Covid, 15 positivi dopo aver partecipato al compleanno del gattoJeanne cerca di dimostrare di essere viva ma risulta mortaVincitrice programma di cucina arrestata per aver ucciso la figlia
Sorpresa per Natale, studente arriva in Libano per la famigliaNella causa Murthy,Campanella Surgeon General, et al. contro Missouri, et al. decisa lo scorso 26 giugno 2024, la Corte suprema USA ha affrontato la questione se l’esecutivo statunitense abbia violato il Primo Emendamento della Costituzione americana esercitando pressioni sulle piattaforme di social media perché censurassero dei post ritenuti fonte di disinformazione.I fatti di causa risalgono ai tempi della pandemia quando, per contrastare l’ondata di fake news, i grandi social network selezionavano e bloccavano contenuti immessi dagli utenti, con particolare riferimento a quelli relativi al COVID-19 e alle elezioni del 2020. Da qui, la causa promossa da due Stati e cinque utenti di social che hanno portato in giudizio il governo accusandolo di avere costretto le piattaforme a limitare indebitamente il proprio diritto alla libertà di parola.La Corte, anche se solo a maggioranza, non è entrata nel merito della vicenda e ha evitato di decidere su un tema particolarmente serio, trincerandosi dietro aspetti preliminari che riguardavano l’inesistenza del diritto delle parti a far causa al governo. La maggioranza dei giudici, infatti, ha ritenuto che per poter agire i cittadini avrebbero dovuto dimostrare di correre un pericolo concreto e attuale di non potersi esprimere liberamente per via delle pressioni esercitate dall’esecutivo sui social network interessati. Questa prova, invece, non è stata data e, anzi, dal processo è emerso che le piattaforme spesso rimuovevano contenuti in autonomia e in base ai propri termini contrattuali senza bisogno di cedere alle pressioni governative.Inoltre, continuano i magistrati, non c’è prova che l’intervento degli uffici pubblici abbia causato danni diretti alle parti e, infine, anche se le azioni del governo hanno inizialmente influenzato le scelte censorie delle piattaforme, queste ultime hanno continuato ad applicarle in modo indipendente. Dunque, anche se il governo venisse riconosciuto responsabile, questo non cambierebbe in automatico il modo in cui le piattaforme intervengono sui contenuti generati dagli utenti.In termini puramente formali, questa (non)decisione è —probabilmente— corretta, tuttavia essa è anche la prova provata di quanto il diritto di decidere come debba essere esercitato un diritto risieda sempre di più, da un lato, nelle mani di soggetti privati (Big Tech) e, dall’altro, in quelle del potere esecutivo e non più di quello giudiziario.
Londra, la tragedia a Natale: Sharon cade dal balcone e muoreCovid Austria, il Governo prolunga il lockdown fino al 7 febbraio
Usa, atterraggio di emergenza a Tucson per Boeing 737
Covid, Cuba: registrato un significativo aumento dei contagiLondra, emergenza covid: gli autobus diventano ambulanze
Covid, negazionista rifiutava la mascherina: decedutoNotizie di Esteri in tempo reale - Pag. 752
Tredicenne accoltellato a morte in strada: i colpevoli sono minorenniTerremoto a Creta: scossa di magnitudo 5.0
Argentina, approvata la legge sull'abortoAllevamento degli orrori a pochi chilometri da SeulUSA, Bambina picchiata e annegata nello stagno: è esorcismo?India, allerta influenza aviaria: chiusi zoo e mercati
Terremoto in Argentina: forte scossa di magnitudo 6.4
Insediamento Biden, il video dei tre ex presidenti Usa insieme
Covid, la mail preoccupante da Londra: "Siamo al disastro"Covid, la Cina utilizzerà i tamponi anali: come funzionerannoAllarme bomba nell'impianto che produce il vaccino AstraZenecaNotizie di Esteri in tempo reale - Pag. 762
USA: che cos'è la valigetta nucleare del presidenteCovid-19, dal Regno Unito: la perdita dell'udito è sintomo del virusCovid, coppia muore negli Usa: contagiati da un taglio di capelliCovid, turisti inglesi scappano da resort sciistico