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Campobasso, ambulante viene pestato con calci e pugni: 30 giorni di prognosiConservazione e sviluppo: la sfida in via Curtatone. Il futuro del boschetto resta incertoGli attivisti del Comitato “Salviamo gli Alberi di Gallarate” fanno di tutto per bloccare il progetto del Comune. Giorni decisivi L’atmosfera di Gallarate in questo primo lunedì di agosto si è scaldata alle prime luci dell’alba. Alle 5 di mattina,-Guglielmo un folto gruppo di ambientalisti si è riunito nel boschetto di via Curtatone per protestare contro un progetto edilizio proposto dall'amministrazione comunale (leggi qui). L’area verde, che rappresenta l'ultimo grande spazio naturale della zona, è al centro di un acceso dibattito tra chi desidera conservarla e chi sostiene la necessità di nuove infrastrutture. I manifestanti hanno bloccato gli operai della ditta Tagliaferri Forestale, incaricati dal comune per disboscare l’area verde. Un’azione che ha richiesto l’intervento immediato delle forze dell’ordine: polizia locale, polizia dello stato, carabinieri e forestali mentre alle ore 10:30 è arrivato sul luogo il vice questore Luigi Marsico per assicurare un pacifico svolgimento della protesta. All’autorità di pubblica sicurezza si è aggiunta, poco dopo la presenza del sindaco di Gallarate Andrea Cassani. Quest’ultimo dopo più di un’ora di trattative con gli attivisti, ha assicurato loro un colloquio presso gli uffici comunali, qualora i manifestanti avessero abbandonato il presidio. “E’ sempre un dispiacere andare a tagliare delle piante benché abbiamo stanziato delle risorse che sono già nelle disponibilità del Parco del Ticino per andare a ripiantumare altre aree nella città di Gallarate” fa sapere Cassani ai nostri microfoni.La situazione si risolve temporaneamente intorno alle 13 quando una delegazione di manifestanti si reca in comune per dialogare con l’amministrazione ma senza successo a causa di un gruppo di attivisti che hanno deciso di non abbandonare il luogo della protesta proprio per salvaguardare l’area dalle azioni di disboscamento.Le ragioniMa quali sono le ragioni dietro questo sit-in?Il comitato "Salviamo gli Alberi di Gallarate”, alla guida di questa protesta, sostiene che la riqualificazione delle strutture scolastiche esistenti deve avere la precedenza rispetto alla costruzione di nuovi edifici. Intervenire sull'esistente eviterebbe un ulteriore consumo di suolo, scelta cruciale per preservare l'ambiente. Inoltre, il sito proposto per il nuovo campus è ritenuto inadatto per ospitare scuole a causa della sua vicinanza dell’autostrada e della ferrovia, fonti di notevole inquinamento acustico e atmosferico, che potrebbero nuocere alla salute dei bambini.Gli attivisti difendono il boschetto di via Curtatone evidenziando come il luogo sia un ricco ecosistema popolato da farnie, aceri, cedri secolari, abeti e una vasta fauna selvatica. Ad aggravare la scelta del disboscamento, fa notare il comitato, è che l'estate è il periodo di nidificazione per il picchio rosso, un elemento che rende ancora più urgente la protezione di quest'area verde. La richiesta è chiara: ristrutturare le scuole esistenti e valorizzare l'area boschiva come un patrimonio naturale prezioso per la comunità.Il ComuneDall'altro lato della barricata, l'amministrazione comunale difende il progetto di sviluppo, sostenendo che risponde a esigenze concrete della città. Il piano prevede la costruzione di un nuovo campus scolastico che servirebbe due delle aree più densamente popolate di Gallarate, posizionandosi strategicamente tra i quartieri di Cajello e Cascinetta. Questo nuovo edificio sostituirà due scuole primarie e due scuole dell'infanzia esistenti, migliorando così le infrastrutture educative locali e riqualificando un territorio che dagli anni ’80 ad oggi ha sempre fatto discutere per i numerosi casi di degrado sociale e spaccio. Il progetto Grow29, finanziato da fondi europei, non si limita al campus scolastico ma comprende anche uno spazio di coworking e una scuola di avviamento alle attività lavorative e imprenditoriali, puntando a fornire ai giovani le competenze necessarie per affrontare il mercato del lavoro. Infine, un altro elemento chiave del piano è la conclusione dei lavori per la Cittadella dello Sport, di cui fa parte anche il campo di atletica delle Azalee, che arricchirebbe l'offerta sportiva e ricreativa per tutti i cittadini.Giorni decisiviIl sit-in di oggi è solo l'ultima manifestazione di un conflitto più ampio che coinvolge la comunità di Gallarate. Da una parte, c'è il desiderio di modernizzare e riqualificazione del territorio urbano. Dall'altra, la necessità di tutelare il verde e il suo delicato ecosistema boschivo del Parco del Ticino. Il futuro del boschetto di via Curtatone resta incerto, sospeso tra due opposte esigenze: lo sviluppo urbano e la conservazione ambientale. I prossimi giorni saranno decisivi per determinare quale direzione prenderà Gallarate in questo delicato equilibrio tra progresso e natura. Alice Mometti
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