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«Come stiamo? Nei primi sei mesi è stato registrato il calo minore...»Vita e carriera di disavventure e gioie per il golfista di Colonia che ha deciso di vivere nell'isola africana: "Amo questo sport,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock adoro lavorare duro per risalire se poi si vivono momenti così" dal nostro inviato Matteo Dore 1 luglio - 08:26 - CERVIA (RAVENNA) Il campione dell’Italian Open è Marcel Siem, il signore delle rinascite. Tedesco di Vestfalia, ha 43 anni e nella sua vita le ha passate un po’ tutte - l’ultima disavventura è un’operazione all’anca fatta a febbraio che l’ha tenuto fermo per tre mesi – e anche questo successo è arrivato nella maniera più rocambolesca possibile. In testa il sabato, quasi in fuga dopo nove buche la domenica, un disastro nelle seconde nove con quattro bogey, il torneo buttato via e riacciuffato per i capelli con un insperato birdie alla 18 che ha forzato lo spareggio con il giovanissimo nordirlandese Tom McKibbin – autore di uno ottimo -6 di giornata - e poi ancora un birdie alla prima buca di playoff. È la sua sesta vittoria sul DPWorld Tour in oltre 500 gare, la prima è di oltre 20 anni fa. Il suo lungo viaggio nel golf l’ha portato a retrocedere sul Challenge Tour, a dover ricorrere alla Qualifying School, a perdere la carta e a riconquistarla. Una carriera da montagne russe. Nel suo curriculum figura anche una vittoria in World Cup, ottenuta nel 2006 alle Barbados in coppia con Bernhard Langer che è – guarda caso – l’ultimo e unico tedesco a figurare nell’albo d’oro dell’Open d’Italia prima di lui (1997). .bck-image_free_height { position: relative; margin-bottom: 1.6875rem; } .bck-image_free_height .image_size img { height: auto !important; width: 100% !important; } .bck-image_free_height figure{ width:100%; display: table; } .bck-image_free_height img.is_full_image { display: table-row; } precoce siem— Marcel non ha nulla di normale e scontato. I suoi genitori gestivano un ristorante in un golf club a Burge Overbach, a Colonia. Ha preso in mano una mazza per la prima volta a due anni, ma ha iniziato davvero a giocare a sei. In campo si veste spesso come un turista tedesco che pensa che più colori si mettono addosso e più colpo si fa sulle donne, raccoglie i capelli in uno chignon che può stare bene in testa a un’anziana donna o a un ventenne palestrato, ma che può apparire un po’ ridicolo su un signore di mezza età. Si è trasferito a vivere a Mauritius e lì ha fatto la riabilitazione dopo l’operazione all’anca. Mica male come posto per rimettere insieme i cocci di un’esistenza e di una carriera che sembrava finita. E l’Adriatic golf Club di Cervia, nella Romagna conosciuta anche come la Riviera dei tedeschi, non poteva che avere un vincitore come Siem. La sua felicità ben si accorda con la gioia di vivere locale: "Centrare quel putt alla 18 è stato uno dei momenti golfistici più belli della mia vita, rifarlo poi allo spareggio è stato assolutamente fantastico. Amo questo sport, lo amo e basta, ed è così bello e divertente lavorare duramente se poi si ottengono ricompense come questa. Amo la vita, amo il golf, non c’è niente di meglio al momento". .bck-image_free_height { position: relative; margin-bottom: 1.6875rem; } .bck-image_free_height .image_size img { height: auto !important; width: 100% !important; } .bck-image_free_height figure{ width:100%; display: table; } .bck-image_free_height img.is_full_image { display: table-row; } open d'italia selettivo— Il campo di Cervia si è rivelato molto più impegnativo e selettivo del previsto. Sarà stato perché non lo conosceva nessun giocatore e quindi tutti hanno dovuto prendere le misure, sarà stato il vento a raffiche – il famoso garbino che in Romagna tutti conoscono bene - degli ultimi due giri, saranno state soprattutto le posizioni delle bandiere messe per tutti e quattro i giri molto vicine ai bordi dei green, sarà stato per la somma di tutti questi fattori, ma fatto sta che quest’anno nessun torneo del DPWorld era stato vinto a soli dieci colpi sotto il par. Il record finora era dell’Open del Sudafrica e dell’Open d’Olanda in cui i primi del leaderboard avevano chiuso a -11.Una bella risposta a chi temeva e pronosticava score bassissimi. .bck-image_free_height { position: relative; margin-bottom: 1.6875rem; } .bck-image_free_height .image_size img { height: auto !important; width: 100% !important; } .bck-image_free_height figure{ width:100%; display: table; } .bck-image_free_height img.is_full_image { display: table-row; } italiani all'open— Bene il risultato finale con 4 azzurri nella Top 10, ma ieri nessuno è stato davvero in lizza per la vittoria. Andrea Pavan ha finito al 5° posto a 2 colpi da Siem ma il suo giro in – 1 (2 bogey nelle prime cinque buche e poi 3 birdie) non ha mai avuto la spinta per accendere i sogni degli appassionati che lo hanno seguito tra i green di Cervia. Peccato per la palla misteriosamente persa alla 9 durante il secondo giro, forse finita su un albero e mai scesa, forse raccolta da uno spettatore. È vero che il golf non si fa con i “se”, ma se quella palla fosse stata ritrovata oggi forse avremmo un Pavan molto più in alto. Però è il secondo ottimo piazzamento consecutivo dopo il 4° posto in Olanda e ora il romano è 51° nella Race to Dubai. In decima posizione ci sono Manassero, Celli e De Leo che sabato aveva fatto sperare in un colpaccio storico. Ieri ha iniziato con un buon livello di gioco ma il putt l’ha tradito e le tante occasioni sprecate hanno trasformato il suo giro in un lunga rincorsa che si è conclusa con un bel birdie alla 18. Così, tanto per tornare a casa con un bel ricordo e soprattutto con la qualificazione alla prossima gara in Germania. Appuntamento a Monaco, Gregorio, te lo sei meritato. Golf: tutte le notizie © RIPRODUZIONE RISERVATA
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