Poste, Del Fante: "Modello di business vincente, risultati straordinari"Parigi 2024, Tamberi e Jacobs (ma non solo): atletica azzurra è prontaChef dona l'acqua avanzata sui tavoli del ristorante ai cani randagi: «Ogni settimana ne finiscono 35 litri nel lavandino»
Gb, è corsa a sei nei Tories per la successione a Sunak: chi sonoDue nuove uscite indipendenti e low budget mettono in scena dinamiche magnetiche per lo spettatore. Si tratta di May December di Todd Haynes e di Sopravvissuti dell’esordiente Guillaume RenussonParliamo di coppie. Non di coppie convenzionali,ETF amanti, ex amanti o in procinto di, amici del cuore e varianti. Parliamo di coppie fuori catalogo, collisioni provvisorie, orbite lampo, composti chimici effimeri capaci però di innescare reazioni a catena.Coppie di questa natura sono il solo – ma rilevante – collante di May December di Todd Haynes e di Sopravvissuti (Les Survivants) dell’esordiente Guillaume Renusson. Sono due film indipendenti e low budget. Escono entrambi il 21 marzo, rispettivamente con Lucky Red e con NoMad.Entertainment.May December: la musica è il codice La coppia di May December ha il lustro di due primedonne, Julianne Moore e Natalie Portman, promotrice e coproduttrice. Per inciso il film di Todd Haynes era candidato all’Oscar per la sceneggiatura di Samy Burch. E per bizzarro che sia la chiave del rapporto di coppia (più conflittuale che sentimentale) va ricercata nella colonna sonora.Per chi ha memoria di Messaggero d’amore, mirabolante Joseph Losey del 1971, ritrovare qui la partitura inquietante di Michel Legrand riadattata da Marcelo Zarvos è uno scossone emotivo. A posteriori, il regista ti spiega che quella musica è stata “uno strumento di lavoro”.Haynes la metteva addirittura in sottofondo durante le riprese del film. È il mezzo per dialogare con temi e strategie narrative di autori e stagioni cinematografiche che Haynes si porta nel cuore. Un dialogo qui meno esplicito ma forse più suggestivo di quel tributo a Douglas Sirk che era Lontano dal Paradiso.Non ho bisogno di ricordare il peso della musica nel lavoro del regista di Carol: è il filo rosso che collega il glam rock di Velvet Goldmine, il Bob Dylan moltiplicato per sei di Io non sono qui e il documentario celebrativo The Velvet Underground.È la fonte primaria delle sue emozioni d’autore. Non scorderò mai la sua esplosione di gioia quando Dylan gli diede l’ok per Io non sono qui. Per avventura Todd era in piena corvée di interviste veneziane, il messaggio era appena arrivato ed era il mio turno.Quella musica serve a installare inquietudine, oscura minaccia e suspense nel placido affresco famigliare in quel di Savannah, Georgia, con i festoni di Spanish moss che pendono dalle querce come in Via col vento. Elizabeth Berry (Natalie Portman), attrice da serie tv ansiosa di ruoli epocali, irrompe nell’apparente quiete domestica di Gracie Atherton-Yoo e di suo marito Joe (Charles Melton). Dovrà incarnare Gracie in un film genere true-crime che ricostruisce uno scandalo vecchio di più di un ventennio ma ancora bruciante.L’amore tra Gracie, madre di famiglia 36enne, e un ragazzino di seconda media, con tanto di gravidanza e carcere per la pedofila, è stato una bomba mediatica e una manna per i tabloid, ma era finito anche in prima pagina sul New York Times. Lontani per età come maggio da dicembre (vedi titolo), i due amanti infamous sono sposati, hanno tre figli cresciuti, combattono con una quieta felicità di facciata il perdurante ostracismo sociale. IdeeUna Wonderland gotica e femminista. Povere creature! è un bel