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Messina, morta Miriam La Spada: la 23enne era stata travolta da un'autoIl vescovo di Belluno-Feltre,analisi tecnica Marangoni, presente le iniziative a tutela dei minori - . COMMENTA E CONDIVIDI «Tutelare, prevenire, formare, accompagnare, promuovere, vigilare sono componenti di quell’educare che qualifica il servizio di ogni crescita umana». Sono le parole d’ordine che il vescovo di Belluno-Feltre, Renato Marangoni, ha affidato all’équipe diocesana per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili, che opera da più tempo, ma che in questi giorni ha promosso due iniziative particolari: un vademecum con le Linee Guida per sviluppare una corretta formazione in parrocchia e nelle altre attività pastorali e l’attivazione di un Centro per l’ascolto presso la Casa diocesana Giovanni XXIII a Belluno.Le valli alpine, si sa, sono “abitate” dalla solitudine, che non sempre è vita; spesso isolamento, per gli anziani, ma ancora più problematico per i bambini, i minori. Ed ecco il triste fenomeno dello spopolamento. Ma per chi resta? «La cura e la tutela dei minori sono una priorità che interroga le nostre comunità anche ai fronte a nuove sfide come quelle rappresentate dai social network e dal loro utilizzo» precisa Paolo Bello, referente diocesano, ponendo il dito su una delle piaghe all’origine di tante fragilità. Il Centro di ascolto – puntualizza Elena Fontana, che lo coordinerà – sarà uno strumento pastorale di primo ascolto e di accoglienza per abbassare la soglia e facilitare l’emersione di eventuali situazioni. E poi il vademecum. L’estate sulle Dolomiti, si sa, è tutto un grest, un camposcuola; è vacanza, escursioni, gite. È stato pertanto redatto un decalogo di comportamenti che interpella non il singolo educatore o animatore, ma l’intera comunità. Intesa, appunto, come comunità educante.Il primo dovere? Informare la famiglia di ogni iniziativa, chiedendo l’autorizzazione. Il secondo? Usare linguaggi e comportamenti mai offensivi o sessualmente provocanti. In ogni caso, «la stigmatizzazione dei comportamenti inappropriati dei minori deve seguire la logica riparativa e mai quella punitiva». E poi, creare occasioni perché il minore possa porre delle domande; evitare i rapporti di esclusività; evitare pure di chiedere ad un bambino di mantenere un segreto. Si raccomanda di non coinvolgere i minori in situazioni potenzialmente pericolose (giochi, scherzi, sfide, avventure sproporzionati alle sue capacità).E ancora: saper ascoltare soprattutto i soggetti a rischio; rispettare rigorosamente la sfera di riservatezza del minore; non fotografare o videofilmare un minore e diffondere via web o social le immagini. E, infine, attenzione massima al cyberbullismo. Approfondite le linee guida per non abusare dei social network. Infine un capitolo molto approfondito è riservato al dovere di custodia e vigilanza, alla responsabilità civile e a quella penale.«Abbiamo maturato la consapevolezza di un impegno ancora maggiore nell’attività educativa perché in questi primi anni di attività del nostro servizio diocesano e dell’équipe – ammette il vescovo – abbiamo avuto modo di maturare un sentire “altro”, fino a cogliere più in profondità le situazioni reali delle persone. Ho dunque una percezione diversa ed ho avuto modo di capire che la tutela non è soltanto bloccare un abuso ma una dinamica molto aperta da costruire. Ed anche la Chiesa è cambiata su questo; dobbiamo andare avanti e fare ulteriori passi». Vogliamo essere in ogni attività una Chiesa “trasparente”, dalle porte e dalle finestre “completamente aperte”, ha insistito Marangoni. Non solo, «una Chiesa che proprio per questo accetta di fidarsi delle competenze, non solo interne, anche all’esterno, mettendosi in gioco fino in fondo».
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