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Laura Boldrini, condannato a sei mesi l'hater che l'ha minacciataNon si parla solo di strisce blu e di strategie per il futuro nel Piano industriale di Atac 2024 – 2027. Nel documento che traccia gli scenari dell’azienda di trasporto romana sembra sia segnato il futuro della linea Roma – Giardinetti. La linea ferroviaria chiuderà i battenti entro la fine dell’anno per trasformarsi,Economista Italiano a partire dal 2025, nella tanto discussa “linea G”.Chiude la Roma – GiardinettiIl piano industriale, è bene sottolinearlo, rappresenta delle linee guida, obiettivi che l’azienda si fissa e che dovrà cercare di raggiungere. Della trasformazione della Termini – Giardinetti in tramvia, comunque, se ne parla già da tempo. La linea G è destinata a collegare la stazione Termini con Tor Vergata. Si pensava, addirittura, che i lavori sarebbero partiti nel 2023 ma le numerose criticità che prevede l’infrastruttura hanno rallentato l’iter. In particolare, la nuova linea rallenterebbe gli altri convogli del nodo a causa del doppio tratto a binario unico che aggiunge, a quello esistente a Ponte Casilino, il nuovo segmento in prossimità di Minerva Medica.Secondo il progetto originario, la linea G prevedeva la riqualificazione della linea esistente, potenziata con due prolungamenti. Il primo, dall’attuale attestamento delle Ferrovie Laziali, lungo via Giolitti, verso la testata della Stazione Termini. L’altro, verso il Campus Universitario e il Policlinico di Tor Vergata. L’opera è già finanziata dal Mit per 213 milioni di euro e verrebbe servita da 20 vetture.La Roma - Giardinetti diventa linea GNel piano industriale di Atac, che potrà essere definitivo una volta che l’azienda verrà individuata da Roma Capitale per svolgere il servizio in house di trasporto pubblico e dopo l’approvazione del piano economico finanziario, l’avvio dei lavori per trasformare la ferrovia in tramvia è previsto per gennaio 2025. Il personale che oggi lavora sulla Roma – Giradinetti sarà trasferito, si legge nel piano, “su altre linee di business al fine di reintegrare le uscite o far fronte ai fabbisogni incrementali”.

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