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Roma, brucia il campo nomadi di via Candoni, fiamme a rifiuti e moduliLa struttura,trading a breve termine a sei chilometri da L’Aquila, è al centro di un’inchiesta per abusi che coinvolge quattro dei suoi ufficiali. La denuncia di una militare: uno degli indagati l’avrebbe attirata con la scusa degli esami. I dubbi dei pm su possibili altri casi. Il reato di maltrattamenti in famiglia È il fiore all’occhiello della Guardia di finanza e del ministero dell’Interno. Ha più di trent’anni e nel corso del tempo ha ospitato sia chi, dopo il terremoto dell’Aquila del 2009, perse tutto sia il 35esimo vertice del G8 guidato dall’allora premier Silvio Berlusconi, che così aveva voluto valorizzare il territorio aquilano dopo la tragedia del sisma. Lo scorso maggio pure la sottosegretaria per l’Economia e le finanze, Lucia Albano, ha lodato la caserma, elogiandone i «giovani schierati nelle belle uniformi pronti a servire il paese».Durante la cerimonia di giuramento degli allievi marescialli sono passati il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Insieme a loro, tra gli altri, il senatore forzista Maurizio Gasparri. Per tutti un motivo d’“orgoglio” essere lì, presenziare a un momento così importante per l’accademia-modello.Come noto oggi la struttura della guardia di finanza di Coppito, a sei chilometri di distanza dal capoluogo abruzzese, è al centro di un’inchiesta per abusi che coinvolge quattro dei suoi ufficiali.I fatti L’accusa è di violenza sessuale e lesioni per uno solo degli indagati, mentre di maltrattamenti in famiglia per gli altri tre. Tutto è di fatto partito dalla denuncia di un’allieva della scuola per ispettori e sovrintendenti che ha sede all’interno della caserma: uno dei capitani, classe 1991 e origini siciliane, avrebbe invitato a casa la ragazza per parlare di esami e altri aspetti legati ai corsi di studio. Poi l’avrebbe violentata.Quando la procura dell’Aquila ha acquisito il cellulare del presunto aggressore, sarebbe emersa una chat con i colleghi di pari grado: dentro, commenti e frasi fortemente offensive e denigratorie nei confronti delle altre allieve, compresa una classifica sulle stesse ragazze, insieme a foto e video. Per questo motivo anche i telefoni degli altri tre finanzieri sono stati sequestrati.L’ipotesi investigativa – sul caso indaga parallelamente la procura militare di Roma – è che i maltrattamenti possano essere stati compiuti anche nei confronti di altre studentesse, non ancora identificate. E che, ancora, possano profilarsi altre condotte di tipo vessatorio.Silenzio in caserma Forte l’imbarazzo della Guardia di finanza. Come forte è il silenzio in cui la caserma di Coppito, presso la quale solo l’anno scorso oltre mille allievi marescialli hanno giurato fedeltà alla Repubblica italiana davanti al presidente Mattarella, è sprofondata. Nessun commento, nessuna dichiarazione relativa all’inchiesta portata avanti dalle due procure. «Il generale Gabriele Failla (comandante della scuola, ndc) è fuori sede», è la risposta laconica che proviene dalla struttura delle forze dell’ordine.Unico dato certo è che i quattro capitani sono stati destinatari di provvedimenti disciplinari e pertanto trasferiti altrove, lontano dalla ragazza che ha subito denunciato l’abuso di cui sarebbe stata vittima nel mese di maggio. È presto per dire fino a dove arriveranno le indagini appena iniziate. Di certo il clima è teso nella caserma modello intitolata a Vincenzo Giudice, il maresciallo della guardia di finanza ucciso dai tedeschi nel corso della Seconda guerra mondiale.L’immobile della caserma nel 2017 è stato acquisito dall’Inail, dopo che nel 2004 il governo Berlusconi decise di venderlo, insieme ad altri beni pubblici, a un fondo immobiliare privato nell’ambito di un’operazione di cartolarizzazione, suscitando le polemiche di chi denunciò, sempre nel 2009, di come «i lavori di ristrutturazione dovuti all’organizzazione del G8 nonché commissionati dalla Protezione civile portassero un utile ai privati». Una vicenda, dopo il ritorno della caserma nella disponibilità pubblica, dimenticata.Presunti favoritismi In caserma, come si diceva, è invece rimasta l’allieva che ha denunciato i fatti. Profondamente scossa, la ragazza, originaria della Puglia, è difesa dall’avvocato Francesco Vetere del foro di La Spezia.Nei prossimi giorni potrebbe essere nuovamente ascoltata dai magistrati che indagano sulla vicenda. Vicenda spinosa anche per i ruoli di gerarchia che ricoprono le persone coinvolte. Al momento infatti gli investigatori sono al lavoro – è quanto trapela – per capire se i graduati cercassero, in virtù della loro posizione e millantando favoritismi in accademia, attenzioni sessuali.A difendere il capitano contro cui è stato presentato l’esposto in procura sono, più in particolare, i legali Maria Leone e Cesare Placanica. «Preferiamo non entrare nel merito della vicenda», dicono gli avvocati. «Riteniamo che il trasferimento del capitano, nostro assistito, sia comunque utile per uno svolgimento sereno delle indagini».Gli accertamenti delle procure chiariranno, infine, ulteriori aspetti che al momento restano nebulosi. Qualcun altro, oltre ai coinvolti, era a conoscenza delle chat coi commenti spinti e gli apprezzamenti fisici nei confronti delle allieve? Cosa è veramente accaduto nell’accademia di Coppito? Quali i comportamenti tenuti dagli ufficiali della caserma aquilana? Caserma caratterizzata dal particolare contesto lavorativo in cui ci si trova a operare, fatto da relazioni interpersonali quotidiane. È per questo – basti riferirsi al capo di imputazione dei tre capitani (maltrattamenti in famiglia) – che la caserma secondo le più recenti pronunce giurisprudenziali è equiparata a un’istituzione parafamiliare, a un ambiente domestico. Ed è lì che bisogna iniziare a scavare.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediEnrica RieraNata a Cosenza nel 1991, giornalista. Una laurea in giurisprudenza e un diploma all’Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio d’Amico. Un passato da redattore nei giornali locali. Collabora con il servizio cultura de L’Osservatore Romano.
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