", arriva il misuratore dell'orgasmoOlimpiadi 2024, gli atleti della Corea del Nord scattano un selfie ci colleghi del Sud: Lo scatto storico a Parigi
Mara Venier, un'estate da incubo: operata per la seconda volta, il ricovero in clinica e il messaggio sui socialHa suscitato molte reazioni l’editoriale di Stefano Feltri a difesa degli attivisti di Ultima generazione che hanno imbrattato il Senato per denunciare le scelte del governo e del parlamento in materia di crisi climatica. Pubblichiamo alcune risposte dei lettori,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock con la replica di Stefano Feltri. Se volete intervenire in questo dibattito, scrivete a [email protected] Una operazione riuscita o un inaccettabile sfregio delle istituzioni? Tre attivisti di Ultima generazione sono a processo per l’azione dimostrative del 2 gennaio, quando hanno sporcato di vernice arancione i portoni del Senato (chiuso in quel momento). Dopo l’editoriale di Stefano Feltri a loro difesa, molti lettori hanno reagito per dire la loro. Ecco un paio di interventi, con replica. L’azione degli ambientalisti è ecoterrorismo Marco Mandelli, Anzio Leggo sulla prima pagina di Domani del 3 gennaio 2023, in merito agli attivisti di Ultima generazione che hanno imbrattato il portone del Senato della Repubblica, l’articolo ”In difesa degli attivisti. Hanno ragione loro a sporcare la superficie dell’indifferenza”. Premetto che da più di 20 anni mi interesso di energie rinnovabili, ambiente, rifiuti, anche (per 15 anni) attraverso una impresa individuale denominata Promoambiente. Quindi bene fanno le ultime generazioni ad attirare l’attenzione delle pubbliche opinioni sul tema della catastrofe climatica. Ma non concordo assolutamente sulle modalità. Bloccare il Grande raccordo anulare di Roma produce solo una immane incazzatura da parte degli automobilisti (mi stupisco che qualcuno di loro non abbia ancora menato gli attivisti). Stesso discorso per l’imbrattamento dei quadri famosi nei musei. Peggio mi sento per l’imbrattamento della facciata del Senato. Questo si chiama ecoterrorismo e mi assumo la responsabilità della parola. Vogliono attirare l’attenzione? Allora vadano in cima al Colosseo, in cima alla basilica di San Pietro, in cima al grattacielo più alto di Milano, minacciando di buttarsi di sotto. Fanno sicuramente meno danni e forse attirano di più la pubblica opinione. CommentiUltima generazione e i limiti della disobbedienza civilegianfranco pellegrinofilosofo Il partito ambientalista e l’elettorato consumista Giovanni Licciardi Il direttore Stefano Feltri ha scritto il suo editoriale sull’azione degli attivisti al Senato con una certa retorica dovuta all’inesperienza politica-amministrativa. È chiaro che l’attuale governo avrebbe condannato e approfittato della performance degli attivisti per perseguire meglio la loro agenda. Il direttore nel suo articolo non ha fatto cenno del fatto che la risoluzione parziale del problema ecologico necessita di un drastica riduzione dei consumi, personali e collettivi, cosa che nessun governo al mondo in questo momento ha come obiettivo, perché diminuirebbe il flusso delle entrate fiscali. Un partito ambientalista poi ha senso con un elettorato votato al consumismo? Io da dieci anni anni ho rinunciato ad acquistare quel che non è strettamente necessario e non vado in vacanza, e questo non mi pesa, perché potrei permettermelo, ho il denaro per farlo, ma non voglio alimentare l’economia che ritengo deleteria nel futuro breve e lungo. Ovviamente non possiedo auto e televisore, non utilizzo i social media, e i libri li leggo grazie alla biblioteca pubblica. Faccio male? CommentiClima, hanno ragione gli attivisti che imbrattano il SenatoStefano Feltri Risponde Stefano Feltri: Le lettere di questi due lettori sono indicative di un certo modo di pensare la questione ambientale, che gli attivisti di questa nuova fase, come quelli di Ultima generazione, vogliono cambiare. Parto dal