File not found
criptovalute

Incidenti sulle piste da sci: come è morto il 29enne all'Aprica

Rende, incidente stradale fatale: morto anziano investito da un'autoRimini, papà accusato di abusi sulla figlia: la mamma avrebbe saputoMalore in palestra mentre si allena, morto 54enne

post image

Arrestato l’aggressore della ragazza israeliana accoltellata a Termini il 31 dicembre: era a MilanoQuale che sia l’esito del processo contro l’azienda,ETF ci sono aspetti politici molto rilevanti che riguardano sia il ruolo causale e le responsabilità di Eni e aziende simili nel produrre cambiamento climatico pericoloso, sia l’opportunità di intentare una causa del genere. Si possono veramente tracciare legami fra il comportamento di un’azienda e il cambiamento climatico? Le catene causali che producono cambiamenti pericolosi nel clima sono complesse e non lineariVenerdì 16 febbraio si è tenuta la prima udienza della causa intentata da Re:Common, Greenpeace e altri contro Eni, ministero dell’Economia e delle Finanze e Cassa Depositi e Prestiti – il primo caso italiano di contenzioso climatico diretto, in cui le politiche climatiche sono oggetto del procedimento, come ha già raccontato su queste pagine Ferdinando Cotugno.Re:Common e Greenpeace chiedono che il giudice imponga ad Eni di contribuire di più all’abbattimento delle emissioni, modificando il proprio piano industriale.Ciò perché Eni ha prodotto una parte identificabile delle emissioni globali nel passato. In virtù della sua responsabilità storica, l’azienda avrebbe il dovere di compensare i danni del passato e prevenire possibili danni futuri.È difficile andare nel merito giuridico di tutto questo (e non ne avrei le competenze). Le parti si sono già scambiate varie memorie e perizie (che Re:Common ha deciso di rendere pubbliche).Ma, quale che sia l’esito del processo, ci sono aspetti politici molto rilevanti che riguardano sia il ruolo causale e le responsabilità di Eni e aziende simili nel produrre cambiamento climatico pericoloso, sia l’opportunità di intentare una causa del genere. Si tratta di aspetti che ciascun cittadino e consumatore dovrebbe conoscere e su cui dovrebbe riflettere.Si possono veramente tracciare legami fra il comportamento di un’azienda e il cambiamento climatico? Le catene causali che producono cambiamenti pericolosi nel clima sono complesse e non lineari.Questione di sistemaNessuno da solo, neanche un’azienda così grande, può essere la causa unica del cambiamento climatico. Gli effetti sul clima sono prodotti dallo stile di vita che milioni di persone hanno adottato negli ultimi due secoli.Non basta una sola azienda: ci vuole un intero sistema economico. Peraltro, le aziende vendono un prodotto, ma sono i loro consumatori a farne uso.La maggior parte di emissioni non derivano dall’estrazione o dal trasporto del petrolio o del gas, ma dal fatto che tutti noi usiamo i combustibili fossili. Siamo anche, e soprattutto noi, responsabili delle emissioni che produciamo grazie ai combustibili forniti da Eni e altre aziende simili.Quest’argomentazione è molto potente. Ma può avere esiti inaspettati e rovesciarsi nel suo opposto. Immaginate di trovarvi in riva a un fiume, con tanti altri, e di buttare nell’acqua una goccia di un liquido perfettamente innocuo.Un certo numero di gocce del liquido, però, compongono una mistura velenosa. Più giù, un incauto escursionista assetato beve e muore avvelenato. Di chi è la colpa? Di tutti? Di nessuno? Nessuna singola goccia era velenosa, ma un certo numero di gocce lo sono state.Tutti noi potremmo dire: «Se tutti gli altri non avessero versato la loro goccia, non sarebbe successo nulla, anche se l’avessi fatto io». E, naturalmente, chi ci ha venduto il liquido non è responsabile dell’uso che ne abbiamo fatto. Eppure, non sarebbe assurdo sentirsi in colpa, per lui e per noi.E sarebbe oltraggioso scuotere le spalle di fronte ai parenti del defunto. Allo stesso modo, possono le aziende che producono combustibili fossili trincerarsi dietro ragionamenti del genere?Davvero contribuire a un pericolo, anche se non se ne è l’unica causa, è un fatto privo di valenze politiche e morali? Essere complici non conta nulla?Ma, anche se fosse così, ci possono essere dubbi sull’opportunità della causa. La responsabilità dei produttori di combustibili fossili è politica, non giuridica.Eni e le altre aziende che producono combustibili fossili hanno rispettato le leggi e seguito le regole del mercato. Tocca agli Stati cambiarle, imponendo comportamenti diversi.Chiedere a un tribunale di imporre a Eni una modifica del piano industriale lede la libertà di impresa e dà al giudice il compito di decidere le politiche climatiche al posto dei governi e dei legislatori.Ma i giudici non sono rappresentanti dei cittadini, né hanno funzioni politiche. Un processo come questo non tiene conto della separazione dei poteri negli Stati liberali.Ma anche quest’argomentazione è ineccepibile solo a prima vista. Il mercato e la libertà d’impresa non sono fatti naturali. Sono scelte sociali. A un certo punto della storia ci siamo resi conto che il mercato garantiva più benessere ed efficienza di altri sistemi economici.Dove finisce la libertà d’impresaLa libertà d’impresa è giustificata dalle conseguenze benefiche del suo esercizio. Ovvio, e forse naturale, invece, è il diritto di vivere una vita decente in un pianeta ospitale.Se l’esercizio della libertà d’impresa lede questo diritto, allora ci sono ragioni per limitarla. E se la politica non protegge a sufficienza il diritto a un ambiente compatibile con la vita umana, è sensato che i giudici intervengano.I giudici non rappresentano i cittadini, ma le istituzioni giuridiche si fondano sulla priorità di certi diritti e, quando si tratta di farli rispettare, possono supplire alle deficienze della politica.I mercati, inoltre, non sono sfere separate. Sono parte della società e della comunità politica. Le imprese hanno, come altri gruppi collettivi, doveri di cittadinanza.Possono, col loro comportamento, ostacolare o favorire l’evoluzione legislativa che serve a tutelare meglio diritti esistenti. La transizione ecologica è un’impresa collettiva, con costi da dividere fra tutti, per il bene delle generazioni future e del Pianeta.Nel processo s’invoca la responsabilità storica di Eni. Ma ci sono altri principi politici che si possono richiamare. Per esempio, il principio che chi più ha e può più deve contribuire.Chi determina con la propria strategia le condotte dei consumatori e le loro opzioni, influenza le scelte delle altre aziende nel mondo e, talvolta, anche le decisioni politiche non può non assumersi il compito di pensare agli interessi generali e futuri, prima e oltre a quelli dei propri azionisti e dei propri lavoratori.Il contenzioso climatico ha anche e soprattutto un valore simbolico, utile a ricordare tutto questo.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?Accedigianfranco pellegrinofilosofoProfessore associato di filosofia politica alla LUISS Guido Carli. Si occupa di storia dell’etica e filosofia politica contemporanea.

