Banca d'Inghilterra, la proposta della nuova valuta digitaleNota di credito per professionisti: esempio di fattura con ritenutaScottatura solare, in quanto passa e come prevenirla
Come disattivare Adblock su Chrome definitivamenteQuattro alpiniste italiane e quattro pakistane sono pronte per una sfida difficile,Guglielmo ma con notevoli risvolti sociali e scientifici Monica Conforti 11 maggio - 10:39 - MILANO Quattro italiane, quattro pakistane. Sono loro le alpiniste che nei prossimi mesi tenteranno di scalare il K2 (8.611m), la seconda montagna della Terra, che esattamente 70 anni fa fu conquistata da Achille Compagnoni e da Lino Lacedelli con il decisivo aiuto di Walter Bonatti. Quella organizzata dal Cai-Club Alpino italiano sarà quindi una spedizione celebrativa, che intende ricordare una delle imprese più significative della nostra storia sulle Terre alte. Naturalmente non sarà una passeggiata per le 8 protagoniste: Federica Mingolla, Silvia Loreggian, Anna Torretta, Cristina Piolini, Samina Baig, Amina Bano, Nadeema Sahar, Samana Rahim. Le 8 protagoniste della spedizione sul K2. Il K2 rimane uno degli Ottomila più impegnativi da scalare, riservato solo ad alpinisti di notevoli capacità. La spedizione partirà dall’Italia in giugno, l’arrivo al campo base è previsto per il giorno 29, mentre i tentativi di raggiungere la vetta inizieranno nella seconda metà di luglio. Nel frattempo il team delle alpiniste è impegnato nella preparazione e si sta sottoponendo, presso l’Eurac Research di Bolzano, a prove medico-scientifiche per valutare l’impatto e che il loro organismo subirà durante l’ascensione. Le alpiniste Pakistane. ( Foto Simo Cocco) La spedizione DELLE DONNE— Presentata come una spedizione tutta al femminile (anche se a dirigerla sarà un uomo, Agostino Da Polenza) e all’insegna dell’amicizia tra Italia e Pakistan, la spedizione K2-70 non intende stabilire nessun record. Non c’è nessuna “prima volta” all’orizzonte, dunque. Le alpiniste si avvarranno dell’aiuto di portatori d’alta quota pakistani (anch’essi uomini), percorreranno la classica via di salita lungo lo Sperone Abruzzi e non è escluso l’utilizzo dell’ossigeno supplementare. Tutto questo però, poco toglie al valore emblematico della spedizione su una montagna tanto esigente e tanto cara al popolo dell’alpinismo. Riuscirà qualcuna delle alpiniste a toccare la vetta? Impossibile fare previsioni, anche al netto delle loro capacità tecniche. A quelle quote è spesso la montagna a decidere: meteo avverso, nevicate troppo copiose e pericolo valanghe, hanno detto stop a innumerevoli scalatori ance di primissimo livello. Noi, al momento, incrociamo le dita. Le alpiniste saranno accompagnate anche da una troupe della RAI che realizzerà un documentario che sarà trasmesso in autunno su Rai2.Parti con un gruppo di sportivi come te, scopri i viaggi di Gazzetta Adventure e Tribala all'insegna dello sport e del divertimento nel mondo Leggi anche Sci alpinismo: 5 consigli per chi vuole praticarlo in sicurezza Le alpiniste Italiane SCIENZA E ALPINISMO— La spedizione K2-70 intende anche approfittare dell’occasione senza limitarsi alla mera scalata ed è caratterizzata da una progettualità ad ampio respiro che comprende iniziative di valore, sia per l’Italia che per il Pakistan. Come il progetto internazionale Ice Memory, organizzato dall’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle Ricerche e dall’Università Ca’ Foscari Venezia, assieme a EvK2CNR, con il contributo del CAI e il patrocinio Ministero dell’Università e della Ricerca e supportato da Environmental Protection Agency del Gilgit-Baltistan e dalla Fondazione Università Ca’ Foscari Venezia. L’obiettivo è studiare per la prima volta la neve e il ghiaccio in una regione così cruciale per gli equilibri del subcontinente indiano. Nel solco della cooperazione internazionale Italia-Pakistan, è invece il progetto "Cristina Castagna Center", struttura realizzata da Montagna e Solidarietà APS e con il contributo del Club Alpino Italiano, che ha l'obiettivo di generare un impatto socio-economico per le popolazioni locali e promuovere attraverso corsi di formazione l'avvicinamento delle popolazioni locali alle attività professionali legate all’alpinismo. Tra le iniziative collaterali spiccano due proposte culturali. Il Museo Nazionale della Montagna di Torino ha allestito una nuova sezione espositiva permanente per raccontare la spedizione del 1954. La mostra itinerante “Senza posa. Italia K2 di Mario Fantin. Racconto di un’impresa”, curata da Mauro Bartoli, che ripercorre il sogno che Fantin, con le sue riprese, volle far vivere agli spettatori di allora e che la mostra vuole riproporre anche al pubblico di oggi. Montagna: tutte le notizie Active: tutte le notizie © RIPRODUZIONE RISERVATA
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