secondo punto: a differenza degli ambientalisti “classici” in Italia e di una certa sinistra, le nuove forme di partecipazione ambientalista non basano il loro messaggio sui consumi individuali e gli stili di vita. Non chiedono o promettono decrescite felici e neppure ritiri dal consumismo in campagna a produrre miele, quelli erano gli hyppy, che poi si sono quasi tutti riconvertiti in fervidi sostenitori della cultura che criticavano. Ultima generazione, i Fridays e gli altri vogliono politiche pubbliche coerenti con l’urgenza delle questioni che sollevano: serve a poco prendere i libri in biblioteca se poi riaprono le centrali a carbone. Vengo al secondo punto: io trovo particolarmente efficaci azioni come quella dell’altro giorno, e lo sono proprio per le reazioni che provocano. Anche chi si indigna, come il nostro lettore, finisce per abbracciare la premessa della protesta: cioè che è inaccettabile restare indifferenti di fronte alla devastazione del mondo che abbiamo ereditato. La differenza è che la “devastazione” degli attivisti è puramente simbolica e lavabile con acqua, mentre la devastazione alla quale acconsentono, con la loro passività, i critici indignati è irreversibile e strutturale. Se merita un processo per direttissima sporcare un portone di un palazzo vuoto, quale giustizia sommaria dovrebbero legittimare le scelte energetiche che i nostri governi continuano a fare? E a quanti anni di galera dovrebbe essere condannato chi ha scelto di legarci per decenni al gas e, in particolare, al gas di Vladimir Putin? Proteste come queste fanno esplodere l’ipocrisia di una società che invoca il cambiamento soltanto quando è puramente cosmetico e non lo tollera quando implica variazioni reali nei rapporti di forza. Le reazioni isteriche alla violenza simbolica degli attivisti mettono soltanto in evidenza la passività di fronte alla violenza reale perpetrata ogni giorno a danni delle più indifese delle vittime, cioè generazioni non ancora nate (ma i danni si avvertono fin d’ora). Nella sfida epocale per fermare la crisi climatica, il ruolo di Ultima generazione non è elaborare politiche o approvarle, ma far percepire l’urgenza della questione. E direi che ci stanno riuscendo. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?Accedi
Vino: tra castelli e saloni, a vendemmia di Prosecco come un ContePorti, approvato il piano 2024-26 dell'Autorità Tirreno Centro Settentrionale
«Al lavoro ho chiesto una sedia a causa della mia disabilità ma il capo ha rifiutato, così mi sono vendicata»
Un'altra rettrice a Milano (e sono 5): Valentina Garavaglia allo IulmQuel vivido incontro sulla via del Golgota
Le fiamme hanno distrutto 800 ettari di bosco nel NuoreseParigi appesa alla Senna: l'acqua sporca per ora impedisce le gare
Paola Perego: «Ho avuto un tumore al rene, ora sto meglio. Non è stato un anno facile»Sei milioni di italiani discutono di risparmio ogni giorno
Parigi 2024, programma oggi 28 luglio: azzurri in gara oggiArisa, estate d'amore con il nuovo fidanzato Walter Ricci: baci e relax sulla spiaggiaNapoli, inaugurata stazione San Pasquale della linea 6 della metropolitana realizzata da WebuildScampia piange i suoi figli. «Lo Spirito soffi sulle vele»
Dalla Rai a Eurosport, tutti i Giochi minuto per minuto
Treno investe operai al lavoro sui binari: cinque morti. E Mattarella accorre
Covid e scuola, boom di visite psichiatriche dopo il lockdown: «Ansia, tentativi di suicidio e disturbi alimentari tra i più giovani»La croce diventata “virale”, il segno di quel che censuriamoTrenta: «Rompere il silenzio, cambiare la legge elettorale»Incendi a Roma, aria irrespirabile ieri e oggi: cosa succede
Alzheimer, Ema blocca farmaco Lecanemab: ecco perchéPunto da una vespa, muore lo chef Pavel Marc: era andato al cimitero a portare i fiori sulla tomba della mammaEstate, da Levissima e Fondo Forestale Italiano il decalogo per rispettare la naturaA Gaza sfollate "con forza" 9 persone su 10, l'allarme dell'Unrwa