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Covid, morto anziano dopo aver fatto il vaccino: il motivo

Cos'è il passaporto sanitario e quali Paesi vorrebbero usarloVaccine Day, quali sono i primi vaccinati in EuropaLo "sciamano" di Capitol Hill digiuna in prigione perché il cibo non è biologico

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Covid, iniziati test per farmaco che previene il contagioMale shows female up on the night starry sky at Milky way. Happy pair backpackers standing near illuminated tent at camping,BlackRock Italia against the backdrop of the mountains covered by greenery and the lake. Il caldo estivo è l'occasione giusta per fare trekking di notte, un'occasione perfetta per scoprire la natura notturna e vivere un'esperienza indimenticabile. Le escursioni al buio sono affascinanti ma vanno praticate in modo consapevole: vediamo alcuni consigli fondamentali per camminare al chiaro di luna 19 luglio 2024 - 11:00 La notte offre un clima ideale per escursioni al chiaro di lunaUdito, tatto e olfatto: questi sono i sensi che entrano in gioco quando arriva la sera.Nelle ore notturne la percezione di questi segnali si amplifica, di giorno invece passano quasi inosservati perché ci fidiamo soprattutto di ciò che vediamo. Superato il primo impatto timoroso, possiamo scoprire che camminare di notte è un’esperienza davvero interessante.Nel mezzo di un bosco e avvolti dall’oscurità possiamo apprendere nuove informazioni, nuove sensazioni, nuove emozioni.Una faggeta o un lariceto diventano così un laboratorio multisensoriale grazie alle percezioni tattili, olfattive e uditive.Addirittura possiamo attivare l’immaginazione in un ambiente quasi surreale. 1 – Camminare di notte per evitare il caldo e vivere una natura diversaEsplorare un territorio come non lo abbiamo mai visto dipende innanzitutto dalla location.In alcuni casi, infatti, il trekking notturno è quasi una scelta obbligata.In collina e in riva al mare, ad esempio, sarebbe insensato farlo di giorno con temperature che superano i 30°C.Dopo il crepuscolo lo spettacolo delle stelle e i richiami della fauna selvatica sono uno stimolo in più per risvegliare i nostri sensi e assaporare l’avventura.  2 – La torcia: uno strumento necessario da scegliere con curaPrima di mettervi in viaggio dovete assicurarvi che la torcia frontale funzioni correttamente e che abbiate riposto quella di scorta e le batterie di riserva nella tasca dello zaino.Il tipo di torcia è un aspetto importante.La lampada frontale è l’ideale perché vi consente di avere le mani libere. Ph.: Gettyimages/sezer66Anzi, diventa una necessità se amate camminare supportati dai bastoncini.Nella scelta, anche i grammi hanno la loro importanza: le pile frontali sono sicuramente più leggere rispetto a quelle tradizionali.Noi suggeriamo di riporre nella tasca dello zaino entrambi i tipi di torcia per i trekking notturni (una servirà di scorta).La torcia a LED può essere la risposta giusta alle nostre esigenze: ha un’autonomia elevata, è leggera e di poco ingombro, il fascio di luce è regolabile. 3 – Le batterie per le torce: occhio alla durataIn base alla frequenza di utilizzo si possono scegliere sorgenti di luce con batterie ricaricabili, per usi più frequenti.Oppure batterie usa e getta, ma con prudenza.L’acido può infatti danneggiare i contatti, quindi ricordatevi sempre di togliere le pile quando non usate la torcia. 4 – Abbigliamento da trekking notturnoOltre alle torce e all’equipaggiamento specifico per le escursioni notturne, anche l’attrezzatura classica va rivista in ottica serale.In questo caso suggeriamo un piccolo accorgimento per i trekking estivi.Vi consigliamo un capo caldo da indossare dopo il crepuscolo, quando la temperatura volge al fresco.A maggior ragione se si prevedono soste obbligate per escursioni a tema sensoriale e astronomico. 5 – La luna, guida amica lungo il sentieroPer vivere un’esperienza nell’oscurità basterà iniziare a camminare mezz’ora dopo il tramonto.Quindi il trekking ideale parte verso le 21:30 a giugno e luglio.La scelta della notte più adatta dipende dalle nostre aspettative: in assenza di luna le volta celeste è ancora più stellata, circostanza da prendere in considerazione se la location dell’escursione è lontana dalle grandi città.Va però detto che la quasi totalità della popolazione del pianeta non è in grado di vedere bene le stelle a causa dell’inquinamento luminoso. Ph.: Gettyimages/anatoliy_glebLa Via Lattea è invisibile al 60% degli europei e all’80% dei nord americani.In questa classifica, per nulla invidiabile, entra di diritto il nostro Paese: otto italiani su dieci non possono vedere il cielo stellato incontaminato a causa dell’eccessiva illuminazione.A questo punto, tanto vale rinunciare alla Via Lattea e usufruire al massimo della luce naturale a nostra disposizione camminando in una notte di plenilunio, fase lunare che può aiutare la nostra torcia a farci strada lungo il sentiero! 