Albania, 4 turisti russi morti asfissiati nella sauna: moglie, marito, figlia e compagnoTre bambini malnutriti trovati in casa con il cadavere del fratello morto da un annoCop26 di Glasgow, i tabloid inglesi: "Il peto di Joe Biden ha sconvolto Camilla. Lungo e rumoroso"
Incidente aereo, muore la star brasiliana della musica Marilia MendoncaCalcioIl Lugano cerca l'impresa a Istanbul: «Non dobbiamo avere paura»I bianconeri del Crus sfideranno il Fenerbahçe nel ritorno del secondo turno preliminare di Champions League©PETER KLAUNZER Massimo Solari30.07.2024 06:00La più dolce. Ma anche la più tremenda. Nessuna sconfitta ha segnato il calcio rossocrociato quanto quella maturata il 16 novembre del 2005 allo stadio Sükrü-Saraçoglu. Turchia-Svizzera,ETF gara di ritorno dello spareggio per l’accesso ai Mondiali. Un match passato alla storia come «la vergogna di Istanbul». Proprio qui, in uno dei calderoni sportivi più asfissianti del pianeta, il Lugano cercherà di regalare un’altra notte indimenticabile al Paese. Dolce, come l’impresa dello scorso ottobre dall’altra parte del Bosforo – contro il Besiktas –, e però si spera meno terribile di un tempo. Premesse e contesto sono differenti. E parecchio. Perché a imporsi 4-3 all’andata è stato il Fenerbahçe e perché la posta in palio, nel secondo turno preliminare di Champions League, è meno esplosiva. Tuttavia, un filo sottile sembra legare i due eventi. Un filo sul quale poggiano, in precario equilibrio, figure, parole e allusioni pronte a intrecciarsi. Forse destinate a farlo per davvero. Un salmo mai sentito«Welcome to the hell». Così, con questo avvertimento spietato, i giocatori della nazionale elvetica vennero accolti all’aeroporto d’Istanbul 19 anni fa. Ieri, è doveroso sottolinearlo, tutto è andato liscio per Bottani e compagni, per altro atterrati sul lato asiatico. Nessuna blacklist, nessuna estenuante attesa imposta con studiato disprezzo dagli addetti dello scalo. A differenza di Alex Frei, all’epoca trattenuto mezz’ora al controllo passaporti, prima di ritrovarsi un cartellone con dedica meschina in zona arrivi, le pratiche si sono svolte senza scossoni e nel massimo rispetto. E anche sul pullman, direzione hotel e poi verso l’uscio di casa degli avversari, i bianconeri non hanno dovuto affrontare pietre, uova e pomodori scagliati con violenza. Bene.Eppure qualcosa accadrà. Per forza. Questa sera. Lo ha richiesto ai tifosi e, di riflesso promesso alla formazione rivale, José Mourinho. «Diamo il giusto benvenuto al Lugano». Ecco. Allo Special One non è andato giù un presunto torto subito a Thun. A suo dire la squadra di Mattia Croci-Torti avrebbe dovuto rinunciare alla ricerca del terzo gol – il gol della speranza ottenuto all’ultimo respiro da Valenzuela – e dare credito all’infortunio subito in precedenza da un elemento del Fenerbahçe. Tutto strumentale, ovvio. Ma al netto del fastidio per aver fatto riavvicinare il Lugano, Mourinho ha scientemente trovato la miccia con la quale accendere la sfida di Istanbul. Già, come nel 2005 Fatih Terim trasformò in benzina i fischi con cui parte del pubblico di Berna aveva disturbato l’inno turco. Allo stadio Sükru-Sarçoglu, non a caso, il salmo svizzero nemmeno sarebbe stato udito dagli uomini di Köbi Kuhn. Un dettaglio, invero, lungo una traversata infernale, segnata da costanti lanci di monetine, insulti e – soprattutto – un tunnel degli orrori, dove colpi proibiti e vendette dolorose furono sanzionate solo parzialmente. Che male. Poco importa la soddisfazione per aver conquistato il biglietto per i Mondiali tedeschi.Mou in modalità sopravvivenzaMattia Croci-Torti serba un ricordo piuttosto nitido del 16 novembre 2005. «Il ricordo tramandato da amici come Behrami, presente sulla scena» ha affermato l’allenatore ticinese, poco prima di attraversarlo quel tunnel così buio. «Valon mi ha parlato di una delle serate più emozionanti e al contempo intense della sua carriera. Beh, speriamo di poter ritrovare il senso glorioso del risultato firmato allora dai rossocrociati. Serve un’impresa. Serve qualcosa di straordinario. Sì, ci attende una partita speciale. Ma attenzione: come la Svizzera di Kuhn siamo convintissimi di potercela fare». Il Crus, suggerivamo, ha già stregato la vecchia Costantinopoli. Così come l’imperatore Terim aveva in pugno il suo popolo 19 anni fa. Lo stesso non si può dire di Mourinho. Il 61.enne portoghese, banalmente, vivrà la prima partita ufficiale al Sükrü-Saraçoglu da tecnico del Fenerbahçe. E, ci mancherebbe, fallire non è ammesso. Meglio mantenere un profilo basso, insomma. Per dire: se il ct turco al termine dell’andata dello spareggio del 2005 boicottò la conferenza stampa post partita, ieri Mou ha fatto sapere solo all’ultimo che si sarebbe espresso dal centro d’allenamento del Fenerbahçe. Con tanti cari saluti. Al quartier generale dei «canarini», l’ex mister della Roma ha inoltre inquadrato così il match: «La situazione non è ideale. Le circostanze - in quanto gara di fine luglio con neoacquisti e giocatori tornati ad allenarsi solo di recente - sono