Mentana contro Ricciardi (M5s) per l'intervento alla CameraCassa integrazione, ancora mezzo milione di lavoratori in attesaZaia invita i giovani a mantenere comportamenti responsabili
L'indiscrezione su Giuseppe Conte: "Candidato al Senato"Commentando il senso delle proteste dei trattori,VOL su questo giornale Walter Siti ha espresso dubbi sull’utilità delle politiche europee. Secondo Siti, sarebbe necessario ammettere il fallimento delle politiche green per concentrarsi su altre questioni su cui la politica ha ancora margine di interventoIl recente articolo di Walter Siti su questo giornale connette la protesta dei trattori ad altre sfide sociali. La tesi implicita è che, in un quadro di cacofonia europea e sanremese, la probabile vittoria politica dei trattori non dovrebbe essere vista soltanto come una vittoria corporativa rispetto all’interesse generale.Secondo Siti, sulla questione climatica la politica europea dovrebbe avere un sussulto di onestà e riconoscere l’impossibilità di limitare l’innalzamento della temperatura media. Ma questa ammissione, secondo Siti, non dovrebbe implicare una rinuncia a incidere su altre questioni sociali (la prossima rivoluzione tecnologica dell’intelligenza artificiale, il governo delle disuguaglianze, ecc.).La conclusione del ragionamento (una sconfitta su un tema seppur importante non deve comportare la rinuncia ad agire politicamente su altri) è in generale corretta. Ma le premesse e gli argomenti sottesi non funzionano e tradiscono un pessimismo solo apparentemente realista.Profezie e fallimentiIn primo luogo, forse è vero che anche implementando le politiche di riduzione delle emissioni sforeremo i 2°C di aumento di temperatura globale, termine oltre il quale, sostiene l’assoluta maggioranza dei climatologi, il cambiamento climatico comporterebbe danni irreversibili e ancora più significativi di quelli che già viviamo.Anche se questo fosse indubbiamente vero, però, si tratterebbe della più classica delle profezie che si autoavverano: si pensa che non sia possibile raggiungere un certo risultato e il pessimismo stesso determina il fallimento di ogni tentativo di ottenere il risultato. Rimestare nella sfiducia, quindi, non è un esercizio di disincanto critico di fronte a un presunto radicalismo ambientalista. È invece un atteggiamento che colposamente affossa l’iniziativa.Inoltre, sebbene attualmente non possiamo conoscere precisamente di quanto si innalzerà la temperatura, sappiamo di certo che c’è molta differenza tra uno sforamento limitato della soglia dei 2°C e uno sforamento significativo. Quindi anche se fossimo destinati a superare la soglia abbiamo ottimi motivi per sforarla di poco invece che di molto.Anche da un punto di vista materiale, la posizione di Siti è argomentativamente problematica, perché isola una questione (le politiche climatiche) che non può essere realmente isolata da molte altre.Così come il peggioramento dei raccolti degli ultimi anni è in molti casi dovuto al cambiamento climatico, altri fenomeni epocali (migrazioni, distribuzione della ricchezza, evoluzione tecnologica) sono connessi alle politiche attuali sul clima. Essere rinunciatari su quest’ultima implica di fatto una rinuncia ad affrontare anche le altre.Infine, c’è un problema di eccessiva generalità di questa idea rinunciataria sulle politiche climatiche.La mitigazione non bastaFino a pochi anni fa, si tendeva a distinguere nettamente tra le politiche preventive – quelle che cercano di limitare l’innalzamento della temperatura – e le politiche di adattamento – quelle che, considerando l’innalzamento inevitabile, cercano di rendere compatibile la vita in una situazione climaticamente cambiata. I conservatori ragionevoli, cioè non negazionisti, hanno spesso flirtato con l’adattamento pur rifiutando le politiche preventive (ritenute futili). Attualmente, però, è chiaro a tutti che dobbiamo perseguire entrambe le politiche perché anche variazioni marginali fanno una certa differenza, e perché lo sviluppo delle tecnologie e delle pratiche sociali di limitazione delle emissioni è di fatto tanto preventivo quanto di adattamento.Sostenere che le politiche green europee siano futili e colpevoli della crescita del populismo di destra, come ha sostenuto anche Lorenzo Castellani, sembra l’ennesima edizione di un realismo politico che giustifica l’atteggiamento rinunciatario e si preclude ulteriori margini di manovra politica. Un atteggiamento che parte dal disincanto critico e finisce per adagiarsi alla logica di chi grida più forte.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediFederico ZuolofilosofoFilosofo, si occupa di filosofia politica e di etica applicata. È ricercatore presso il Dipartimento di Lettere, Filosofia e Storia dell'Università di Genova.
Musumeci: "Apriamo a tutti, ma in Sicilia tracceremo i turisti"Coronavirus e scuola, bocciatura possibile nel 2020: chi rischia
Virginia Raggi replica all'ipotesi di Salvini sindaco di Roma
Patrizia Baffi: le dimissioni da presidenza commisione CovidSoros contro Salvini: "Sono preoccupato che l'Italia lasci l'UE"
Inchiesta Report su Fontana, procura apre indagine conoscitivaMatteo Salvini mangia ciliegie mentre Zaia parla del Citrobacter
Coronavirus, la gaffe di Gallera sull'indice di contagio RtM5S: console del Venezuela a Milano smentisce finanziamento
Dalla Campania in Lombardia per curarsi: le parole di GalleraCentrodestra compatto sulla manifestazione del 2 giugnoSalvini e Meloni contro l'app Immuni: "Italiani schedati"Elezioni regionali a luglio: il no della maggioranza
Roberto Gualtieri: "Il bonus autonomi arriva lunedì"
Lombardia, Fontana: "Se aumentano i contagi, nuovo lockdown"
Scontro all'interno del M5s: Beppe Grillo contro Di BattistaConsigliere della Lega di Formigine paragona Conte a HitlerAssistenti civici: per De Luca potranno fare solo esercizi spiritualiTaglio vitalizi, la Commissione del Senato annulla la delibera
Il barbiere di Mattarella lo aspetta a Palermo: non lo vede da 3 mesiSondaggi: la Lega di Salvini è in calo, sale il Pd di ZingarettiSalvini: "Io al governo? Non mi sono mai tirato indietro"Mimmo Lucano, il Consiglio di Stato dà ragione al Modello Riace