File not found
Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock

Brasile, il presidente Bolsonaro ricoverato d'urgenza per un'occlusione intestinale

Covid, la cantante Hana Horká è morta: si era contagiata volontariamente per non fare il vaccinoUcraina, Biden annuncia un probabile movimento di truppeMauritius, 20enne partorisce in aereo ed abbandona il neonato

post image

La Russia vuole via da Romania e Bulgaria la Nato che replica: “Non rinunceremo alla difesa reciproca"Madame Yevonde è stata la pioniera del colore. Grazie alla sua camera speciale poteva permettersi di lavorare separatamente le lastre ciano,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock magenta e giallo. Un processo che le consentì di manipolare in molti modi l’immagine, anticipando ciò che viene fatto oggi con le macchine digitali. Diciotto scatti della serie “Goddesses and Others” con 130 ritratti realizzati tra gli anni Cinquanta e Sessanta, sono stati esposti alla Laing Art Gallery di Newcastle Upon Tyne nella mostra “Life and Colour”Medusa ha il volto pallido ma bellissimo. I suoi occhi magnetici bucano l’obiettivo e le labbra color del sangue sono serrate in una smorfia drammatica, quasi d’orrore; un pitone le avvolge il collo, sfiorandole appena le spalle nude, e tra i capelli masse di serpi nere strisciano scomposte. Non ricordano, i suoi tratti, quelli demoniaci delle Medusa dell’arte classica né le misteriose e tragiche rappresentazioni di Caravaggio, Bernini, Rubens o Bocklin: la sua espressione ci rimanda, piuttosto, a quella di un’icona glamour degli anni Novanta, a una top model che qualche maestro della fotografia contemporanea ha voluto ritrarre in tutte le sue più inquiete sfumature.Sono l’intensità vagamente sinistra di quel volto, l’enigmatica eleganza dei lineamenti, la modernità della composizione fotografica e l’uso innovativo del colore a renderla così “famigliare”, così affine al gusto e alla sensibilità di oggi, così corrispondente al nostro immaginario estetico.Con il suo mixage di toni cipria, oro, ottanio ed ebano, questa seducente Regina delle Gorgoni possiede, infatti, un’originalità che ha scavalcato tempi e mode proprio perché originale era la fotografa londinese che quasi 95 anni fa l’ha resa immortale: Yevonde Philone Cumbers Middleton, conosciuta – sebbene mai abbastanza celebrata – nel mondo della fotografia, dell’arte e della pubblicità come Madame Yevonde, la pioniera del colore.È stata lei, la fotografa amata dalle socialites, dalle debuttanti più blasonate degli anni Venti e Trenta e dalle donne più indipendenti dell’epoca a riconoscere nel volto dell’aristocratica estone Madeleine von Samson Himmelstjerna Mayer, con cui giocava spesso a bridge, i tratti della più intrigante Medusa del secolo. La Vivex One-Shot TricolourTra la primavera e l’estate 1935, ispirata da un recente, esclusivo party “consacrato” alle dee e agli dei dell’Olimpo che la brillante cantante Olga Oggie Lynn aveva organizzato all’Hotel Claridges di Londra per sostenere una fondazione benefica, Yevonde aveva avuto l’idea di fotografare nel suo studio di Mayfair oltre una ventina di signore della nobiltà britannica nelle vesti di divinità greche e romane e di altre figure della mitologia classica: ciascuna di loro era stata ritratta come un prezioso tableau vivant fatto di colori esplosivi, di riflessi e iridescenze che animavano tessuti e fondali, di ombre profonde, teatrali, di stravaganze materiche e sfumature che diventavano linfa, tanto per i loro volti quanto per gli oggetti di scena con cui dialogavano.Per creare questo variegato olimpo vagamente surrealista che aveva intitolato “Goddesses and Others” (“Dee e altri”) e presentato al pubblico nel luglio 1935, Madame Yevonde aveva usato una particolare fotocamera: la Vivex One-Shot Tricolour, che le permetteva di esporre simultaneamente tre lastre negative in cellophane cerato a colori – ciano, magenta, giallo per l’intera gamma – e di lavorarle separatamente. L’immagine finale era ottenuta stampando a mano, una sopra l’altra, le tre immagini impresse sulle lastre cromaticamente separate.Questo peculiare processo “sottrattivo”, il Vivex, inventato nel 1929 dal chimico inglese D.A. Spencer, aveva consentito alla fotografa di manipolare in molti modi il colore, anticipando di gran lunga ciò che viene fatto oggi con le fotocamere digitali, di sperimentare effetti originalissimi posizionando i cellophane colorati sopra le luci e l’obiettivo e di contribuire a rivoluzionare il gusto dell’epoca, scardinando lo scetticismo che permeava l’uso del colore nelle fotografie. «Il nostro senso naturale per il colore si è atrofizzato dopo tutti gli