File not found
analisi tecnica

Sentenza ergastolo ostativo, Di Maio: "Rischio di liberare i boss"

Assessore della Lega accusato di razzismo: bufera a BresciaLuigi Di Maio rassicura: "Non temo scissioni"Giuseppe Conte irritato da Renzi e Salvini

post image

Chef Rubio di nuovo contro Salvini: "Non sei credibile"- COMMENTA E CONDIVIDI Il visitatore indossa un casco stereottico,Professore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock si avvicina allo schermo, unisce indice e pollice e questo gesto innesca un puntatore. Clicca su un disco rosso e dopo un breve countdown può fare una domanda nientedimeno che a Platone o - all’altro lato della sala allestita nel rettorato dell’Università “La Sapienza” - a Confucio. La domanda viene inviata a un motore di IA, che eventualmente corregge imperfezioni logico-semantiche (un visitatore ha chiesto a Platone di parlare di “virtues”, virtù, ma la macchina aveva capito “vectors”, vettori). I due avatar in 3D - perché di questo di tratta - si muovono, gesticolano e con la loro voce sintetica (sincronizzata dalla macchina con il movimento delle labbra) rispondono, facendo una sintesi mirata, che attinge al patrimonio delle teorie dei due personaggi storici. Diversamente da ChatGpt, alla quale ci si può rivolgere su tutto, qui è stato infatti isolato un sottosistema inerente alla filosofia dei due autori, che ad esso - grazie a espedienti linguistici - riconducono anche le domande più generiche. Al filosofo greco ci si può rivolgere in italiano e in inglese (la parte contenutistica è stata realizzata in collaborazione con l’Università di Atene), al saggio cinese solo in italiano. L’esempio di realtà virtuale immersiva, che i partecipanti al XXV Congresso mondiale di filosofia di Roma stanno apprezzando, è stato realizzato dall’azienda Engineering per dimostrare la potenzialità di tali tecnologie. Ma non si è trattato solo di “toccare con mano” lo sviluppo delle tecnologie basate sull’IA. La riflessione sul digitale e i suoi rapporti con l’umano ha innervato il Congresso.A un apologo su Confucio si è rifatto anche Pablo López López, docente di filosofia a Valladoilid (Spaagna) nellatavola rotonda “Intelligenza artificiale o artificio intelligente? Un approccio critico al concetto di IA”. Di fronte a una situazione di crisi in Cina, gli fu chiesto quali sarebbero state le migliori leggi e le migliori decisioni politiche o economiche da intraprendere. Egli rispose: “La cosa più importante è chiamare le cose con il loro nome”. «Se non comprendiamo i vocaboli essenziali, siamo intellettualmente morti o quasi. Non importa quali idee intelligenti possiamo avere», ha ricordato lo studioso, proponendo dei termini alternativi quali “intelligenza virtuale”, “intelligenza simulata” o “simulatore di intelligenza”, o “artefatto intelligente”. Nel vivace dibattito che ha caratterizzato la mattinata è stato proposto anche “surrogato di intelligenza”.Names matter, i nomi sono importanti, «i nomi le etichette, le espressioni sono essenziali e non sono neutrali – ha insistito il filosofo iberico –. Non possiamo essere schiavi di mode, del commercio o del modo in cui i social media nominano la realtà. In questo caso non avemmo una nostra visione delle cose. Noi filosofi abbiamo il compiti di non dare nulla per scontato e di essere critici». Non si tratta di un approccio negativo verso la tecnologia che è una realtà importante e utile. Piuttosto, nell’intenzione del relatore, si tratta di svelare le trappole che stanno dietro al concetto di “intelligenza artificiale”. Questo per López López è «confusionario, perché confonde causa ed effetto; acritico e arbitrario, perché ritiene fondato antropomorficamente che la macchina sia un agente autonomo, ma questo è un pio desiderio; non dimostrabile, perché ciò spetterebbe a coloro che lo affermano e, infine, motivato ideologicamente». Da parte di una cultura materialista. Per questo cadrebbe in contraddizione chi non essendo materialista lo usa. Inoltre avrebbe un che di prometeico, trasformando gli ingegneri in «dèi artificiali».Per fondare la sua critica López López ha brevemente definito “intelligenza” e “artificialità”. La prima come «capacità di comprendere la realtà in modo universale e allo stesso tempo socraticamente se stessi in modo introspettivo». Inoltre l’intelligenza presuppone la libertà della mente: «Le macchina non possono essere intelligenti, perché schiave degli ingegneri o delle élite politiche che li controllano». L’artificialità, invece, è semplicemente «una disciplina pratica, sviluppata culturalmente». Dunque un’intelligenza è per forza di cose artificiale, pur avendo una base naturale, ma questo poiché è essenzilemente umana. Ogni intelligenza è fatta di arte, di artificio culturale. «L’umanizzazione delle macchine implica la robotizzazione degli