File not found
MACD

Notizie di Politica italiana - Pag. 465

Proroga stato di emergenza: come sarà l'Italia fino al 15 ottobre?Salvini senza mascherina nel caseificio, polemiche dei sindacatiOpen Arms, Santanchè: "No al processo per Salvini"

post image

Mancata zona rossa ad Alzano e Nembro: l'audio ineditoParlava un italiano quasi passabile,Capo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella ed è una di quelle star che non hanno snobbato gli autori di casa nostra, anche quando non si chiamavano Fellini e Bertolucci, Giuseppe Tornatore o Paolo Virzì. Anche nella terza età non è scivolato in desolanti cameo, come hanno fatto tanti altri gigantiGuerra di Corea, 1951. Donald Sutherland (il Capitano Benjamin Franklin ‘Falco’ Pierce) sta sorseggiando il Martini che ha insegnato a mixare al ragazzo coreano della mensa. Nella tenda dei chirurghi arriva la new entry, un buffo tizio con un berretto più buffo di lui. È Elliott Gould (il Capitano John Francis Xavier ‘Razzo John’ McIntyre). E stappa una lattina di birra. «Vai a birra o preferisci bere Martini con noi?» gli chiede Sutherland. Ed Elliott Gould estrae inopinatamente dal taschino un barattolo di olive: «Non si può mica chiamare Martini un Martini senza olive. Altrimenti diventa un’altra cosa». L’espressione di Donald Sutherland è indimenticabile, esilarante. Due anime gemelle si sono riconosciute all’istante.Per oscure ragioni il film più citato dai nostri media dando notizia della morte di Donald Sutherland, a 88 anni, il 20 giugno, è Il Casanova di Federico Fellini. Dico oscure perché se pensi a questo canadese così statunitense, nato a Saint John e premiato solo in vecchiaia con un Oscar alla carriera, la prima cosa che ti affiora alla memoria è quell’inatteso, magico aggancio di M.A.S.H. tra le olive e il Martini. La mia devozione per Robert Altman finirà insieme a me nella tomba, su questo non si discute. CulturaI critici odiano la commedia? Non quella di Ficarra e PiconeTeresa MarchesiMa quella dissacrante guerra di Corea, che in quel 1970 suonava infallibilmente e polemicamente Vietnam, in un Mobile Army Surgical Hospital tappezzato di sangue e corpi dilaniati, ci ha consegnato quello spilungone dall’eterna smorfia ironica in una versione indelebile. Lasciamo stare la Palma d’oro a Cannes, ma la (finta) Corea di Altman ha cambiato il modo hollywoodiano di raccontare la guerra.L’irriverenza era di sceneggiatura (Oscar) ma per un buon cinquanta per cento era merito di Donald Sutherland ed Elliot Gould, circondati da un cast che sarebbe diventato iconico.Parlo da spettatrice, s’intende, ma indovinate quale, tra i tanti film di cui andava orgoglioso, Sutherland metteva in cima alla lista? Mi capitò di parlarci a lungo, a Venezia, nel ventennale (forse) del Casanova, probabilmente perché i controllori inflessibili della schedule per una volta avevano altro da fare. Ricordo che l’attore scherzava senza imbarazzo sulle forti obiezioni di Fellini alla scelta di un protagonista americano, fortemente voluto dalla produzione. «Una funebre marionetta senza idee personali, sentimenti, punti di vista», diceva del suo personaggio Fellini.Postura e movimenti meccanici, il volto modificato dal trucco per aderire ai lineamenti del vero Giacomo, la Venezia settecentesca interamente costruita nel Teatro 5 di Cinecittà: quanta autonomia è concessa a una prestazione d’attore? A doppiarlo in italiano, se non altro, avevano chiamato Gigi Proietti. CulturaAl cinema l’amore è solo amore, basta che sia raccontato beneTeresa MarchesiRicordava con molto più affetto, Sutherland, al suo ritorno sullo stesso mare, quel magnifico thriller diretto da Nicolas Roeg, A Venezia un dicembre rosso shocking, girato nel 1973, giusto a metà strada tra M.A.S.H. e Fellini (1976), con le calli notturne e le premonizioni da brivido.Era così intrigante quel quasi-horror che sono corsa a leggermi il racconto di Daphne Du Maurier da cui era tratto, Don’t look now. È uno di quei pochi, segnalati casi in cui il cinema surclassa la pagina scritta. Il cappuccetto rosso rincorso come il fantasma della figlia bambina perduta, quando rivela un feroce nano omicida armato di coltellaccio è uno dei colpi di scena più agghiaccianti di sempre.Ai tempi - probabilmente solo per titillare il pubblico ansioso di scene scabrose - si chiacchierò molto della realistica sequenza di sesso tra i coniugi in lutto (Sutherland e Julie Christie), sul fatto che nella camera fossero rimasti solo gli operatori e via spettegolando. Va da sé che interrogare in proposito l’interessato sarebbe stato di pessimo gusto.Comunque è vero che Donald Sutherland – così compassato nella vita reale - ha dato il meglio di sé su due corde agli antipodi. Si è mosso da vero gigante tra lato oscuro e ambiguità, da villain in agguato dietro un sorriso sbilenco (Quella sporca dozzina di Robert Aldrich, naturalmente, ma anche Il giorno della locusta di John Schlesinger e La cruna dell’ago di Richard Marquand, Novecento di Bernardo Bertolucci, il suo ‘cattivo’ più ripugnante ). E quanto a oscurità tormentata si può aggiungere degnamente alla lista Una squillo per l’Ispettore Klute di Alan J.Pakula, anche se lì era buono. Nero-nerissimo o autoironia dichiarata: non dimentichiamo il suo ruolo di prof in quella pietra miliare di John Landis che è Animal House e il sarcastico patriarca della famiglia Bennet di Orgoglio e Pregiudizio. IdeeNelle immagini di Golino la lavica scrittura di Goliarda SapienzaTeresa MarchesiParlava un italiano quasi passabile, ed è una di quelle star che non hanno snobbato gli autori di casa nostra, anche quando non si chiamavano Fellini e Bertolucci, Giuseppe Tornatore (La migliore offerta, 2013) o Paolo Virzì (Ella & John-The Leisure Seeker, 2017). Gli va reso onore anche perché nella terza età non è scivolato - come tanti giganti par suo quando il lavoro scarseggia - in quei desolanti cameo da cinecomics Marvel che sfruttano ex nomi illustri e ti mettono malinconia.La sola franchise che si è concesso è Hunger Games: Il canto della rivolta, uscito in due parti. E a giudicare da quello che ha trasmesso a noi spettatori, ha anche l’aria di essersi divertito.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediTeresa MarchesiCritica cinematografica e regista. Ha seguito per 27 anni come inviata speciale i grandi eventi di cinema e musica per il Tg3 Rai. Come regista ha diretto due documentari, Effedià - Sulla mia cattiva strada, su Fabrizio De André, presentato al Festival del Cinema di Roma e al Lincoln Center di New York, premiato con un Nastro d'Argento speciale, e Pivano Blues, su Fernanda Pivano. presentato in selezione ufficiale alla Mostra di Venezia e premiato come miglior film dalla Giuria del Biografilm Festival.

