Fragilità e ricchezze di “The Holdovers”, il film di Alexander Payne su quelli che restano indietro - Tiscali NotizieIl licenzioso Prévert e i dilemmi del traduttore, tra calembours e rima baciata di “lazzi”… - Tiscali NotizieReddito di cittadinanza, Conte contro il Governo e la commissione d’inchiesta
“La quercia e i suoi abitanti” di Charbonnier e Seydoux, la natura al cinema come un’avventura epica - Tiscali NotizieCommentando il senso delle proteste dei trattori,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock su questo giornale Walter Siti ha espresso dubbi sull’utilità delle politiche europee. Secondo Siti, sarebbe necessario ammettere il fallimento delle politiche green per concentrarsi su altre questioni su cui la politica ha ancora margine di interventoIl recente articolo di Walter Siti su questo giornale connette la protesta dei trattori ad altre sfide sociali. La tesi implicita è che, in un quadro di cacofonia europea e sanremese, la probabile vittoria politica dei trattori non dovrebbe essere vista soltanto come una vittoria corporativa rispetto all’interesse generale.Secondo Siti, sulla questione climatica la politica europea dovrebbe avere un sussulto di onestà e riconoscere l’impossibilità di limitare l’innalzamento della temperatura media. Ma questa ammissione, secondo Siti, non dovrebbe implicare una rinuncia a incidere su altre questioni sociali (la prossima rivoluzione tecnologica dell’intelligenza artificiale, il governo delle disuguaglianze, ecc.).La conclusione del ragionamento (una sconfitta su un tema seppur importante non deve comportare la rinuncia ad agire politicamente su altri) è in generale corretta. Ma le premesse e gli argomenti sottesi non funzionano e tradiscono un pessimismo solo apparentemente realista.Profezie e fallimentiIn primo luogo, forse è vero che anche implementando le politiche di riduzione delle emissioni sforeremo i 2°C di aumento di temperatura globale, termine oltre il quale, sostiene l’assoluta maggioranza dei climatologi, il cambiamento climatico comporterebbe danni irreversibili e ancora più significativi di quelli che già viviamo.Anche se questo fosse indubbiamente vero, però, si tratterebbe della più classica delle profezie che si autoavverano: si pensa che non sia possibile raggiungere un certo risultato e il pessimismo stesso determina il fallimento di ogni tentativo di ottenere il risultato. Rimestare nella sfiducia, quindi, non è un esercizio di disincanto critico di fronte a un presunto radicalismo ambientalista. È invece un atteggiamento che colposamente affossa l’iniziativa.Inoltre, sebbene attualmente non possiamo conoscere precisamente di quanto si innalzerà la temperatura, sappiamo di certo che c’è molta differenza tra uno sforamento limitato della soglia dei 2°C e uno sforamento significativo. Quindi anche se fossimo destinati a superare la soglia abbiamo ottimi motivi per sforarla di poco invece che di molto.Anche da un punto di vista materiale, la posizione di Siti è argomentativamente problematica, perché isola una questione (le politiche climatiche) che non può essere realmente isolata da molte altre.Così come il peggioramento dei raccolti degli ultimi anni è in molti casi dovuto al cambiamento climatico, altri fenomeni epocali (migrazioni, distribuzione della ricchezza, evoluzione tecnologica) sono connessi alle politiche attuali sul clima. Essere rinunciatari su quest’ultima implica di fatto una rinuncia ad affrontare anche le altre.Infine, c’è un problema di eccessiva generalità di questa idea rinunciataria sulle politiche climatiche.La mitigazione non bastaFino a pochi anni fa, si tendeva a distinguere nettamente tra le politiche preventive – quelle che cercano di limitare l’innalzamento della temperatura – e le politiche di adattamento – quelle che, considerando l’innalzamento inevitabile, cercano di rendere compatibile la vita in una situazione climaticamente cambiata. I conservatori ragionevoli, cioè non negazionisti, hanno spesso flirtato con l’adattamento pur rifiutando le politiche preventive (ritenute futili). Attualmente, però, è chiaro a tutti che dobbiamo perseguire entrambe le politiche perché anche variazioni marginali fanno una certa differenza, e perché lo sviluppo delle tecnologie e delle pratiche sociali di limitazione delle emissioni è di fatto tanto preventivo quanto di adattamento.Sostenere che le politiche green europee siano futili e colpevoli della crescita del populismo di destra, come ha sostenuto anche Lorenzo Castellani, sembra l’ennesima edizione di un realismo politico che giustifica l’atteggiamento rinunciatario e si preclude ulteriori margini di manovra politica. Un atteggiamento che parte dal disincanto critico e finisce per adagiarsi alla logica di chi grida più forte.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediFederico ZuolofilosofoFilosofo, si occupa di filosofia politica e di etica applicata. È ricercatore presso il Dipartimento di Lettere, Filosofia e Storia dell'Università di Genova.
Trofeo Silvio Berlusconi, Marta Fascina riappare in pubblicoSantanchè contro il Reddito di Cittadinanza: "Ha fatto tanto male"
Rimosso il generale Roberto Vannacci
La grammatica di Michela Murgia. “Dare la vita” è una rivoluzione queerAmbiente, parla Luca Zaia: "La battaglia sul clima è di tutti"
Chi è stato Alexej Navalny, l’eroe controverso e senza truppe morto nel gulag siberiano di Putin - Tiscali NotizieDa Vota Antonio a Vota Giorgia: il messaggio “semplice” cela il presente e non spiega il futuro - Tiscali Notizie
“Another End”: uno sci-fi senza mordente di Piero Messina sull’amore e l’insanabile dolore della perdita - Tiscali NotizieIl ministro Crosetto chiarisce sul caso Vannacci: "Non è stato destituito"
Da Gaza al Mar Rosso, dove ci porta la guerra. I miliziani Houthi ammirati perché odiano Israele - Tiscali NotizieSalvami, ieri. Non c'è consolazione per un dolore che non si sa spiegareNotizie di Politica italiana - Pag. 60Sanremo 2024, chi si esibisce nella seconda serata e in che ordine
Da Gaza al Mar Rosso, dove ci porta la guerra. I miliziani Houthi ammirati perché odiano Israele - Tiscali Notizie
La frutta cresce pure in guerra. L’ultimo libro a fumetti di Sonno
Chi è Giovanni Tocci, il campione di tuffi venuto dalla città senza trampoliniAtmosfere anni Cinquanta. Quando a Radio Rai le poesie le leggeva Ungaretti - Tiscali Notizie“Zamora”di Neri Marcorè, compitino lento e prevedibile. Un’opera prima senza guizzi - Tiscali NotizieSantanchè, le parole di Fratoianni: "Dovrebbe dimettersi"
Forza Italia, Antonio Tajani è il nuovo segretario nazionale: inizia il post-Berlusconi100 anni del Luce: da propagandista del regime fascista a “materia della memoria” collettiva - Tiscali NotizieAttacco a Odessa, il commento di Tajani: "Un atto indegno"È morto il papà di Virginia Raggi