esseri umani. Se capiamo questo ci dobbiamo impegnare nel nominare in modo realistico di ogni nuova tecnologia che può essere usata dal potere per spingere i propri interessi e la propria ideologia», la provocazione lanciata dallo studioso spagnolo., Che, prima di concludere con un frase in latino il suo intervento, ha mostrato come anche una piattaforma di IA condivida la sua opinione sulla migliore appropriatezza dell’espressione “artefatto intelligente”, sebbene «IA sia corrente ormai da decenni». E sia ormai pervasivo in tanti aspetti della vita, tutti trattati in svariati panel, tavole rotonde e plenarie. Dalla giurisprudenza alla medicina, dalla politica, al cambiamento climatico, dal gender gap ai diritti umani. Fino alla religione. Alcune iniziative hanno puntato sui valori umani nella trasizione digitale. Come il progetto di ricerca “DigitHuman”, presentato nei giorni scorsi, che mira a valutare l’impatto sociale del digitale. Mettendo al centro tre dimensioni, indagate dalla porosoettiva degli umani e delle macchine: empatia, autonomia (si pensi ai veicoli autonomi) e vulnerabilità. «Diventeremo invincibili o si creeranno nuove vulnerabilità, come ad esempio essere uccisi a distanza se ha un dispositivo collegato accessibile a internet?», spiega Fiorella Battaglia del Dipartimento di Studi umanistici dell’Università del Salento, a Lecce, coordinatrice del progetto che coinvolge docenti della Federico II di Napoli, dell’Università di Chieti-Pescara e di quella della Basilicata. Alla fine, nello spirito di una ricerca filosofica non fine a se stesa ma che si fa impegno civico, saranno redatte delle linee guida per la transizione digitale, a disposizione della P.A. L’empatia è un concetto che è ambivalente quando si applica al rapprto uomo macchina. Si pensi alle lacrime di un militare di fronte alla perdita di una zampa di un “insetto” sminatore. Militare che poco dopo potrebbe ben aver ordinato un bombardamento di umani senza battere ciglio. Di empatia ha parlato la filosofa morale della Federico II di Napoli, Anna Donise. «È un concetto che può aiutare a comprendere meglio le caratteristiche dell’Ia che possono e devono essere implementate in maniera utile e anche a comprendere meglio come funzioniamo noi. Quando vediamo un robot che ci dicono essere empatico, ma di fatto si limita a cogliere l’interazione di un altro robot, siamo di fronte a qualcosa di diverso dalla nostra capacità empatica». Guardare bene noi stessi ci fa capire che «possiamo anche essere sadici, non necessariamente etici, capaci di simulare, e allo stesso tempo di grandi gesti di altruismo, di grande interesse all’altro e di grande capacitò narrativa». L’empatia ci aiuta, dunque, a comprendere anche i rapporti uomo-macchina. «Il fatto che noi abbiamo empatia per i robot è un dato oggettivo., Si pensi ai cuccioli-robot da curare, ai companion dogs per i malati di demenza. La questione è, dunque, che «si riconoscano ai robot delle capacità, ad esempio nella cura, ma non si tratta di empatia, perché questa non può prescindere dalla dimensione corporea che, almeno allo stato, nell’IA non c’è».Di empatia e di rapporto uomo-macchina-Dio si è parlato nel panel “Robot umanoidi come partner del dialogo interreligioso”. Nella sua comunicazione la studiosa olandese Anna Puzio ha illustrato ciò che fanno alcuni dei 20 “robot religiosi” esistenti. Il tedesco Bless U-2 impartisce benedizioni in varie lingue, Celeste, a forma di angelo, guida alla preghiera e stampa versetti biblici personalizzati. SanTO invece - sviluppato dall’italiano Gabriele Trovato - prende la forma di un santo, aiuta i fedeli a pregare e li accompagna dal punto di vista psicologico. Trovato ha sviluppato il suo robot in Giappone. In oriente, infatti, questi oggetti sono relativamente diffusi. Mindar, sacerdote-robot buddista, conduce della cerimonie nel tempio zen. Mentre il monaco Xi’aner accompagna i visitatori nel tempio, risponde a domande sul buddismo e suona musica buddista. Il suo scopo è promuovere il buddismo in Cina. Infine, in Giappone l’umanoide Pepper è usato nei funerali per motivi economici (costa meno di un sacerdote e diffonde anche la cerimonia funebre su internet a beneficio di chi non ha potuto partecipare). Questi robot religiosi, precisa Puzio, «sono ancora ai primi passi del loro sviluppo e contrariamente ad altri robot, inclusi vari social robots». Più in generale gli oratori hanno discusso di religione e digitale, e di come - ad esempio - la dimensione virtuale si scontri con concetti come presenza eucaristica e comunità, per non parlare della dimensione del mistero. Nel dibattito sono sorti anche scenari futuristici, come la sostituzione del prete con un robot o la domanda sulla possibilità che il robot possa davvero pregare. Ipotesi che molti dei presenti hanno escluso.

