File not found
Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock

Elezioni europee, i programmi dei partiti italiani su migranti e accoglienza: il confronto

Bonaccini, con testa e cuore oggi siamo in Abruzzo - Tiscali NotizieRegionali Abruzzo, Tajani: "Sono ottimista sia per Marsilio sia per la lista di Forza Italia" - Tiscali NotizieAbruzzo, nel secondo exit poll Marsilio stacca D'Amico - Tiscali Notizie

post image

Dietro l’incontro tra Meloni e Salvini c’è un accordo in vista delle europee 2024A quasi 30 anni dal massacro da parte dei serbi le istituzioni Ue chiedono misure per superare l’odio interetnico. La Bosnia non ha ancora fatto i conti con il passato. La testimonianza del medico forense: «Mi impressionò la violenza sui corpi»«Dipingere mi ha aiutato molto. È stato catartico,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock anche se tutt’ora faccio incubi di notte. Ho iniziato a dipingere ritratti di famiglia, poi gli orrori dei corpi che ho visto in Bosnia. Ogni persona coinvolta in questo tipo di traumi non riesce a scapparne, dipende tutto da come lo gestisci». Robert McNeil, di origini scozzesi, è stato uno dei primi esperti forensi inviati dalle Nazioni unite nel 1996 a Srebrenica e nei territori dove l’esercito serbo guidato da Ratko Mladić ha fatto mattanza di bosgnacchi nel primo genocidio dall’Olocausto.L’11 luglio del 1995 i soldati serbi guidati da Mladić sono entrati nella città di Srebrenica a maggioranza musulmana per fare razzia di uomini e donne. In totale sono state riconosciute 8.372 vittime e 30mila deportati.«Durante la mia carriera ho visto omicidi, suicidi, gente morta per agenti atmosferici. Ma quello che mi ha impressionato della Bosnia è la crudeltà inflitta alle vittime e i segni delle violenze sessuali sui corpi delle donne», racconta McNeil. Alle sue spalle i raggi solari illuminano il suo ultimo dipinto: un ritratto di famiglia curato nei minimi dettagli poggiato su un cavalletto. Ai suoi piedi una chitarra classica.Dopo la firma degli accordi di Dayton che posero fine alla guerra, è iniziata la raccolta delle prove scientifiche. Esperti forensi sono stati inviati da oltre 32 paesi diversi per dimostrare i crimini commessi dai soldati serbi. «Ho lavorato insieme ad altri specialisti, antropologi, radiografi e membri della polizia per raccogliere prove da consegnare al tribunale internazionale per i crimini commessi nella ex Jugoslavia. Nonostante i corpi fossero molto decomposti, eravamo in grado di capire come erano stati uccisi», racconta Robert McNeil.Nel primo periodo post guerra le tensioni erano ancora all’ordine del giorno. Si combatteva, ancora, in alcune parti della Bosnia orientale. L’incolumità del team forense era a rischio visto che non godevano di grande protezione. Gli uomini del «boia di Srebrenica», così è soprannominato Mladić, sapevano che erano lì per raccogliere prove contro di loro.Per questo motivo i serbi hanno riesumato le fosse primarie – generalmente si trovavano nei pressi di scuole, magazzini e fabbriche – fatto a pezzi i corpi con le ruspe e seppellito i resti a decine di chilometri di distanza. Non solo per occultare prove o infliggere un ulteriore danno morale ai famigliari delle vittime disintegrando un corpo da seppellire, ma anche per farli passare come vittime di guerra.Gran parte delle fosse secondarie o terziarie, infatti, sono state trovate lungo le linee di frontiera della guerra tra l’esercito serbo e quello bosniaco. I resti di una vittima sono stati ritrovati in cinque luoghi diversi, il più lontano a trenta chilometri di distanza.«Ai famigliari è stata data la possibilità di scegliere se sotterrare pezzi di ossa senza aver trovato tutto il corpo», dice McNeil. «Ci sono madri che sono riuscite a sotterrare solo due braccia del proprio figlio. È stato estremamente traumatico». MondoCosì la Serbia vuole riscrivere la storia di Srebrenica all’OnuAlessandra BrigantiLa lunga identificazioneMcNeil e i suoi colleghi non avevano solo il compito di raccogliere prove scientifiche, ma anche di identificare i corpi. Dare a quei volti decomposti un’identità, un processo lungo per niente semplice per la tecnologia a disposizione dell’epoca. «Nel 1996 il riconoscimento tramite esame del Dna era noto ma molto costoso e lento. Avevamo solo un piccolo budget a disposizione. All’inizio le identificazioni positive erano molto poche. I corpi erano decomposti e quindi ci aiutavano con i vestiti delle vittime. Ma non potevamo basarci solo su quel riscontro, anche perché la popolazione era sotto assedio da 3-4 anni. I vestiti dei cadaveri venivano riparati e