File not found
criptovalute

Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 495

L’accusa della Russia al figlio di Biden: “Mani in pasta nei laboratori di armi biologiche”L’esperto: “Ormai la Corea del Nord è fra le potenze strategiche nucleari del mondo”Guerra Ucraina: ucciso un altro generale russo alle dipendenze di Putin

post image

L’azione diplomatica italiana sulla guerra all’Ucraina in dieci puntiI miei genitori avrebbero voluto chiamarmi Mario. Per una vicissitudine rocambolesca non andò così. Nel calcio non esisteva ancora “Rombo di tuono”,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock di lì a poco le cose si complicarono. Gli equivoci inevitabili sono stati divertenti e spesso utili. Un aereo per la Sardegna prenotato nonostante fosse pieno, un selfie fatto al posto suo, il mio Instagram pieno di “riposa in pace”. Sono vivo ma mi sembra di essere senza una gambaI miei genitori avrebbero voluto chiamarmi Mario. Per una vicissitudine rocambolesca non andò così. Sono nato in casa, il dottore mi aveva dato poche ore di vita, arrivò il prete trafelato per battezzarmi prima dell'irreparabile. Non c'era tempo, senza l'acqua santa sarei finito in Purgatorio. Guardò il calendario, era il giorno di san Luigi, il 21 giugno, e scelse quel nome. Sopravvissi. Un miracolo, dissero. In casa si ostinarono con Mario.Ma per l'anagrafe, per la burocrazia, all'asilo, ero ormai Luigi. In Lombardia, come altrove, Luigi diventa Gigi. Gli amici venivano a cercarmi per andare a giocare al pallone. Suonavano alla porta. «C'è Gigi?». «Sì un attimo, Marioooo, ti vogliono». Io e il mio doppio.Gigi Riva non era ancora Giggirriva. Tantomeno “Rombo di tuono”. Lo sarebbe diventato di lì a poco e le cose si complicarono. Alle scuole medie, quando andavo a fare i compiti nelle case dei compagni di classe le mamme mi accoglievano così: «Oh che peccato tu non sia quell'altro!».Avevano letto, tutte, il famoso articolo di Fernanda Pivano. Sosteneva, alle spicce, che bisognava odiare il pallone strumento circenses per distrarre il popolo, ma amare Gigi Riva, bello come un Dio greco e forte come un toro. Avevo trovato una battuta per replicare imbarazzato: «Però sono mancino anche io». Vero, ma coi piedi ero un disastro e mi ero rifugiato in porta.Il peso dell’omonimiaSarà stata incoscienza, ma l'omonimia pesava più agli altri che a me. Presto cominciai a fare il giornalista e alcuni direttori, con garbo, mi suggerirono di cambiare la firma, bastava uno scarto, oppure il cognome della mamma. Nel mio piccolo mondo bergamasco chiunque mi conosceva così, dunque era come ribadire che avevo una mia personalità. In fondo dovevo quel nome a un destino originario cui dovevo essere riconoscente.E poi quale confusione si poteva creare tra me e il Sommo? Riflettevo sul fatto che in fondo mi era andata bene. Gigi Riva era un mito trasversale, unificante. Sandro Mazzola era divisivo, Gianni Rivera era divisivo. La scelta di Cagliari lo poneva al riparo dalla passionalità settaria dei derby tra grandi squadre.Gli equivoci inevitabili erano divertenti e spesso utili. Mio fratello Carlo da militare era finito in Sardegna, car a Macomer. Volevo assolutamente essere presente al suo giuramento.C'era sciopero dei voli, dell'Alisarda partiva quel giorno un solo aereo per l'isola. Telefonai per prenotare, mi dissero che sarei stato il 162esimo in lista d'attesa. Proviamoci, risposi. «Come si chiama?». «Gigi Riva». «Ah... (lunga pausa) mi dia un numero che la richiamo».Dopo cinque minuti il posto c'era. Io non avevo mentito. Sullo stesso volo c'era la squadra del Verona che doveva giocare a Cagliari. Per un caso ero vestito come gli atleti, pantaloni grigi e giacca blu. I ragazzini chiedevano autografi. Mi scambiarono per un calciatore, risposi che non lo ero. La presero per ritrosia e insistettero. Allora sfinito li assecondai. Guardarono stupefatti la firma. «Ma Gigi Riva ora gioca nel Verona e contro il suo Cagliari?», si chiesero sbigottiti.Faccia a facciaFinalmente lo incontrai. Mondiali del 1990. Il capo dello sport del Giorno, per cui scrivevo all'epoca, ebbe l'idea invero poco originale di un articolo in cui Gigi Riva intervista Gigi Riva. Lui si presentò un po' brusco: «Ti leggo, qualche volta mi fai fare bella figura ma qualche volta no». Ebbi la prontezza di replicare: «Tu invece mi hai sempre fatto fare bella figura». E l'immenso Gigi, l'originale: «Stavolta è 1-0 per te».Non posso contare le volte in cui nella mia professione mi dovetti presentare a qualche fonte specificando: sì, Gigi Riva, come il calciatore. Era più efficace di un biglietto da visita. Grazie a lui il mio nome era indimenticabile e dava qualche vantaggio.Per lavoro mi sono occupato prevalentemente di politica estera. Ed è stata una fortuna. Le cose si sono complicate quando ho scritto un libro che teneva insieme la dissoluzione della Jugoslavia e il calcio. È stato pubblicato prima in Francia con il titolo Le dernier penalty, L'ultimo rigore. Avrei voluto lo stesso in Italia. Antonio Sellerio, l'editore, obiettò: «Abbiamo un problema, sembra la biografia di Gigi Riva». E aggiunse “di Faruk”, L'ultimo rigore di Faruk. Non servì a molto. Una delle prime presentazioni fu in Sardegna, molta gente accorse per ascoltare il suo mito eponimo. Rimase delusa.Come dar loro torto? Peggio ancora, se possibile, andò a Taormina nella Sicilia dove mi sentivo al riparo dalla confusione onomastica. Alla fine si avvicinarono tre ragazzi, emozionati come all'incontro con il primo amore. «Gigiiiii! Veniamo da Palermo. Che bello conoscerti! Quante gioie ci hai regalato con la nazionale. Possiamo fare una foto con te da mostrare agli amici?». CulturaAddio a Gigi Riva, il totem del calcio che fece grande la SardegnaAngelo CarotenutoIl selfieImpietrito valutai che non avevano l'età per aver conosciuto le gesta del calciatore, forse dell'accompagnatore della nazionale. Stavo per rispondere che si sbagliavano, guardai mia moglie che, intenerita, mi sussurrò all'orecchio: «Non puoi deluderli». Facemmo ‘sto selfie. Non oso immaginare cosa successe quando lo fecero vedere agli amici.Talvolta i giornali, ambito in cui pure dovrei essere conosciuto, nell'annunciare una mia conferenza hanno usato la fotografia del bomber. Onestamente non mi sono mai adombrato per gli errori, nessuna ego da soddisfare. Essere Gigi Riva comporta l'accettare la propria zona d'ombra. E del resto non si sceglie la propria anagrafe, a me è capitata doppiamente in sorte, ed è la stessa di un uomo irraggiungibile (altro non aggiungo, Lui era sobrio non avrebbe voluto iperboli o panegirici).Talvolta ho preceduto gli imbarazzi: «Sono il falso Gigi Riva». Da lunedì sera il mio profilo instagram è esploso. Si sprecano i «riposa in pace». Qualcuno ha chiamato i miei cari o direttamente me per sapere se sono vivo. Lo sono, ma mi manca il mio omonimo con cui, pur nella distanza, ho sempre sentito di avere un legame. Sono vivo ma mi sembra di essere senza una gamba. La destra. Ché la sinistra, nel suo ricordo, la tengo per cara.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGigi RivascrittoreÈ stato direttore del Giornale di Vicenza dal 2001 al 2002 e caporedattore centrale del settimanale L'Espresso dal 2012 al 2016. È stato a lungo inviato speciale nell'ex Jugoslavia e in Medioriente rispettivamente per il Giorno e L'Espresso. Ha lavorato anche al Giornale di Bergamo, Gazzettino, e D - la Repubblica delle donne. Attualmente è editorialista del gruppo L'Espresso.