Paola Pisano, il primo ministro con il piercingRenzi su Italia Viva: il partito è contro l'aumento delle tasse

Film su Carola Rackete: la prima al Festival dei Popoli di Firenze

Giorgia Meloni, il suo gradimento supera anche quello di SalviniConte starebbe pensando di sostituire la Bellanova con Renzi

Renzi su Italia Viva: il partito è contro l'aumento delle tasseCaso Regeni, l'incontro tra i genitori e Luigi Di Maio

Regionali Umbria: Conte invita la maggioranza alla riflessione

Conte al Copasir: "Non dovevo informare i ministri degli incontri"Virginia Raggi contro Salvini: "Dimettiti tu"

Ryan Reynold
Notizie di Politica italiana - Pag. 625Liliana Segre incontra Matteo Salvini nella sua casa a MilanoDl scuola approvato in Consiglio dei ministri

analisi tecnica

  1. avatarMaria Elena Boschi al Campidoglio: l'obiettivo di RenziProfessore Campanella

    Conte avverte Salvini: "Via chi fa il gradasso"Chef Rubio replica a Salvini: "Ti farò vergognare di esistere"Salvini risponde all'attacco del premier Conte sui fondi russiManovra: Zingaretti contro Renzi

    1. Dritto e rovescio, scontro tra Matteo Salvini e Vauro

      ETF
      1. avatarNuovo presidente del Copasir è il leghista Raffaele Volpiinvestimenti

        Cosa fanno i politici nel tempo libero?

  2. avatarLuciana Lamorgese contro SalviniProfessore Campanella

    Ex Ilva, la promessa di Matteo Salvini: "Daremo il sangue"Notizie di Politica italiana - Pag. 621Taglio dei parlamentari, Di Maio: "Mi aspetto voto trasversale"Giorgia Meloni denuncia gli insulti sul gruppo di sinistra

  3. avatarSalvini-Renzi a Porta a Porta: il retroscena ironico dello scontroCapo Analista di BlackRock

    Dritto e Rovescio: insulti tra Santanchè e madre romIl Premier Conte riferisce alla Camera sul caso FiberRenzi a Conte: "Basta polemiche, lo scontro deve finire""Conte chiami Berlusconi": la profezia di Gianfranco Rotondi

Mozione Segre, Giorgia Meloni spiega le ragioni dell'astensione

Scontro Lega e capo della Polizia: le dichiarazioni di GabrielliRivoluzione Pd, Zingaretti: "Basta deleghe a capo"*