dilemma per gli OscarTeresa MarchesiDalle parti di Bergman Francois Duhamel / courtesy of NetflixPer qualche giorno, Elizabeth e Gracie fanno coppia in un gioco ambiguo e quasi feroce di rispecchiamento, un po’ come accade in Persona, il classico di Ingmar Bergman che non a caso è evocato. Il titolo di Bergman derivava dal latino dramatis persona, che indica la maschera dell’attore per interpretare un personaggio.Per Todd Haynes entrambe le donne sono personae: la verità umana che l’attrice vorrebbe spregiudicatamente vampirizzare, da brava seguace del “metodo” (Stanislawskij), è a sua volta una maschera, una rappresentazione. Dice il regista che «uno dei grandi talenti della specie umana è il nostro colossale rifiuto di guardare noi stessi».C’è un equilibrio precario nell’esistenza di Gracie e di Joe – catapultato tredicenne nelle tremende responsabilità degli adulti – che l’invadente sondaggio di Elizabeth incrina pericolosamente. Si raccontano storie per sopravvivere, non solo nell’arte, ma nella vita ordinaria.Questa è poi la vera sostanza narrativa del film. La seduttrice di un tempo governa con pugno di ferro una comunità famigliare manipolata, ma crede ostinatamente nella maschera ingenua che si è fabbricata. «Tu mi hai sedotto», dice al marito-toy, «Chi aveva il potere?».Di fatto Haynes ha fabbricato a tempo di record (23 giorni di riprese) un labirinto di prospettive tra cronaca pulp e pregiudizi, ragioni fragili e morale prismatica dove la musica di Michel Legrand per The Go-between (Messaggero d’amore) ha il ruolo del navigatore Gps.È meta-cinema all’ennesima potenza: ti propone, per orientarti, la dinamica di u n film di sessant’anni fa, coi suoi risvolti sensuali e i suoi lunghi danni da riparare tra le generazioni ferite. È un’ottima occasione per riscoprire “quel” Losey dimenticato. L’operazione è stuzzicante ma fin troppo cervellotica.May December non è il film migliore di un autore che ha fatto di Julianne Moore una delle sue attrici-feticcio, a partire dal lontanissimo Safe. Per chi ama però lambiccarsi con le simbologie, i bruchi di farfalla Monarca allevati da Joe – patetico hobby da infanzia negata – potrebbero fornire un esercizio appetitoso. Personalmente, ho provato a decodificare la metafora senza successo. Ammesso che di metafora si tratti.In fuga sulle Alpi La coppia riunita da Sopravvissuti ( Les Survivants) è di tutt’altra natura. Anche questo è un thriller sui generis, ma di spartano minimalismo, trainato da quel superbo Denis Ménochet, già ammirato in As bestas, e Peter Van Kant, che sta diventando il Jean Gabin dei nostri tempi.Va in scena l’incontro fortuito tra due creature piagate. Samuel è distrutto, nel corpo e nello spirito, dall’incidente d’auto in cui ha perso la moglie. Ha alzato un muro col mondo, rifiuta anche sua figlia. Chehreh (Zar Amir Ebrahimi, premiata a Cannes per il fantastico Holy Spider) è una insegnante in fuga dai alebani di Kabul, quelli che chiudono le scuole e arrestano i docenti sospetti.Nel campo profughi in Grecia l’hanno separata dal marito, chissà se è ancora vivo. Lui, francese, la sorprende nella sua baita in alta montagna, al di qua del confine italiano. Lei non chiede, non supplica, ha rubato una giacca a vento, offre i pochi soldi che ha per pagarla. Samuel, d’istinto, deciderà di aiutarla a passare in Francia attraverso le Alpi. Il film ha il patrocinio di Amnesty International in collaborazione con Emergency e Open Arms. Potrebbe essere una edificante storia di solidarietà come tante, se non fosse per la frenetica camera a spalla di Guillaume Renusson, che ti risucchia, metro dopo metro, in mezzo alla neve e ai dirupi, nell’affanno di quella coppia braccata.E a inseguirli non è la polizia di frontiera. Esistono i cacciatori di uomini, un volontariato civile xenofobo anti-immigranti per proteggere i sacri confini dai passeurs, vigilantes autonominati con tanto di cani addestrati, droni e motoslitte.