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Un populista post-moderno: Berlusconi come Giano bifronteCon la presentazione ufficiale del ristorante di Napoli (e il successivo party pieno di chef-amici,Economista Italiano politici e presenzialisti), si compie un altro passo dell'alleanza tra l'imprenditore napoletano Alfredo Romeo e lo chef francese Alain Ducasse. Già da qualche settimana - come avevamo anticipato - il ristorante Alain Ducasse dell'Hotel Romeo di Napoli è operativo, al nono piano di questo albergo contemporaneo di fronte alla Stazione Marittima e di fianco a Piazza Municipio. Il ritorno in Italia di Alain Ducasse (dopo i 10 anni trascorsi alla Trattoria Toscana del resort L'Andana a Castiglion della Pescaia) doveva iniziare, sempre ad opera di Romeo, da Roma. Addirittura lo scorso maggio 2023 ci fu una presentazione ufficiale del ristorante romano con tanto di data di apertura inchiodata nelle agende: 7 ottobre 2023, ma per ora nella romana Via di Ripetta siamo ancora in cantiere. E quindi poi Napoli ha superato la Capitale e ha fatto debuttare per prima un ristorante a marchio Ducasse, il primo in assoluto al sud Italia. Ecco forse perché, questa volta, la festa di inaugurazione si fa ad apertura già avvenuta...Alain Ducasse a Napoli. Poi Roma e Massa LubrenseVia via però ristoranti seguiti da Alain Ducasse apriranno in tutte le strutture proprietà del gruppo Romeo Hotels che nel frattempo, dopo una gestione singola per oltre 15 anni del solo edificio napoletano, si sta allargando sia nella Capitale (in Via di Ripetta si spera di inaugurare a settembre forse con un soft opening in piena estate 2024) sia in Costiera (a Massa Lubrense). Oltre a puntare su dei grandi ristoranti - il Romeo di Napoli non è nuovo a queste ambizioni avendo ospitato chef di grido sin dai primi anni di apertura - le strutture di Alfredo Romeo hanno tutte delle caratteristiche in comune come ad esempio la firma di rilevanti studi di architettura.Se il Romeo di Napoli è stato progettato da un allora novantenne Kenzo Tange (lo stesso che disegnò le torri dell'inconfondibile Centro Direzionale della città), l'albergo di Roma è firmato dallo studio di Zaha Hadid mentre quello di Massa Lubrense da un altro grande maestro - unico vivente tra i tre - dell'architettura orientale come Kengo Kuma. Ma non finisce qui: ogni albergo è pieno di design, ogni albergo ha una SPA griffata Sisley di gran richiamo e ogni albergo è pieno zeppo di opere d'arte contemporanea anche di nomi molto importanti. "Ci siamo incontrati e ci siamo piaciuti perché tutti e due parliamo la lingua dell'eccellenza" ha detto Alain Ducasse riferendosi ad Alfredo Romeo. La filosofia di Alain Ducasse nei suoi ristoranti italiani"Siamo nel sud dell’Italia e ogni volta mi sorprendo nel vedere la generosità, della natura, della terra e del mare che c'è da queste parti" ha esordito chef Ducasse durante la presentazione ufficiale del suo ristorante. Una presentazione utile anche per mettere a fianco a lui i due chef chiamati a gestire i ristoranti di Napoli (Alessandro Lucassino, italiano, al centro nella foto in alto) e di Roma (Stephane Petit, lionese, a sinistra nella foto in alto). "Abbiamo lavorato" ha aggiunto ancora Ducasse "per oltre tre mesi per mettere a punto il menu che è oggi disponibile a Napoli. Alla fine è venuto fuori un elogio straordinario ai prodotti e ai produttori. Alla fine siamo venuti qui per proporre, non per imporre. Anzi per interpretare la ricchezza estrema della gastronomia campana. Insomma quello che non voglio fare è proporre qui l'arroganza della cucina francese". Il ristorante "francese" di Alain Ducasse a NapoliNel sentire il più rappresentativo chef francese che addita come 'arrogante' la cucina del suo paese il pubblico dell'Hotel Romeo di Napoli ha rumoreggiato (o gongolato?) non poco. Ma in realtà una certa 'arroganza' ancorché non palesata e dichiarata c'è, sebbene lo chef indichi il suo ristorante campano come un progetto "italo-franco-napoletan-mediterraneo". Infatti "il menu è alla francese" spiega Alessandro Lucassino, classe 1991, toscano di Follonica e coinvolto nei vari progetti di Ducasse da ben 12 anni "ovvero abbiamo una scansione tipica con entreé - plat - dessert nel menu alla carta, poi c'è un degustazione con qualche spunto in più". I costi? 