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Pensioni e quota 100: quanti e quali lavoratori in pensione nel 2019È decisamente più semplice raccontare nuove iniziative,Capo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella aperture e progetti che nascono. Un po’ meno avvicinarsi invece a capitoli che si concludono, rischiando di scivolare sempre in una direzione non voluta: l’autocommiserazione, la colpevolizzazione, la nostalgia. Non sarà invece il caso di Fujiyama Tea Room, un indirizzo ben conosciuto dai veneziani (già questo è un vanto!), ma anche da una clientela internazionale ed eterogenea. Ad oggi l’unica vera sala da tè di tutta Venezia, anche se il tè chiaramente si può consumare pure altrove, non da ultimo nei vari caffè storici di Piazza San Marco. A fine maggio, precisamente da venerdì 24 maggio 2024, la città che ha da sempre mercanteggiato ogni sorta di materia prima con il mondo, rimarrà sguarnita del suo indirizzo dedicato esclusivamente al tè.Un indirizzo per il tè a VeneziaFacendo un passo indietro, Fujiyama, il nome con cui talvolta viene chiamato erroneamente il Monte Fuji, nasce proprio dalla passione per il Giappone della proprietà di una struttura nei pressi di Campo San Barnaba e della gloriosa Scuola Grande di San Rocco. È il 2004, come sottotitolo viene scelto il nome “Beatrice”, una cara amica di famiglia che dà l’idea di aprire una sala da tè nel piccolo locale con delizioso giardino annesso e insieme B&B con camere. È il 2004, alla gestione nel 2012 subentra Elena Piaggi, che lo terrà fino al cambio di destinazione e che ripercorre con noi qualche passaggio di questa bella avventura di cui le va reso merito in modo cristallino.La storia della sala da tè Fujiyama“Il mio sogno è sempre stato quello di avere un piccolo B&B, mi piaceva quel tipo di ospitalità” ci racconta Piaggi. La sala da tè già c’era e si presenta come un’avventura nell’avventura, un luogo di esplorazione che non si configura come una sala da tè classica, dove fare un rito del tè in modo letterale, ma un locale con un focus specifico sul tè e anche altri progetti intorno. “Ho sempre avuto una nonna che ci dava da bere il tè nel pomeriggio. Qui ho potuto ampliare le mie conoscenze. E al tempo stesso far crescere la sala da tè”. Al tavolo arriva una carta con referenze di tutte le tipologie, compresi infusi, piatti dolci e salati (si aggiungono con il tempo), dolci, proposte vegane e vegetariane. Si possono consumare sia al banco che seduti nelle due salette interne che nel piccolo e silenzioso giardino interno. Nel tempo sono nate anche iniziative collaterali: libri da leggere a piacimento, mostre d’arte e collaborazioni.Un’oasi di pace a Venezia: il merito del tèLa data di chiusura – insieme del B&B e della sala da tè – è stata comunicata per ora con un cartello e ai clienti più affezionati. “È un posto che mancherà a molti” sentiamo dire in sala. Ma la decisione è di destinare l’intero stabile a una nuova proprietà, il contratto di gestione ha terminato il suo normale corso; dunque, non ci sono più le naturali condizioni per procedere. “Da veneziana posso dire che è sempre stato un luogo molto tranquillo, dove chiunque può prendere fiato. È stato un posto molto amato, perché è una specialità a Venezia, l’unico di questo genere. Si era venuto a creare un connubio perfetto tra le camere e la sala da tè. In qualche momento c’era la coda fuori è vero, ma è rimasto un luogo per prendersi una pausa della città, soprattutto rispetto a quello che è Venezia”. Lo confermano le tantissime recensioni online di viaggiatori da tutto il mondo che hanno trovato qui non solo il tè ma un momento di relax, un’immagine completamente diversa da quella che spesso Venezia offre, meno caotica e stordente. Ci auguriamo che in futuro si possa continuare a coltivare questa idea, anche se non qui, anche se in altre forme.
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