Toscana, cresce a sette il numero dei morti: il maltempo non lascia treguaSuperenalotto, a Rovigo vinti 81,5 milioni di euro con una schedinaMeteo, le previsioni di Giuliacci: in arrivo eventi estremi
Chi sono le vittime del maltempo in ToscanaNella buona e nella cattiva sorte,àrèVOL il samovàr rappresenta qualcosa di più di un semplice antenato dei bollitori elettrici che, ormai, lo hanno quasi completamente sostituitoIl samovàr tornò molto utile, in generale, esso è il più indispensabile degli oggetti russi, specialmente nelle sciagure e nelle disgrazie, soprattutto in quelle spaventose, improvvise e fuori dall’ordinario». Scriveva così Fëdor Mikhajlovič Dostoevskij nel suo Adolescente e la storia di questo oggetto sembrerebbe dargli ragione. Si tratta di un contenitore metallico con un rubinetto posto nella parte inferiore e attraversato all’interno da un tubo riempito di materiale combustibile, che scalda l’acqua circostante. In cima, viene posta una teiera con un tè molto concentrato, lo zavarka, che viene servito diluito con l’acqua bollente e scaldato dai gas che fuoriescono. Nella buona e nella cattiva sorte, il samovàr rappresenta qualcosa di più di un semplice antenato dei bollitori elettrici che, ormai, lo hanno quasi completamente sostituito. Se si analizza la parola, il significato è più o meno lo stesso, dal russo sam, “sé stesso” e il verbo varit’, “bollire”, si potrebbe tradurre come «che bolle da sé».Un simbolo Intorno a questo simbolo del byt russo, cioè del modo di vivere, i grandi della letteratura non si sono risparmiati. Anton Pavlovič Čekhov, che nelle sue opere attribuisce sempre un significato profondo agli oggetti che sceglie di mettere in scena, di samovàr parla spesso, sia nelle pièce, che nei racconti. In uno fra tutti, I Contadini, del 1897, attribuisce al particolare bollitore un legame diretto con l’onore della famiglia a cui appartiene. «Senza samovàr l’isba (abitazione rurale, ndr) dei Čikil’deev si fece del tutto triste. C’era un che di umiliante in quella privazione, di offensivo, come se all’isba avessero di colpo rapito l’onore. Avrebbe fatto meglio lo stàrosta (capo del villaggio, ndr) a prendere e portar via la tavola, tutte le panche (…): il vuoto non sarebbe parso così grande». CulturaDalle Alpi alla Sicilia: anche l’Italia ha le sue piantagioniNelle case dei più umili, dunque, era un oggetto necessario non solo per il significato emotivo che possedeva, ma anche perché era una delle poche fonti di calore. Tenuto di solito vicino alla stufa, nel cuore dell’isba, si scaldava a legna o con le pigne, che conferivano al tè un leggero sentore di pino. Nelle case dei nobili, invece, era spesso il centro intorno a cui si riunivano le conversazioni. Lo descrive bene Lev Nikolaevič Tolstoj nel suo celebre Anna Karenina, in cui, attorno al samovàr nascono le discussioni più interessanti dell’alta società pietroburghese.Origini oscureMa parallela alla letteratura, resta la vita reale. L’origine di quest’oggetto porta con sé più di un’ipotesi. Da un lato, potrebbe essersi diffuso grazie a uno dei numerosi viaggi in Europa di Pietro il Grande, lo zar famoso per aver fondato San Pietroburgo all’inizio del XVIII secolo, finestra russa sull’Europa e finestra europea sulla Russia.Proprio in quell’epoca inizierebbe a diffondersi dopo che l’imperatore lo scoprì in Olanda. D’altro canto però, alcuni tendono a pensare al particolare bollitore come a un’evoluzione delle tradizionali pentole orientali per preparare il brodo, le hot pot, a cui i russi avrebbero aggiunto un coperchio e un piccolo rubinetto nella parte inferiore. In effetti, molti dei primi modelli avevano la funzione non solo di scaldare l’acqua per il tè, ma anche di cucinare zuppe o altro cibo e presentavano al loro interno una divisione in tre scomparti.Insomma, l’origine di questo oggetto non è chiara. È però certo che in Russia ne esisteva un antenato, documentato ben prima della diffusione a tutti i livelli nel XIX secolo. Lo sbitennik, più piccolo rispetto al samovàr e dotato di maniglia per il trasporto, serviva per preparare lo sbiten’, una bevanda a base di