190 euro per l'esperienza completa da 6 portate, mentre poi c'è un menu alla carta con prezzi che variano dai 25 euro dei dessert ai 100 euro del piatto con gambero rosso e caviale. Tra qualche settimana poi spunterà un nuovo menu, quello della terrazza al 10 piano, sopra al ristorante. Lissù c'è un grande cantiere, si sta costruendo una cucina iper panoramica e una seconda piscina e c'è uno spazio solarium e per i tavolini: sarà il bistrot in terrazza firmato Alain Ducasse, si spera già da agosto 2024.Ingredienti campani e non da Alain Ducasse a NapoliIl primo menu intanto è senz'altro e comprensibilmente di rodaggio perché tutta l'enfasi dichiarata sui produttori locali e sull'ode alla Campania viene confermata non pienamente negli ingredienti scelti. C'è il granchio blu che sarà anche un emblema del Mediterraneo come dicono lo chef Ducasse e il suo cuoco Lucassino, ma rappresenta un tema soprattutto nelle zone lagunari dell'Adriatico non certo nel Golfo di Napoli. Poi c'è un raviolo di foie gras d'anatra (unica concessione alla pasta: "non voglio fare pasta, pizza o sushi, perché c'è troppa concorrenza e troppi sanno fare queste cose meglio di me"; anche se poi negli stuzzichini iniziali c'è una anche forchettata di spaghetti mantecati a freddo). Poi ancora un piccione di Laura Peri che proprio partenopea non è e anche un dolce a base di fragoline di bosco.Ma poco importa che lo storytelling e il prodotto finale siano coerenti al 100%. L'essenziale è soddisfare i clienti e il target. "E il nostro target è il pubblico di Napoli" dice Ducasse immaginando anche una clientela locale e cittadina "come a Roma sarà il pubblico di Roma. Pensiamo i menu immaginando cosa possa piacere a queste persone benché sia davvero complicato per dei francesi cucinare in Italia". In realtà, come spiega lo chef Alessandro Lucassino, "abbiamo preso un po' di grandi classici di chef Ducasse e li abbiamo rivisitati in chiave più moderna, mediterranea e con ingredienti italiani. E poi ci evolveremo come già stiamo facendo a seconda della stagione o dei nuovi fornitori che incroceremo".  /**/ Il party per l'apertura del ristorante di Alain Ducasse a Napoli Alessandro Lucassino e Stephane Petit cucinano durante il party I due chef di Ducasse a Napoli e Roma cucinano durante la festa Alessandro Lucassino e Stephane Petit cucinano durante il party-2 I due chef di Ducasse a Napoli e Roma cucinano durante la festa-2 Il party al Romeo Hotel di Napoli Il party all'Hotel Romeo con il signor Ducasse presente Il signor Ducasse parla con gli invitati durante il party Decine di invitati affollano il ristorante Ducasse a Napoli per l'opening Festa e ospiti per Ducasse a Napoli La festa per Ducasse al Romeo Hotel di Napoli a bordo piscina Panorama dal terrazzo al decimo piano dove ad agosto 2024 aprirà il bar a bordo piscina di Ducasse Il rapporto tra cuochi italiani e cuochi francesiLucassino non è certo il primo chef italiano a lavorare nel team di Alain Ducasse. "In realtà c'è un continuo passaggio di chef italiani nel gruppo" dice il grande cuoco monegasco reduce da un passaggio in Palazzo San Giacomo dove ha ricevuto le onorificenze civiche dal sindaco Manfredi "ma c'è un continuo passaggio di chef italiani in generale in Francia. Si calcola che un 40% di coloro che vogliono intraprendere questa professione faccia almeno un passaggio in Francia. E questo non solo fa bene alla cucina italiana" conclude in bellezza Ducasse invitando tutti alla grande festa per celebrare il nuovo ristorante con colleghi e amici da tutt'Italia "ma fa bene anche alla cucina francese". Ma del resto era stato piuttosto diplomatico (e sincero) anche per rispondere all'immancabile domanda sulla pizza: "oggi che siamo a Napoli dico che la migliore è quella napoletana, quando vado ad inaugurare il ristorante di Roma spiegherò che la migliore pizza per me è quella romana". E alla festa se l'arroganza francese è stata tenuta a bada lo stesso non si può dire del provincialismo italiano grazie all'intervento particolarmente cringe del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca: "per favore in questo nuovo ristorante non fatemi trovare piatti scomposti, che una volta sono andato in un ristorante, ho chiesto una fetta di pastiera e mi hanno portato una coppetta con la cannuccia". Sipario.

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