Israele nella "lista nera" dell'Onu per i crimini sui bambini, Netanyahu: "Sostenitori di Hamas"Drone militare cade a Zagabria: cratere di tre metriAttentato suicida in un fiera del Pakistan, almeno 5 morti e 28 feriti
Il governo della Svizzera diffonde un vademecum in caso di guerra nucleareLeonardo Tricarico11 agosto 2024aaaIl termine più ricorrente nelle dichiarazioni di governanti,ègiàrealtàeilbaratrosemprepiùvicino–MACD nei titoli di apertura di giornali e trasmissioni televisive, nei dibattiti pubblici e perfino nel linguaggio comune è «escalation», paventata da tutti come il pericolo più prossimo, la possibilità che la situazione conflittuale in atto e i suoi due principali baricentri, quello mediorientale e quello russo ucraino, possano sfuggire di mano e divenire ingovernabili. A ben guardare però l’escalation non è una prospettiva, è un fenomeno già in atto da tempo, e il fatto che non ve ne sia la percezione collettiva dipende dalla lentezza del fenomeno, dal fatto che il film che stiamo vedendo scorra alla moviola, immagine dopo immagine. Ma se si riavvolge il nastro e ci si dispone a valutare con maggior distacco ciò che sta accadendo da quel febbraio di due anni fa, si vede come si stia viaggiando verso il baratro, temendo tutti che un giorno possa avvenire ciò che in effetti sta già avvenendo. Nessuno oggi ha soluzioni o si industria per ricercarle. Nessuno si adopera per spegnere gli incendi, nessun segno di distensione, ogni atto funzionale all’innalzamento progressivo della tensione. Si chiede moderazione a Teheran nella risposta a Israele per evitare il precipitare della situazione, si fa la stessa cosa con Zelenski impedendogli di usare come vuole l’armamento altrimenti la reazione di Putin sarà incontrollabile, e così via, salvo poi non avere alcuno, né tra le parti in causa né tra coloro che non sanno produrre alcun pensiero se non il timore dell’escalation, un’idea della condizione finale da indicare come via di uscita, da condividere e perseguire nella inter locuzione che manca e che dovrebbe sostituire le ormai stucchevoli, inutili ed improduttive ipotesi di escalation. Si parla in questi giorni ad esempio di nuove armi che potranno comporre equilibri diversi, ma nonostante la tecnologia abbia introdotto due nuovi domini di confrontazione, - quello spaziale e quello cibernetico - nessuno (salvo in parte Israele) pare pronto a sfruttarne le potenzialità, a tramutare in sistema d’arma quello che le nuove tecnologie propongono. Questo in linea di massima, perché in verità qualcosa si è mosso nei due nuovi domini ma in misura irrilevante ai fini bellici. Si vocifera ad esempio di missili devastan ti in mano all’Iran, ma probabilmente si tratta di vettori ipersonici forniti dalla Russia in previsione di un attacco a Israele su vasta scala. Se questo fosse il caso, Israele avrebbe problemi non semplici nel fronteggiare questo tipo di pericolo, gli Usa stessi sarebbero in difficoltà, e tuttavia si tratterebbe di un’ulteriore immagine della moviola dell’escalation, di quel film a velocità ridotta che procede però inarrestabile verso l’allargamento del conflitto, senza che ve ne sia la percezione in chi dovrebbe intervenire. In un mondo ormai apolare, esorcizzare l’escalation vuol dire tentare di creare fori multinazionali di scopo, consessi di confronto e di dialogo tra chi ha il peso e le ragioni per rivendicare un ruolo, vuol dire ricondurre alla ragione con le buone o con le cattive, chi la ha perduta e non è più in grado di rappresentare i propri elettori, a cominciare da Netanyahu, Zelenski, Putin e così via. Esorcizzare l’escalation vuol dire comporre ipotesi di soluzione dei conflitti in atto, «end state» da riversare in piattaforme negoziali, ricordando, quando se ne presenterà nuova occasione, che il punto di caduta di un conflitto è un prerequisito senza il quale non conviene avventurarsi in imprese dalle quelli poi non si sa come uscire.
Guerra in Ucraina, Putin assicura: "Fatti passi avanti nei negoziati"Guerra in Ucraina, missili su Kharkiv: 4 morti
Ucraina, sindaco di Gostomel ucciso mentre distribuiva cibo e medicine
Cina, scossa di terremoto nella notte: magnitudo 5.9Russia, giornalisti contro la guerra: Lilia Gildeeva lascia il Paese
“A Mariupol è in atto un genocidio”: durissimo atto di accusa di ZelenskyBolivia, morto ad 80 anni l'assassino di "Che" Guevara
Covid, nuova mappa Ecdc: Italia completamente colorata di rosso scuro tranne la Valle d'AostaLione: attacco nella metro causa quattro feriti
Il chiarimento di Stoltenberg: "La Nato non intende schierare forze in Ucraina"La strategia di Biden per isolare la Russia: togliere le sanzioni al VenezuelaGiornalista russa irrompe durante il tg con un cartello anti guerra: scomparsaNotizie di Esteri in tempo reale - Pag. 54
Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 531
Meghan e Harry non hanno partecipato al matrimonio del Duca di Westminster
Ucraina, Zelensky è atteso a Berlino: fissato l'incontro con ScholtzIl governo della Svizzera diffonde un vademecum in caso di guerra nucleareArriva la crisi, ecco come le sanzioni stanno colpendo i cittadini russiGaza, ucciso il sindaco di Nuseirat: raid mortifero di Israele
“A Mariupol è in atto un genocidio”: durissimo atto di accusa di ZelenskyAuto contro bambini in bici in Francia: 6 feritiLa sfida di Elon Musk a Vladimir Putin: "Mettiamo in palio l'Ucraina"L’ex moglie del portavoce di Putin è contro la guerra e pubblica foto di Zelensky