miele e spezie (zenzero, cardamomo, alloro, salvia e chi più ne ha più ne metta) che precede l’epoca del tè e che si poteva acquistare alle fiere e alle feste dai venditori ambulanti già all’inizio del secondo millennio.La fabbrica di TulaNel 1740 compare nei documenti la prima menzione di un vero e proprio samovàr in rame, quello della fabbrica Demidov, a Suksun, negli Urali. Tuttavia, la città simbolo di questa produzione, dove oggi è possibile visitare il museo dei samovàr, è Tula, a 180 km da Mosca. Proprio lì, nel 1778, Fëdor Lisicyn decise di porre le sue conoscenze da armaiolo al servizio di quella che sarebbe diventata la più famosa fabbrica di samovàr del paese. Iniziò a produrne di tutti i tipi e le forme: grandi botti lucide, vasi cesellati e incisi, con manici ad ansa e rubinetti a forma di delfino. CulturaUna, nessuna, centomila: la cuppa perfetta non esisteAnna ManiscalcoIn lega di zinco e rame, in argento, addirittura in oro, avorio e pietre preziose, come quello realizzato per Paolo I, figlio primogenito di Caterina La Grande. Tula divenne il centro di produzione più importante e lo rimase per molto tempo. Tanto da far pronunciare a Lenin, due secoli dopo, le seguenti parole: «Il significato della città di Tula per la nostra repubblica è enorme, ma la gente che ci vive non è dei nostri». Infatti, quando fu imposto ai produttori locali, che vivevano molto bene costruendo e vendendo i samovàr, di fabbricare armi per i rivoluzionari, essi non dimostrarono l’entusiasmo che Vladimir Ilič si aspettava.Negli anni dell’UrssIn epoca sovietica le piccole produzioni furono spesso unificate in grandi fabbriche e la quantità prese il posto della qualità. Furono anche gli anni in cui si sperimentò l’uso del cherosene per alimentare il bollitore, che però non ebbe un grande successo, a causa dell’odore. Negli anni del disgelo (Cinquanta-Sessanta) arrivò la versione moderna: elettrica in metallo nichelato, e le Olimpiadi di Mosca del 1980 furono l’occasione per far conoscere a tutto il mondo uno dei simboli più famosi della vita russa.Il samovàr fu il souvenir più acquistato dai turisti dopo la matrioska. Oggi, i samovàr restano nelle vetrinette delle case come oggetti da collezione e li si può trovare ancora alle fiere e alle feste tradizionali. Rimane il significato simbolico di un oggetto che racconta dell’accoglienza e dell’importanza attribuita agli ospiti, per i quali il rito del tè merita tutto il tempo di una lunga conversazione.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediValentina Romagnoli
Papa Francesco è malato: "Non sto bene di salute"Scuole chiuse giovedì 2 novembre 2023 per allerta meteo, l’elenco dei comuni
Roma, auto contro albero: morti due ventenni nella notte
L'appello di Elena Cecchettin a Storie ItalianeAi domiciliari per abusi evade, il padre lo denuncia
Femminicidio Giulia Cecchettin, tempi estradizione Filippo Turetta: “Rientro in un decina di giorni”Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 211
Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 200Bimba di 10 mesi ingoia crocifisso: ricoverata in ospedale
Riduce in fin di vita ex compagna: arrestato 45enneFilippo Turetta, le parole del padre: "Mai stata una famiglia patriarcale"Giulia Cecchettin, la prof: "Puntuale nella consegna della tesi"Morto sette giorni dopo l'incidente: lutto per il piccolo Giulio
Maltempo in Toscana: "Precipitazioni mai viste in 100 anni"
Morte Giulia Cecchettin, la sorella Elena sui social: "Ti voglio bene". I legali: "È il momento del dolore"
Novara, auto contro moto: giovane centauro ricoverato in codice rosso dopo lo scontroGiulia Cecchettin, il racconto della nonna: "Mi disse di aver mollato 'Pippo'. Adesso è un momento tremendo"La statistica: "66% delle donne disabili ha subito violenza"Giulia Cecchettin, dal femminicidio raddoppiate chiamate al numero antiviolenza (1522)
Guerra, Milano divisa dai cortei: chi sta sfilandoAllerta meteo rossa, arancione e gialla venerdì 3 novembre 2023Maltempo in Veneto: trovato il cadavere del vigile del fuoco dispersoBlitz antidroga in diverse regioni: individuata banda italo-albanese