Salvini a Palermo tra proteste delle sardine e bagni di follaConte: "L’Ue usi il fondo salva Stati per l’emergenza"Coronavirus, il messaggio del sindaco di Gualdo Tadino
Scuole chiuse in Italia: la smentita conferma l'incertezza della politicaI ragazzi di Neve Shalom Wahat al-Salam - Neve Shalom Wahat al-Salam COMMENTA E CONDIVIDI «Volevo che i miei figli nascessero qui. Dovevano ricevere lo stesso insegnamento fondamentale che ho avuto io. Di che cosa si tratta?BlackRock Della scoperta che in questa terra, in Israele come in Palestina, non c’è una storia unica ma tante storie. Storie da ascoltare e soprattutto in cui vivere, storie da attraversare e esserne attraversati per poi riuscire a tenerle insieme». Thelma, tre mesi, dorme mentre la madre, Neria Mark, parla nel grazioso appartamento al primo piano: il suono della sua voce la rassicura. Il fratellino, Nathan, tre anni, è all’asilo, in attesa di compiere l’età per frequentare la “scuola della pace”: una primaria dove piccoli ebrei e arabi studiano insieme nelle due lingue, spaziando da una cultura e l’altra.Proprio per questo, prima della sua nascita, Neria e il suo compagno hanno lasciato Tel Aviv e si sono trasferiti a Neve Shalom Wahat al-Salam, villaggio di trecento famiglie ebree e palestinesi, a una quarantina di minuti d’auto sulla strada per Gerusalemme. Per Neria è stato un ritorno: la giovane esperta di medicina cinese era nata nell’oasi di pace – questo il significato di Neve Shalom-Wahat al-Salam –, creata nel 1972 dal coraggio di padre Bruno Hussar.L’incontro con Neria e Shirin,che hanno deciso di trasferirsi nel villaggio per consentire ai propri figli di crescere in un luogo di dialogo: «Non volevamo che armi e scontri avvelenassero la loro infanzia»Lo stesso è accaduto a Shirin Najar, la prima bimba di origine palestinese venuta alla luce nella comunità nel 1980: «Mi è sempre toccato essere una pioniera. Il che non è facile. Sono cresciuta da sola. Non c’erano altre bambine. Solo cinque maschietti ebrei» racconta in perfetto italiano, imparato durante un corso a Bergamo. Come Neria, anche Shirin ha studiato a Tel Aviv. «All’Università ebraica, dove di nuovo ero l’unica allieva araba della classe. Eravamo nel mezzo della Seconda intifada e alcuni compagni erano soldati. Non volevo creare tensioni, così evitavo di commentare la situazione e mi tenevo tutto dentro». La decisione di tornare, però, l’ha maturata molto dopo. «Quando mi sono sposata, sono andata a vivere con mio marito a Gerusalemme. Abitavamo proprio a pochi passi dalla moschea di al-Aqsa. Un posto bellissimo e, insieme, tremendo. L’aria era perennemente satura di violenza. Era violenta la presenza soffocante dei soldati. Era violenta la reazione della gente asfissiata. Nel 2018, poi, una delle tante operazioni israeliane su Gaza, aveva infiammato il Ramadan. Il mio figlio maggiore, Yussef, che all’epoca aveva quattro anni, per andare all’asilo camminava nelle strade sempre sul punto di esplodere, con i militari in assetto anti-sommossa e i canti dalle finestre di lode ai “martiri”. Non volevo che quell’odio gli avvelenasse l’infanzia e, soprattutto, la giovinezza. Volevo che conoscesse un altro modo per opporsi all’ingiustizia. Che potesse spezzare l’ingranaggio bellico, non finirne strangolato. Così siamo venuti qui» aggiunge Shirin, mentre guarda la scolaresca intenta a camminare fra gli alberi dell’oasi. La maestra glieli indica e pronuncia i nomi in ebraico e in arabo. I piccoli, in