Arriva l'ambulanza per un uomo e scatta la lite fra sanitari e familiariFinisce con l'auto nel fosso: grave incidente a Forlì

Botti di Capodanno, incendio su un balcone nel Salernitano

Schillaci ammette: "Varianti cinesi già in Italia, ma siamo tranquilli"Milano, furto milionario nella villa di una influencer russa

Frana a Luino, caduta di massi da un costone roccioso: evacuate per precauzione 11 famigliePanetti di droga con la faccia di Hitler: arrestato 50enne

Udine, dottoressa aggredita e insultata: quasi strangolata dall'accompagnatore di un paziente

Coppa Italia, Inter-Parma 2-1: nerazzurri ai quarti. Fischi contro Buffon: "Dacci le quote"Ischia: enorme masso cade su un motorino parcheggiato

Ryan Reynold
Giuseppe Remuzzi, la variante aliena: "Attenti ai virus marziani"Riapertura del caso Orlandi, Il commento dell'avvocato e la speranza del fratello PietroNapoli, compra online pastori del presepe ma gli arriva della droga

Campanella

  1. avatarNotizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 629analisi tecnica

    Botti di Capodanno, incendio su un balcone nel SalernitanoPalermo, fa retromarcia con l'auto e investe la moglieLa moglie di Massimo Bossetti: "Lo avrei lasciato se fosse colpevole"Auto si schianta contro un albero: Valentina è morta a 25 anni

      1. avatarEvasione Beccaria, don Rigoldi: "Riporterò indietro i ragazzi"Professore Campanella

        Gioca a nascondino con 4 bambine e le violenta: arrestato 57enne

  2. avatarAddio a Diego Rolando Rosada, ucciso dalla malattia a 21 anniCapo Analista di BlackRock

    Casa Batlló, tour culturale: esperienza immersiva nel mondo di GaudìAlto Adige, uomo e donna gambizzati: il mistero di CapodannoNotizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 619Resta incastrato sotto il quad, salvato in extremis

  3. avatarInvestita da una limousine con la figlia, morta dopo il ricoveroEconomista Italiano

    Si lancia con il parapendio ma precipita: tragedia a NormaParroco vende la chiesa per pagare le bollette: "Chi può si faccia avanti"Milano, uomo arrestato per spaccio di sostanze stupefacenti. Moglie iscritta tra gli indagatiScontro frontale tra un camion e un furgone, ragazzo morto sul colpo

Prostituzione in un centro massaggi: sequestrato un immobile a Trento

L'ultimo saluto al ricercatore Massimiliano BaldassarreNapoli, rubano un'ambulanza e sfondano una vetrina per compiere una razzia*