anni in cui non si è più usato», ripeteva spesso.Diciotto foto della serie, insieme a più di 130 ritratti realizzati sia a colori (Yevonde aveva continuato ad usare il Tri-colour process per una decina d’anni, finché la guerra non chiuse lo stabilimento di Spencer) che in bianco e nero e, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, stampati al bromuro solarizzato, sono state esposte alla Laing Art Gallery di Newcastle Upon Tyne nella mostra “Life and Colour”, dove è possibile ammirare fino a domani le 25 stampe a colori in carbonio commissionate dalla National Portrait Gallery di Londra all’artista Katayoun Dowlatshahi sui negativi originali in vetro. Supportata dal Fondo per la cultura della Maison Chanel, l’anno scorso, prima di approdare a Newcastle, la mostra ha sorpreso e affascinato il pubblico londinese della National Portrait Gallery, che dell’artista scomparsa nel 1975 a 82 anni raccoglie un discreto numero di opere. Le originiContemporanea del famosissimo fotografo, illustratore e designer inglese Sir Cecil Beaton, Yevonde era nata da una famiglia benestante e cresciuta tra parties e prime teatrali; aveva studiato tra il Belgio e Parigi e per un periodo si era sentita assai vicina alla causa delle Suffragette e alla loro battaglia per il diritto di voto alle donne: a 17 anni però, dopo aver realizzato di non essere interessata ad immolarsi a questa causa e una volta superato un breve periodo di indecisione sul suo dorato futuro, aveva risposto a un annuncio apparso in un quotidiano: «Cercasi assistente in un importante studio fotografico di Londra» scegliendo, a quel punto, di diventare fotografa.L’importante studio era quello, a Mayfair, di Lallie Charles (Martin), la più celebre ritrattista dell’epoca, amatissima dall’alta società britannica. Da lei Yevonde aveva imparato l’arte di costruire la foto in studio in modo glamour, posizionando fiori e arredando in maniera ricercata e accattivante gli ambienti, scegliendo le luci delle lampade e puntando ad evocare emozioni e sensazioni attraverso le pose, gli sguardi e i lussuosi abiti delle modelle.A far decollare la sua carriera era stata la guerra, e soprattutto il periodo che ne era seguito: quando in Europa avevano cominciato a deflagrare le bombe, i ritratti in studio della quasi cinquantenne Lallie avevano smesso di affascinare le donne, ormai completamente conquistate dalle nuove mode che si erano nel frattempo affermate. Alla Belle Epoque si erano sostituite le Avanguardie, con la loro esaltazione della modernità, con i colori saturi e lo spirito rivoluzionario; inoltre, avevano preso sempre più piede i magazine illustrati (“The Sketch”, “The Tatler”, dove spesso Madame Yevonde aveva pubblicato ritratti e foto commerciali) ed erano nati nuovi miti.Ammaliate dallo stile delle stelle del cinema, le donne portavano adesso i capelli corti o a caschetto e le unghie laccate mentre le gonne si erano fatte corte e gli abiti scintillanti: era così che volevano essere ritratte. Nella società si erano anche diffusi nuovi appetiti ed eccitanti tentazioni: nuove tendenze alla sperimentazione, anche sessuale, in netto contrasto con le austerità, la rigidità morale e le repressioni vittoriane.Nel 1921, a 28 anni, Yevonde aveva lasciato lo studio al civico 92 di Victoria Street (aperto nel 1914) per quello, più spazioso, al numero 100; nello stesso anno era intervenuta al congresso dell’associazione dei fotografi professionisti con una relazione sulla «ritrattistica fotografica dal punto di vista della donna». Era la prima volta, nella storia dell’associazione, che una fotografa aveva pronunciato un discorso pubblico.Nel 1933, al termine della sua mostra “Photographs by Yevonde”, la prima di ritratti a colori in Gran Bretagna, aveva traslocato nello studio di Mayfair dove, tra il 1935 e 1938, aveva realizzato la serie delle Dee insieme a un ampio numero di ritratti fotografici, compreso quello di George Bernard Shaw, dei due giovanissimi nipoti del politico nigeriano Muhammadu Dikko e il suo, con abito rosso e la Vivex One-Shot camera su fondo blu.Amante delle provocazioni, anticipatrice di stili poi ripresi e rielaborati da artisti come Pierre et Gilles, Anton Corbjn, David LaChapelle, Miles Aldridge, per lei contava «essere originale o morire»: era questo il motto con cui aveva vissuto la propria vita e la propria arte, intrecciando con sapienza l’una con l’altra, come ricorda la stessa Madame nell’autoritratto che chiude la mostra. «Questa non è stata la storia della vita di una donna ma la storia di una fotografa che si dà il caso sia una donna».© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediMonica Zornetta

Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 577Covid, il CEO di Moderna: "Quarta dose di vaccino necessaria nell'autunno 2022"

Migranti, nuovo naufragio oggi tra Marocco e Canarie: 43 morti

Millie, il jack russell che rischiava di annegare salvata grazie a una salsiccia e un droneCosa sta succedendo in Ucraina? Crisi con la Russia, a rischio la fornitura di gas in Europa

Virginia, sparatoria in un campus universitario: morti due agentiArbitra e calciatore si mettono insieme dopo la partita: lei lo aveva espulso

Austria, obbligo vaccinale approvato in Parlamento: “Più persone si vaccinano, meno moriranno di Covid"

Kiribati, primi contagi anche sull'isola: fino ad ora era stata Covid freeFebbre di Lassa, primo morto nel Regno Unito per il virus simile all’Ebola

Ryan Reynold
Paolo Moroni ucciso in Olanda, la Farnesina avvisa la famiglia: indagini in corsoLa nuova profezia di Bill Gates: “La prossima pandemia sarà più letale del Covid”Covid, allentamento delle restrizioni in Belgio e Lussemburgo

Campanella

  1. avatarMessico, giornalista in diretta contro i no vax: "Massa di imbecilli, mettetevi quella mascherina"Economista Italiano

    Due poliziotti di 24 e 29 anni uccisi in Germania durante un controllo: killer in fugaPrincipe Carlo positivo al Covid per la seconda volta: ora è in isolamentoMonica stava per morire di covid ma il Viagra l’avrebbe salvataIncendio nel Bronx, esplosione di gas provoca il crollo di una casa: un morto e sette feriti

    1. Ex modello Versace: "A 55 anni sono ancora in forma perché bevo la mia urina"

      1. avatarVitello con tre occhi: venerato in India come la potente divinità ShivaVOL

        Tsunami a Tonga, falegname disabile sopravvissuto perché portato dalle onde su un'altra isola

  2. avatarLascia lavoro da 200mila sterline l'anno per inseguire i suoi sogniETF

    Giappone, Kane Tanaka compie 119 anni: è la donna più anziana al mondoNotizie di Esteri in tempo reale - Pag. 569Tutti i Paesi dove non ci sono più restrizioni Covid: l'elenco completoUsa, tempesta di neve sulla costa Est: allerta per 20 milioni di americani, scuole e aeroporti chiusi

  3. avatarLa visita di Bocelli a Chico Forti in carcere: “Tutta l’Italia ti aspetta”Guglielmo

    Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 579"Le avventure di Dillon": il libro di un bimbo di 8 anni che tutti vogliono leggereUcciso il sequestratore della sinagoga di Colleyville: salvi gli ultimi tre ostaggiCipro, dieci preti ortodossi rifiutano il vaccino: sono stati sospesi

La pandemia finirà quest’anno: il motivo sta nel picco rapido e nella resa veloce

Svizzera, si sperimenta un vaccino sotto forma di cerotto contro il CovidIn Francia la quinta ondata che per il ministro Veran “forse è l’ultima”*