complicate. Perciò, in questo turno della competizione, conterà solo sopravvivere. Superare l’ostacolo. Farlo, in effetti, ci permetterà di guadagnare tempo per lavorare e costruire qualcosa di più solido con l’intero gruppo».Chi decide le regole del gioco?In poco meno di venti minuti di domande, traduzioni, risposte, altre traduzioni, Mourinho non ha mai menzionato il Lugano. No, ha preferito gettare fiori alla società, commentare la forma dei singoli e assicurare che le motivazioni personali - nella tanto amata Champions League - sono quelle di sempre. Infine, va da sé, non è mancato l’appello all’ambiente. «Mi hanno raccontato di un’atmosfera speciale nelle serate europee vissute dal Fenerbahçe. Ora voglio scoprire se è vero». Ama il conflitto Mou e, forse, a Istanbul ha trovato il club che più di altri è pronto a offrirglielo.E così il «rumore del nemico», tanto sfruttato in passato dallo Special One, di colpo rischia di essere un’arma a disposizione del Lugano. Lugano che, non si discute, è sfavorito. Ma con ogni probabilità è più squadra. È maggiore consapevolezza. E il piano partita, non a caso, è chiaro nella testa dei bianconeri. «Vogliamo innervosirli giocando a calcio. Perché è quello che sappiamo fare meglio» ha dichiarato Croci-Torti. Parole che assomigliano a guanto di sfida, a un tentativo di divincolarsi dalla morsa dell’infuocato Sükrü-Saraçoglu. Quasi a voler urlare che quel messaggio minaccioso appena aperta la porta dello spogliatoio non tocca il Lugano. «Our home, our rules. We are Fenerbahçe» la scritta gialla, su sfondo blu, presente a caratteri cubitali sul muro. «No, non dobbiamo avere paura» ha sottolineato con decisione il Crus, chiedendo ai suoi - poco dopo - di provare due rigori a testa. «Non siamo venuti qui in vacanza, siamo a Istanbul per vincere» gli ha fatto eco Amir Saipi. «Siamo caldi anche noi e l’obiettivo sarà di mantenere lo 0-0 il più a lungo possibile. Per spazientirli. Dopodiché sono sicuro che sapremo crearci una o più occasioni». Il Crus parlerà di più? ForseE a proposito di provocazioni, in campo e fuori. «Croci-Torti sembra me da giovane: parla troppo, si lamenta troppo» aveva osservato Mou a margine dell’incontro della Stockhorn Arena. «Se urlerò di più a Istanbul? Perché no, se dovesse essercene bisogno...» ha indicato il Crus sornione. Per poi precisare: «La verità è che in stadi come questo si rischia di non riuscire nemmeno a farsi sentire durante la partita. Perciò dovrò essere bravo a entrare nella testa dei miei giocatori, a tranquillizzarli, a ridosso del fischio d’inizio. Abbiamo già dimostrato, sul piano caratteriale, di non temere palcoscenici del genere. Anzi, credo che la nostra personalità abbia sorpreso la formazione di Mourinho a Thun. Questa volta, a livello tattico, è però impensabile un Fenerbahçe attendista nei primi minuti. Ci verranno a prendere. E lì dovremo essere bravi a sorprenderli con qualcosa che non facciamo in campionato». I primi minuti, già. Il 16 novembre del 2005 Alex Frei trasformò un rigore e portò la Svizzera sull’1-0 dopo appena 2’. Poi accadde di tutto. Fino al cristallizzarsi della sconfitta più dolce e altresì più tremenda nella storia del calcio svizzero. Questa sera, allo stadio Sükrü-Saraçoglu, il Lugano non potrà però accontentarsi di perdere nel caos.
Incidente aereo negli Usa: morta una coppia sposata da 50 anniSud Africa, violentò la nipote di 6 anni: condannato all’ergastolo
Trovata una fossa comune in Spagna con i cadaveri di 150 civili fucilati dal regime di Franco
India, donna ha il suo primo figlio a 70 anni grazie alla fecondazione in vitroGreen pass, anche il Marocco e San Pietroburgo introducono l'obbligo di certificato verde
Cina, esplosione in un ristorante per una fuga di gas: almeno 3 morti e 30 feritiEsplosione in un impianto del gas in Russia: fiamme altissime e danni ingenti
Covid, in Lettonia nuova ondata di contagi: tornano lockdown e coprifuocoSparatoria in una scuola in Russia, ragazzo di 12 anni apre il fuoco: arrestato
Le accuse rivolte contro Alec Baldwin: “Violata la regola numero uno”Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 607Sierra Leone, esplode un'autocisterna a Freetown: almeno 99 mortiStrage del Mottarone, la nonna di Eitan denuncia la zia per furto
Germania, tifosi dell'Hansa Rostock deridono un poliziotto morto: richiesti provvedimenti
Covid, primo caso positivo a Tonga: il premier valuta un possibile lockdown
Niger, incendio distrugge una scuola: almeno 26 bambini mortiMessico, centinaia di tartarughe trovate morte in spiaggia: mistero sulle cause della strageNeonata morta di Covid in Inghilterra, la madre: "Non mi pento di non aver fatto il vaccino"Padre uccide il fidanzato della figlia: l’aveva venduta ai trafficanti di sesso
India, piogge torrenziali in Kerala: almeno otto morti e diversi dispersiIndia, vuole l'eredità di sua moglie, la uccide mettendole un cobra nel letto: condannato all'ergastoloVaccini per adulti somministrati per errore a 112 bambini degli UsaRagazza di 22 anni pedinata, minacciata e uccisa a colpi di pistola: arrestato 54enne