La risposta di Lucia Azzolina a Matteo Salvini sulla scuolaAvviso di garanzia a Conte, Salvini: "Meglio tardi che mai"

Caso camici in Lombardia, M5S: "Sfiducia per Fontana"

Meloni sulla revoca di autostrade: "Finita a tarallucci e vino"Il lapsus di Giorgia Meloni: "Solo Italia revoca stato emergenza"

Covid, il sindaco leghista di Codogno: "Non esiste? Venite qui"Perché i politici del bonus di 600 euro devono indignare di più degli altri che non ne avevano bisogno

Salvini torna al Papeete, un anno dopo tutto è cambiato

Salvini: "Migrante nudo in a Siracusa, tutto sotto controllo"Sileri: "Chiusura scuola temporanea se lo studente è positivo"

Ryan Reynold
Azzolina, l'obiettivo della scuola è non richiudereSbarco migranti ad Augusta, Musumeci: "8 positivi al Covid"Bozza Dpcm: mascherina obbligatoria al chiuso fino al 15 agosto

BlackRock

  1. avatarLuciana Lamorgese fischiata a LampedusaEconomista Italiano

    Covid in Veneto, Zaia aggiorna il bilancio e parla dei nuovi infettiSalvini su Ocean Viking: "Non voglio più clandestini"Berlusconi apre ad un governo Conte 3, ma non vuole il M5sGiorgia Meloni sulla manifestazione di luglio: "Mascherine sono bavaglio"

    1. Toni Capuozzo contro Conte sul Decreto Semplificazioni

      1. avatarLega contro il film su Carola Rackete: "Rai spende 25mila euro"criptovalute

        Perché i politici del bonus di 600 euro devono indignare di più degli altri che non ne avevano bisogno

  2. avatarCovid-19, Senato approva la proroga dello stato d'emergenzaBlackRock

    Notizie di Politica italiana - Pag. 482Crisi tra Giulia Grillo e il M5s: "La mia esperienza è al capolinea"Laura Castelli: dal 2021 addio acconti-saldiCampania, nuova ordinanza con multe ai senza mascherina

  3. avatarMigranti, Di Maio: "Emergenza nazionale, stop ai barconi"Guglielmo

    Approvato il Decreto Semplificazioni: cosa prevedeAzzolina, l'obiettivo della scuola è non richiudereConte su aumento in busta paga, ecobonus e Dl SemplificazioniCoronavirus, Zaia: "Discoteche chiuse? Non demonizziamole"

Luciana Lamorgese ha parlato di immigrazione e coronavirus

Matteo Salvini ironizza su Conte: "Meglio di Papa Francesco?"Salvini a Roma: "Censimento dei campi rom"*