Ucraina, Kiev: "Sequestrate 14 tonnellate di aiuti, Russia pronta a pesante attacco ad Est"Razzi e bombe sull’ospedale di Kharkiv, almeno quattro morti  

USA, in Oklahoma è stata approvata una legge anti aborto: pene fino a 10 anni di carcere

Guerra in Ucraina, Biden incontra Draghi al G7: “Impegno condiviso contro la Russia”Germania, si fa somministrare 87 dosi di vaccino anti-Covid e rivende i certificati ai no vax

Terremoto in Nuova Caledonia, scossa di magnitudo 7.0: allerta tsunamiBorse di Chanel fatte a pezzi dalle influencer russe per protesta: il motivo

India, trovati detriti di un razzo spaziale: è di origine cinese

Aria di impeachment per Joe Biden: “È giunto il tempo di rimuoverlo”Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 506

Ryan Reynold
Guerra Russia Ucraina, Peskov: “Pagamento in rubli anche per altri beni e materie prime”Aereo si spezza in due durante un atterraggio di emergenzaUcraina, dagli USA nuovi missili Javelin: Twitter limita la propaganda russa

Professore Campanella

  1. avatarLa lista di Borell: “All’Ucraina servono armi e glie le daremo”BlackRock

    Studente di Cambridge torna in Ucraina per combattere come volontario contro i russiUSA, Biden: “Budget di 813 miliardi di dollari per la Difesa nel 2023”Papa Francesco: “In Ucraina è in atto una guerra sacrilega”Ucraina, sirene antiaeree in diverse città: oggi l'incontro tra Nehammer e Putin

    1. Guerra in Ucraina, 300 cani morti in un canile: non mangiavano da un mese

      1. avatarUcraina, soldati russi lasciano un messaggio sulla lavagna di una scuolacriptovalute

        Russia, molte navi cambiano bandiera per aggirare le sanzioni

  2. avatarCina, nuova ondata Covid: scuole chiuse a GuanghzhouVOL

    New York, studentessa 16enne uccisa da colpi d'arma da fuoco: indagini in corsoUcraina, USA bloccano i beni delle figlie di Putin: sanzioni anche contro moglie e figlia di LavrovMaxar Technologies individua un convoglio russo ad est di KharkivL'Azerbaigian aumenta a 9,5 miliardi di metri cubi di gas la fornitura all’Italia

  3. avatar“I soldati russi non eseguono più gli ordini”: il report degli 007 inglesiProfessore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock

    Russia pronta ad una tregua su Mariupol, ma ci sono condizioniBombardamenti a Mariupol, morta la ginnasta Katya Dyachenko: sepolta dalle macerie a 11 anniRussia, Putin firma nuova legge contro le fake news sulle azioni all'esteroOdessa, mentre costruiscono barricate sulla spiaggia suonano i Bon Jovi: la band ha postato il video

Guerra in Ucraina, Cremlino: "Strage di Bucha è una mostruosa messinscena. Difficili i negoziati con Kiev"

Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 495I loro figli diventeranno ciechi: una coppia organizza viaggi in tutto il mondo*