usati da altre persone», spiega.Molti corpi sono stati riconosciuti grazie agli imam locali che hanno indirizzato il team forense verso le famiglie delle vittime. Questo gli ha permesso di raccogliere il loro campione di Dna e iniziare i test.A quasi trent’anni di distanza, la Bosnia è diventato il paese con uno dei più alti know how in materia di identificazione dei corpi.A Sarajevo e nella città di Tuzla, dove avvenne uno dei massacri più noti della guerra, sono nati due centri diventati tra i più importanti al mondo nel settore. Ancora oggi vengono scoperte nuove fosse comuni, e il processo di riesumazione dei corpi e della loro identificazione è in corso. Tre anni fa sono stati sepolti nel cimitero monumentale di Potočari i resti di 19 vittime ritrovati sparsi in più di 70 fosse comuni.«Oggi ci sono ancora arti immagazzinati in obitori della Bosnia in attesa di trovare altri resti per il loro confronto. Le famiglie vogliono il corpo intero prima di seppellirlo. Ma sono fatti che risalgono a 30 anni fa, e tanti famigliari sono morti senza mai aver avuto questa possibilità». CommentiDa un assedio all’altro, il filo rosso che lega Sarajevo a KievGigi RivascrittoreGaza e Ucraina«Dai video circolati online sulla guerra in Ucraina ho visto persone rimuovere bende o fasce dalle mani legate delle vittime. Lo facevano per ragioni umanitarie, ma così inquinano le prove. Non è utile», dice McNeil, che segue con attenzione cosa accade in Europa. E lo stesso sta accadendo a Gaza, dove la Corte penale internazionale sta indagando per verificare le accuse di crimini di guerra e di genocidio.«Provare un genocidio è il crimine più complicato. Se si arriverà a un processo internazionale, gli avvocati sono in grado di contestare le prove raccolte dal procuratore. Quindi è importantissimo preservare il più possibile le prove, proteggere le fosse comuni fino a quando esperti internazionali non entrano a Gaza per fare il proprio lavoro». Cosa quasi impossibile da fare al momento con la guerra ancora in corso.Nel 2009 McNeil ha smesso di vestire i panni della scientifica ed è andato in pensione. Da allora è ambasciatore di Srebrenica Uk e porta in giro per il mondo la sua esperienza per raccontare cosa è successo in Bosnia a fine anni Novanta.Incontra studenti nelle scuole e anche negli istituti penitenziari. «Una volta, al termine di un evento in carcere mi hanno fermato diversi detenuti. Conoscevano bene le storie che ho raccontato perché avevano prestato servizio militare e alcuni di loro hanno avuto esperienze in Bosnia in quegli anni. Mi chiedo se aver visto certe scene li abbia portati a prendere determinate scelte nella vita, influenzando le loro vite attuali».I pericoli di oggiLe divisioni etniche e culturali non sono state ancora superate, non è ancora portato a compimento quel processo di transizione politica. Tra la popolazione della Bosnia Erzegovina e della Repubblica serba di Bosnia sono ancora molto diffuse. A fine giugno un rapporto della Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza scriveva nero su bianco che in Bosnia è necessario un cambiamento per superare i risentimenti, la diffidenza e l’odio «profondamente radicati che ancora troppo spesso caratterizzano le relazioni interetniche nel paese». Qualche giorno prima un altro organo del Consiglio d’Europa giungeva a conclusioni analoghe.L’anniversario del genocidio di quest’anno avviene dopo uno storico voto delle Nazioni unite. Lo scorso 23 maggio l’Assemblea Onu ha approvato la risoluzione con cui viene riconosciuto l’11 luglio del 1995 come giorno di commemorazione del genocidio di Srebrenica. Il voto è stato osteggiato dalla Repubblica serba della Bosnia e dalla Serbia, dove il dibattito politico è inquinato dal negazionismo.Nonostante 19 voti contrari e 68 astenuti la risoluzione è stata approvata. Non senza critiche.«Sono sicuro che c’è molta politica nel voto dell’Onu. L’alto numero di paesi astenuti lo dimostra. Ho comunque provato un senso di sollievo e penso che valga lo stesso per i famigliari delle vittime», dice McNeil.«Prima della pandemia, durante un viaggio a Srebrenica chiesi ad alcune madri se avrebbero mai perdonato chi ha commesso quei crimini. Una di loro mi rispose: “Come possiamo perdonare se nessuno ci ha mai chiesto scusa”?»© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediYoussef Hassan HolgadoGiornalista di Domani. È laureato in International Studies all’Università di Roma Tre e ha frequentato la Scuola di giornalismo della Fondazione Lelio Basso. Fa parte del Centro di giornalismo permanente e si occupa di Medio Oriente e questioni sociali.

