Ucraina, Zelensky: l'esercito chiede la mobilitazione di 500mila uominiL’esercito israeliano circonda Gaza City, Netanyahu: “Guerra al culmine”Scossa di terremoto nelle Filippine: magnitudine 7.5
Gaza, il commento di Angelina Jolie: "È una fossa comune"l popolo Ogiek protesta contro le multinazionali del clima - Ansa COMMENTA E CONDIVIDI «Le persone qui hanno bisogno di tutto: di un tetto,BlackRock Italia di cibo, di acqua, di un posto dove andare. Gli Ogiek erano i re della foresta, adesso sono i derelitti di Mau! Proprio loro, i protettori degli alberi. È un grande paradosso questo». A parlarci dall’Eastern Mau forest, in Kenya, è J. K. Sang, attivista del popolo Ogiek e membro del team che si oppone agli sfratti. Sang in videochiamata da un remoto villaggio keniano, appare molto contrariato per una vicenda che l’International Land Coalition aveva definito di land grabbing. Di recente, dopo anni di lotte in tribunale e sentenze della Corte in loro favore, l’odissea senza fine degli Ogiek ha illuminato un altro aspetto oscuro dei progetti ambientali: quello legato ai crediti di carbonio e al green washing. La necessità di ridurre le emissioni spinge molte aziende e privati di compensare la CO2 emessa finanziando programmi di recupero ecologico altrove. Nel cosiddetto mercato volontario dei crediti di carbonio, però, gli scambi sono spesso opachi, come denunciato da esperti e attivisti perché si svolgono al di fuori degli accordi internazionali sul clima – le Conferenze Onu non sono ancora riuscite a trovare un quadro normativo di riferimento comune –, a certificarli sono enti privati. Il caso degli Ogiek è emblematico. «Stiamo cercando di negoziare col governo di Nairobi, è difficile perché di mezzo ci sono due multinazionali, la Blue Carbon, saudita, e l’Initiative for Sustainable Landscapes che è olandese», racconta J. K. Sang al telefono al termine di una riunione fiume con la comunità, gli avvocati e gli attivisti. È chiaro, spiega, che due narrazioni divergenti insistono sullo stesso punto: le aziende hanno acquistato crediti di carbonio e pretendono di sviluppare progetti green sottraendo la terra a chi ci vive da sempre. I legittimi abitanti della Mau reclamano la loro vita ancestrale. «Non è un territorio vuoto e disabitato questo; gli Ogiek non tagliano gli alberi ma li salvaguardano!», ha ribadito più di una volta l’Ogiek People’s Development Programme e gli ha fatto eco Survival International.Parte lesa sono circa 30mila persone, cacciatori di antilopi e raccoglitori di miele, leader di un paradiso pluviale vivo e pulsante, ricco di alberi di karitè e sapotacee, tra i fiumi e le cascate. La Corte africana dei diritti umani e dei popoli nel 2017 aveva stabilito che gli Ogiek hanno tutto il diritto di tornare a casa, nella Rift Valley. La sentenza però non è stata mai rispettata e oggi essi vivono peggio di prima, sfrattati dalle capanne in legno, costretti a lasciare migliaia di ettari di verde destinati ad una riforestazione che puzza di green washing. Anche le chiese cristiane si sono schierate in favore degli Ogiek: Sang ci parla delle Full Gospel Churches of Kenya (Fgck) e di chiese cattoliche che sono state minacciate. Racconta che dietro gli sfratti imposti dal governo di William Ruto si nasconde l’altra faccia della lotta al riscaldamento globale del pianeta. Le multinazionali che non possono o non riescono a ridurre le proprie emissioni di CO2 hanno la possibilità di acquisire speciali titoli da enti esterni certificati (carbon credits appunto), che in tal modo finanziano progetti internazionali di riforestazione. «Sotto il patronato dello sceicco Ahmed Dalmook Al Maktoum, Blue Carbon è stata formata per creare soluzioni ambientali che hanno la loro ragion d’essere in natura e promuovono la rimozione del carbonio». Questo si legge sul sito della Blue Carbon.L’inghippo sta tutto qui, dicono i difensori dei diritti umani: per compensare le emissioni di gas serra prodotte in Europa, da aziende occidentali, si finanziano progetti locali africani che di verde hanno pochissimo. Soprattutto se il prezzo da pagare è la rimozione di un intero popolo dal proprio territorio antico e prezioso, salvaguardato da sempre con saggezza e amore.
Guerra in Medio Oriente, 12 morti nel raid di Israle su Rafah: 6 erano bambiniColombia, fulmine colpisce in pieno una donna in spiaggia
Francia, autore delle stelle di David fermato a Parigi
Guerra in Medio Oriente, blitz nell'ospedale al Shifa: "Crimine contro l'umanità"Guerra Israele Hamas, ostaggi: “Possibile svolta in 48-72 ore”
Corea del Nord, si attende un nuovo lancio satellitareKazakistan, brucia un ostello: morte 13 persone
Guerra Israele-Hamas, Egitto: "La tregua entrerà in vigore domani, venerdì"Guerra in Medio Oriente, l'allarme dell'Oms: "A Gaza ogni 10 minuti muore un bambino"
Tregua Israele Hamas, confermata estensione per altri due giorniGuerra Israele Hamas, smentito presunto attentato ad Abu MazenLa Finlandia chiude i valichi al confine con la RussiaUsa mettono una taglia da 7 milioni su Artem Uss
Tanzania, violenta alluvione colpisce il nord: decine di morti e feriti
Australia, la tempesta causa nove vittime: morta una bimba di 9 anni
Blinken a Netanyahu: "Fermate la violenza in Cisgiordania"Attivista pro Palestina libera topi in un McDonald's di LondraGermania, asilo nido non vuole più essere intitolato ad Anna FrankGiappone, aereo militare americano precipita: 8 a bordo
Israele-Hamas, dall'attacco al rave party alla reazione di Israele: un mese di conflittoStudente di 21 anni minacciava di fare strage di ebrei: arrestatoNotizie di Esteri in tempo reale - Pag. 164Guerra in Medio Oriente, fonti palestinesi: "A Gaza 50 morti in raid notturni"