È caccia all’uomo, violenta e senza quartiere, perché la distopia di The Last of Us, la solitudine post-apocalittica, si può vivere anche qui e oggi. Per il suo primo lungometraggio il giovanissimo Renusson saccheggia i generi, li mette a servizio del messaggio umanitario e fa benone: è un antidoto alla retorica.Ci sono coppie che durano giusto il tempo di raccontare una storia e di fartela vivere. A volte sono le più interessanti. CulturaNel giardino a fianco ad Auschwitz c’era il laboratorio della banalità del maleTeresa Marchesi© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediTeresa MarchesiCritica cinematografica e regista. Ha seguito per 27 anni come inviata speciale i grandi eventi di cinema e musica per il Tg3 Rai. Come regista ha diretto due documentari, Effedià - Sulla mia cattiva strada, su Fabrizio De André, presentato al Festival del Cinema di Roma e al Lincoln Center di New York, premiato con un Nastro d'Argento speciale, e Pivano Blues, su Fernanda Pivano. presentato in selezione ufficiale alla Mostra di Venezia e premiato come miglior film dalla Giuria del Biografilm Festival.
Caterina Balivo: «L'aiuto dei nonni con i figli non basta. Battiamoci per strutture e servizi perché la vita di noi mamme non sia un incubo»Meloni leader più amata dai social, Tajani secondo: lo studio
Kate e William pensano all'educazione dei figli: George non andrà alle scuole medie (anche se ha 11 anni). Che ne sarà di Charlotte
Liguria, David Ermini lascia la Direzione Pd: cosa succedeLibano, raid Israele su Beirut: ucciso comandante di Hezbollah responsabile della strage
Autonomia, raggiunte le 500mila firme per il referendumViaggi e leggende: Msc propone l’itinerario immersivo alla scoperta dall’antico Impero Bizantino
Escherichia coli: sintomi, cura e prevenzione dell'infezione che ha contagiato l'atleta Claire Michel dopo la gara nella Senna«Grattini per 45 minuti al prezzo di 75 euro»: a Roma nasce la prima grattineria d'Italia. Il business delle coccole spopola sui social
Guadagnare viaggiando per il mondo tra hotel, ristoranti di lusso e spa: l'offerta di lavoro dei sogni. Di cosa si trattaStellantis e la vendita di Maserati, cosa ha detto l'aziendaChi è Gregorio Paltrinieri, il fuoriclasse eterno (per chi non lo sapesse)Missili Usa in Germania, Putin minaccia ma Berlino va avanti
Kate e William pensano all'educazione dei figli: George non andrà alle scuole medie (anche se ha 11 anni). Che ne sarà di Charlotte
Cancro, 40-50enni più a rischio per 17 tipi di tumore: ecco quali
Decreto omnibus, da contributo per sfollati Scampia a flat tax più alta per Paperoni: il testoUn anno dopo la Gmg, cos'è rimasto nella vita dei giovani?Voli in ritardo e continui disservizi, cosa sta succedendo? Un’estate di disagi e risarcimentiEmilio Fede ricoverato in Rsa, l'autore del video (che ha scatenato le polemiche): «Non ero in servizio e non l'ho obbligato»
E l'avanguardia venne dal deserto dei tartariTrump e la domanda su Kamala Harris: "E' nera o no?"Antonino Cannavacciuolo, al via il social contest “Impiatto Forte” di Vicolungo The Style Outlets: i tre finalisti si sfideranno davanti allo chefCoppettazione, Martinenghi e Paltrinieri fan della Cupping therapy: ma serve davvero?