Maternità surrogata, la proposta della Meloni: "Utero in affitto sia reato universale"Via libera della Commissione all’ingresso di Ucraina e Moldavia nell’Ue: «I due Paesi rispettano i requisiti richiesti»

I fondi di coesione Ue facilitano la transizione verde: l’Italia non può sprecarli

“Taranto tra pistole e ciminiere, ieri e oggi”. Il saggio su una saga criminale di Ghizzardi e Guastella - Tiscali NotizieGutiérrez (Efj): «Meloni bersaglia i media liberi. Domani è un simbolo»

Regionali, Fontana "In Abruzzo Marsilio sarà rieletto" - Tiscali NotizieTroppe concessioni a Orbán. Stop dell’Europarlamento al piano Meloni – von der Leyen

Regionali Abruzzo, il candidato Marco Marsilio al voto a Chieti - Tiscali Notizie

L’Italia che vorrei non è quella in cui la Digos ferma chi inneggia all’antifascismoMacron demonizza «gli estremi» e lancia una «federazione» di centristi

Ryan Reynold
Figli coppie gay, Strasburgo boccia i ricorsi ma il ministro Roccella propone una sanatoria per i bimbi nati finoraAbruzzo, Conte: risultato modesto per M5s, lavoreremo con più forza - Tiscali NotizieMarta Fascina prima del fidanzamento con Silvio Berlusconi: la storia della sua ascesa

trading a breve termine

  1. avatarFrancia, si dimette la premier Borne. Il futuro è Attal: ecco la strategia di sopravvivenza di Macroncriptovalute

    Abruzzo, Schlein “Fiduciosi su D’Amico, Marsilio fa solo promesse” - Tiscali NotizieMeloni: "L'effetto Sardegna? Ancora non sappiamo come e' finita" - Tiscali NotizieÈ morto Wolfgang Schäuble, ex ministro delle Finanze tedescoTajani: "Forza Italia punta a superare il 10% alle Europee" - Tiscali Notizie

    1. Il Belvedere di Palazzo Lombardia sarà intitolato a Silvio Berlusconi

      1. avatarFratelli d'Italia chiude in attivo il 2022: il tesoretto ammonta a mezzo milioneProfessore Campanella

        Dettagli e anomalie del testamento di Berlusconi

  2. avatarCaso Salis, la Farnesina sostiene la richiesta dei domiciliari. Le opposizioni: Meloni chiami OrbánCapo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella

    Lula a Roma incontra Mattarella, Schlein, Papa Francesco, Meloni e GualtieriAlluvione in Emilia-Romagna, Meloni e il tavolo permanente in attesa di commissarioAlessio D'Amato dà le dimissioni dall'assemblea PD, i motiviRegionali Abruzzo 2024 - Tiscali Notizie

  3. avatarRegionali Abruzzo, Marsilio: "Mai stato indagato, con chi mi ha calunniato ci vediamo in tribunale" - Tiscali NotizieCapo Analista di BlackRock

    Confronto su idee e criticità, Lnd lancia "Quarto Tempo" - Tiscali NotizieLa storia dell’Einaudi, prima dell’apocalisse dei best sellerVon der Leyen rieletta con 401 voti. Sì dei Verdi, FdI vota controFigliuolo commissario per la ricostruzione dopo l’alluvione in Emilia-Romagna

Dai pacchi bomba al caso Cospito. L’eterna pista anarchica che non porta mai a nulla

Quella sedia vuota a Oslo. Il Nobel per la Pace a Narges Mohammadi senza di lei, in carcere in Iran - Tiscali NotizieIl favoloso mondo di Michel Ocelot, la risposta universale all’animazione Disney*