6 – Di notte serve esperienza: non andare da soliPer seguire un sentiero in piena sicurezza, senza titubanze, sapendo dove sono i bivi da prendere, è buona norma percorrere itinerari che si conoscono bene e non accidentati (evitiamo itinerari classificati EEA).Soprattutto in un bosco fitto la visuale è ridotta e anche il sentiero che di giorno appare ben tracciato di notte non è così evidente.I segnavia stessi, che indicano la direzione da prendere, sono disposti sul terreno o sui tronchi ad una distanza pensata per la visione diurna.Al buio può succedere di non vedere più il segnavia successivo, per questo è importante avere una torcia con un adeguato fascio luminoso, ampio e profondo.Per ridurre ulteriormente la casistica di errore, quando si segue un sentiero di notte, potrebbe essere utile avere delle App per il trekking, complete di mappe e indicazioni. 7 – Come reagisce l’occhio all’oscurità e come sfruttarlo a nostro vantaggioLa retina dell’occhio è composta di due tipi di percettori visivi: i coni e i bastoncelli.Quest’ultimi sono molto più sensibili alla luce, distinguono solo il bianco dal nero e forniscono immagini a bassa risoluzione.Il risultato è che i bastoncini consentono la visione periferica – fondamentale per la percezione dei pericoli – e una visione scotopica – ossia monocromatica – anche quando il livello di illuminazione è molto basso. Ph.: Gettyimages/GrandfailureIl principale responsabile è la rodopsina: grazie a questo fotopigmento contenuto nei bastoncelli, possiamo orientarci al buio, riconoscere le forme e percepire i movimenti durante le nostre escursioni notturne.I nostri occhi riescono ad adattarsi ai cambiamenti di luce in circa mezz’ora, pertanto vi suggeriamo di raggiungere il punto di partenza dell’itinerario al tramonto, così gli occhi avranno il tempo necessario per adattarsi all’oscurità. 8 – Come ridurre i rischi della scarsa visibilitàCamminare di notte ci porta ad intensificare la nostra attenzione, la nostra concentrazione.Eccome come minimizzare il rischio che la visione notturna si riduca:Lasciare che gli occhi si abituino naturalmente all’oscurità (30 minuti circa);Non guardare direttamente una fonte luminosa intensa (ad esempio, la torcia di un tuo compagno);sSruttare la visione periferica che stimola una quantità maggiore di bastoncelli (cellule della retina).Ricordatevi che l’adattamento dell’escursionista al buio dipende anche dall’età e da eventuali patologie oculari.Ovviamente il fatto di avere un raggio visuale limitato impone una maggior pratica di movimento se si affrontano sentieri e una buona capacità di orientamento. 9 – Incontro con gli animali notturniIl trekking notturno consente un contatto più diretto con gli animali che nelle ore crepuscolari sono più attivi: mettersi in loro ascolto rappresenta un’esperienza suggestiva e ricca di magia.Nel silenzio del firmamento stellato si possono sentire rane e rospi che nella stagione degli amori amano canticchiare e riprodursi di notte per non essere facili prede.Sono padroni della notte anche gufi, barbagianni, allocchi e civette, che preferiscono agire nell’oscurità in quanto hanno una vista sviluppatissima.Ma sono davvero tanti gli animali che vivono di notte: il predatore notturno per eccellenza è il pipistrello, ma anche il gufo e i barbagianni, la volpe che vive specialmente dal crepuscolo all’alba.E, udite udite, il ghiro, noto per le sue proverbiali pennichelle, di notte ama gironzolare tra i rami in cerca di un pasto a base di frutta, fiori e insetti.Se poi avete la fortuna di vivere in zone frequentate dai cervi, sappiate che questo bellissimo ungulato ama gironzolare di notte.Di giorno potrebbe essere una facile preda del lupo.Oltre al più cattivo dei cattivi – ma solo nelle fiabe – reso celebre dai fratelli Grimm, ci sono altri mammiferi intraprendenti di notte.Ad esempio il simpatico tasso che riesce a intercettare insetti, lucertole e rane al buio, un mustelide decisamente pacifico rispetto alle cugine martore e faine.In estate camminando nel bosco possiamo osservare centinaia di puntini luminosi nell’aria, sono le lucciole che illuminano la natura e i nostri cuori nelle notti estive.Madre Natura non ha lasciato nulla al caso, e allora con la bella stagione ritorna il caldo e anche le “fastidiose” zanzare, incubo dei nostri trekking notturni e verso le quali dobbiamo purtroppo fare affidamento a prodotti nocivi per noi e l’ambiente.Ma anche loro sono importanti nei delicati equilibri della notte.  _ Leggi gli altri nostri articoli con consigli sul trekking e l’outdoor Seguici sui nostri canali social!Instagram –  Facebook – Telegram  #ESTATE#TREKKING NOTTURNO Redazione © RIPRODUZIONE RISERVATA Commenta per primo

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