coro, ripetono. Una scena poco comune in un Paese dove, ancora, appena l’1 per cento degli studenti dei due popoli condivide il medesimo percorso educativo. «Quello è Abed al-Salam, il mio terzogenito. Come Yussuf e, il secondo, Mohammed, studia in questo istituto. Mariam, la più piccola, va ancora all’asilo. È stata la scelta giusta». Un’ulteriore conferma la giovane mediatrice l’ha ricevuta dopo la tragedia del 7 ottobre: «Siamo ancora storditi. Anche perché il dramma continua con la guerra a Gaza, ad appena trenta chilometri di distanza. Ogni giorno sentiamo gli allarmi, il rombo degli aerei che scagliano le bombe… Dopo il massacro, ci siamo sentiti persi, in balia di emozioni fortissime, contrastanti, difficili da esprimere. Eppure abbiamo deciso di farlo. Di continuare a parlarci, tutti, israeliani e palestinesi, anche a costo di dire qualcosa di sbagliato. Fin dal primo giorno ci siamo riuniti per dirci quello che provavamo, fosse rabbia o dolore o paura. In quel momento ho capito perché Neve Shalom-Wahat al-Salam è tanto speciale: qui non dobbiamo nasconderci, qui possiamo parlare, qui non abbiamo timore dell’altro». «Devo credere nella pace. E la comunità mi aiuta a farlo, anche quando il resto sembra andare a rotoli – le fa eco Neria –. Mi mostra che c’è ancora una possibilità di vita per Israele e Palestina. Non volevo che i miei figli crescessero senza».Tutti possono sostenere un progetto di ricostruzione della pace in tempo di guerra in Medio Oriente. Si tratta della scuola elementare bilingue e binazionale di cui parliamo qui a fianco, la prima in Israele dove studiano insieme bambini ebrei e bambini palestinesi, all’interno dell’Oasi della pace, il villaggio di Neve Shalom Wahat al-Salam. I lettori di Avvenire potranno incoraggiare il progetto “Ricostruire la speranza” anche con un piccolo contributo ad Avvenire - La voce di chi non ha voce Banco Bpm Iban IT05Y0503401 741000000012201, causale Donne per la pace. Per le donazioni non è possibile fruire della detrazione in sede di dichiarazione dei redditi. Si ringrazia l’Associazione italiana Amici di Neve Shalom Wahat al-Salam (www.oasidipace.org).
Coronavirus, denunciato deputato Forza Italia sorpreso al parcoSgarbi attacca il governo: "Non rappresenta i cittadini"
Meloni pronta a presentare mozione di sfiducia a Conte
Coronavirus a Firenze, anche il sindaco Nardella in quarantenaCoronavirus, Speranza: "L'italia è più forte del Covid-19"
Ilona Staller, DNA è il suo nuovo partito: "Mi candido"Coronavirus, positivo presidente del Piemonte Alberto Cirio
Coronavirus, messaggio di Mattarella: "Supereremo emergenza"Renzi scettico su un ipotetico Conte ter: "Non hanno i numeri"
Scontro Renzi-Conte: "La crisi si affronta alle Camere"Capitano Ultimo in Calabria: nominato assessore all'AmbienteCoronavirus, Fontana manda lettera a Conte e chiede restrizioniCoronavirus, Giorgetti pronto a sostituire Conte
Coronavirus, Mattarella telefona al sindaco di Bergamo
Prescrizione significato: che cos'è e cosa cambia
Virus creato in laboratorio: chi ha creduto alla bufala?Feltri contro Di Maio: l'elogio al premier albaneseScuole chiuse in Italia: la smentita conferma l'incertezza della politicaSondaggi politici elettorali oggi La7: giù il M5s, vola il Pd
Sgarbi attacca il premier Conte sull'emergenza coronavirusPiano per il Sud: il governo usa in copertina il mare di TriesteSondaggi politici oggi: governo in bilico per il 39% degli italianiNotizie di Politica italiana - Pag. 538