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Matteo Duma lascia il Resort Collina d'Oro per puntare sul «Ticino Power»Studio su 46 milioni di persone,Economista Italiano quasi tutti gli adulti inglesi(Fotogramma)01 agosto 2024 | 00.10Redazione AdnkronosLETTURA: 2 minuti.social-icon-cont a.ico-verify { background: transparent;}.arpage .social-share .social-icon-cont a.ico-verify img { width: 116px;height: 32px;padding: 0;margin-right: 10px;} Meno infarti e ictus dopo la vaccinazione anti-Covid. Lo rivela un maxi-studio su quasi 50 milioni di persone, praticamente l'intera popolazione inglese, pubblicato su 'Nature Communications' da scienziati delle università di Cambridge, Bristol ed Edimburgo. "Questa ricerca supporta ulteriormente l'ampio corpus di prove sull'efficacia del programma di vaccinazione Covid-19, che ha dimostrato di fornire protezione contro il Covid grave e ha salvato milioni di vite in tutto il mondo", afferma la co-prima autrice Samantha Ip, ricercatrice dell'ateneo di Cambridge. Il lavoro - realizzato grazie al Data Science Centre della British Heart Foundation (Bhf) presso l'Health Data Research Uk - è stato condotto analizzando in un ambiente sicuro messo a disposizione dal National Health Service dati sanitari anonimizzati di 46 milioni di adulti in Inghilterra, relativi al periodo compreso tra l'8 dicembre 2020 e il 23 gennaio 2022. I data scientist hanno confrontato l'incidenza di malattie cardiovascolari dopo la vaccinazione anti-Covid con l'incidenza delle stesse patologie prima della vaccinazione o senza la vaccinazione, durante i primi 2 anni del programma vaccinale nazionale che entro gennaio 2022 ha permesso di immunizzare con almeno una dose di vaccino oltre il 90% della popolazione, come evidenzia William Whiteley, direttore associato del Bhf Data Science Centre e professore di neurologia ed epidemiologia all'università di Edimburgo. I ricercatori hanno osservato che "l'incidenza di trombosi arteriose, come infarti e ictus, è stata fino al 10% inferiore nelle 13-24 settimane successive alla prima dose di vaccino anti-Covid. Dopo una seconda dose, l'incidenza è stata fino al 27% inferiore con il vaccino AstraZeneca e fino al 20% inferiore con il vaccino Pfizer/BioNTech. L'incidenza di comuni eventi trombotici venosi, principalmente embolia polmonare e trombosi venosa profonda degli arti inferiori, ha seguito un andamento simile". Gli scienziati ricordano che "l'incidenza di malattie cardiovascolari è più alta dopo Covid-19, soprattutto nei casi gravi di malattia. Ciò potrebbe spiegare perché l'incidenza di infarti e ictus è inferiore nelle persone vaccinate rispetto a quelle non vaccinate", anche se "ulteriori spiegazioni - puntualizzano - esulano dallo scopo di questo studio". "Ricerche precedenti - rimarcano gli autori - hanno rilevato che l'incidenza di rare complicazioni cardiovascolari è più alta dopo alcuni vaccini anti-Covid. Ad esempio, sono state segnalate miocarditi e pericarditi successive a vaccini a mRna come il Pfizer/Biotech e trombocitopenia trombotica indotta da vaccino dopo vaccini adenovirali come quello AstraZeneca. Questo studio supporta tali scoperte, ma è importante - precisano i ricercatori - che non abbia identificato nuove condizioni cardiovascolari avverse associate alla vaccinazione contro Covid-19 e offre ulteriori rassicurazioni sul fatto che i benefici della vaccinazione superano i rischi"."Considerato il ruolo critico dei vaccini Covid-19 nel proteggere le persone dal Covid - commenta la ricercatrice dell'università di Bristol Venexia Walker, co-ultimo autore dell'articolo - è importante continuare a studiare i benefici e i rischi associati. La disponibilità di dati sull'intera popolazione ci ha permesso di valutare diverse combinazioni di vaccini anti-Covid e di considerare rare complicazioni cardiovascolari".{ }#_intcss0{ display: none;}#U116873750401j { font-weight: bold;font-style: normal;}#U11687375040uYD { font-weight: bold;font-style: normal;}#U11687375040j6D { font-weight: bold;font-style: normal;}
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