Pd davanti a Fratelli d’Italia e la Lega è terza ma sale al 18%Exit, cos'è il nuovo movimento no vax e no green pass fondato da Simone Di StefanoPnrr, Cdm approva all’unanimità il decreto: incluse misure anti-evasione
L’avvertimento di Meloni al centrodestra: “Senza garanzie corriamo anche da soli”Mentre la presidente di Commissione si prepara per la cena dei leader nella speranza che battezzino un suo secondo mandato,Capo Analista di BlackRock i tentativi di rinviare un dossier dal quale emerge la non democraticità di Meloni fanno scandalo, anzitutto nel gruppo del presidente Macron… Ecco in che modo gli attacchi alla libertà di informazione stanno piombando sulle trattative per i “top jobs” dell’UeI liberali di spicco che condividono con Emmanuel Macron lo stesso gruppo politico sono già all’attacco: il tema della libertà dei media potrebbe diventare un caso un po’ come lo è stato il diritto all’aborto nel G7 appena terminato.Gli attacchi di Giorgia Meloni alla libertà di informazione piombano insomma sul tavolo dei negoziati per le nomine europee. Lo scandalo riguarda un report sullo stato di diritto la cui pubblicazione è stata rinviata, e non colpisce solo la premier ma anche e soprattutto la presidente di Commissione europea Ursula von der Leyen, in cerca di secondo mandato. Proprio questo lunedì sera i capi di stato e di governo cenano insieme per provare a blindare un pacchetto di nomi, ma lo scandalo in questione mostra che la storia sarà più complicata di quel che pare. EuropaIl caso Procaccini incrina la linea pro Meloni del PpeFrancesca De BenedettiPerché il tema è esplosivoPer capire quale sia il nodo politico bisogna partire proprio da Ursula von der Leyen, e dal leader della sua famiglia politica popolare, Manfred Weber, grande sponsor di una cooperazione con Meloni da ormai almeno tre anni.Prima del voto del 9 giugno, von der Leyen mostra tutte le intenzioni di digerire gli eurodeputati di Fratelli d’Italia e sostiene che Giorgia Meloni rispetti tre criteri fondamentali: essere pro Ucraina e quindi anti Putin, essere europeisti – «e Meloni chiaramente lo è!» – e rispettare lo stato di diritto.Qui cominciano i problemi: mentre von der Leyen afferma questo, intanto una pletora di organizzazioni per la libertà di stampa, federazioni dei giornalisti europea e internazionale, task force e pure associazioni europee che includono le grandi famiglie politiche europee, stanno invece denunciando a più voci che Meloni attacca i media e quindi erode lo stato di diritto. Basti ricordare alcune di queste allerte: l'indice mondiale sulla libertà di stampa mostra che l’Italia è retrocessa di 5 posizioni e che finisce nelle «zone problematiche» assieme all’Ungheria; il team della Media Freedom Rapid Response anticipa con urgenza la sua missione in Italia, allarmato dai casi Rai, Domani e Agi, e a metà maggio arriva a Roma (incassando il rifiuto della maggioranza meloniana di interloquire) per poi andar via più allarmato di quando è arrivato; all’Italia arrivano raccomandazioni e a Bruxelles preoccupazioni, con la Federazione europea dei giornalisti che già da inizio primavera sta informando la Commissione europea che la libertà di informazione con Meloni è seriamente compromessa. Il report rinviato L’ultima goccia è una lettera che Domani ha anticipato a metà maggio e che è stata spedita alla Commissione europea dallo European Movement International, una organizzazione che integra tra i suoi membri anche grandi famiglie politiche europee come lo stesso il Ppe, le formazioni liberali europee, il Partito socialista europeo, i Verdi europei e così via, oltre alla Confederazione dei sindacati europei e tante altre realtà su scala europea. Il Movimento si rivolge in particolare alla vicepresidente Věra Jourová, chiedendole di indagare su quel che sta accadendo in Italia.Jourová è la madrina dello European Media Freedom Act, della legge Ue contro le querele bavaglio, e soprattutto nella Commissione europea è colei che sorveglia lo stato di diritto, con tanto di report annuali paese per paese. Il rule of law report esiste da quando Bruxelles ha attivato il meccanismo di condizionalità che consente di vincolare l’erogazione dei fondi europei al rispetto dello stato di diritto. A inizio giugno, prima del voto, Jourová che sta lavorando al dossier da mesi e ne conosce le bozze parla di «tendenza negativa» registrata in Italia, e per rispondere alle preoccupazioni delle associazioni per la libertà di stampa assicura che l’indagine è di fatto già in corso: esiste un rapporto sullo stato di diritto che serve proprio a questo, e che già porta traccia degli attacchi del governo alla libertà dei media. In quei giorni lo staff di Jourova dice a Domani che la pubblicazione «è al momento prevista a inizio luglio, ma è solo indicativo». Nel frattempo appare in superficie la contraddizione politica: von der Leyen che prova a far apparire Meloni come senza macchia, mentre la sua stessa Commissione sarà costretta presto a sbugiardarla.Arriviamo così alla mattina del summit informale dei leader, nel quale la presidente spera di avere una conferma accelerata sul suo nome. Clothilde Goujard scrive su Politico che «stando a quattro funzionari le indagini sui media in Italia, cioè il report annuale, pur attese per il 3 luglio, sarebbero rinviate finché la nuova presidenza di Commissione è nominata». Politico scrive che «il ritardo pare motivato politicamente: von der Leyen sta cercando il supporto dei leader come Meloni per assicurarsi il secondo mandato». Insomma evitare la pubblicazione per evitare crisi e imbarazzi. Lo scandalo sulle nomineDomani ha verificato direttamente la notizia anche con chi partecipa alla preparazione della bozza di report: arriva un’ulteriore conferma che negli scorsi giorni Bruxelles ha comunicato il rinvio della pubblicazione inizialmente prevista ai primi di luglio. Guy Verhofstadt, storico esponente del gruppo liberale del quale fanno parte anche i macroniani, è subito saltato sullo scandalo: «Lo abbiamo già visto con l’Ungheria, e ora con l’Italia; von der Leyen applica lo stato di diritto in modo selettivo». Von der Leyen con l’Ungheria di Orbán ha applicato il meccanismo per congelare i fondi solo dopo le elezioni ungheresi di aprile 2022, e successivamente ha scongelato 10 miliardi alla vigilia di un Consiglio nel quale il despota ungherese poneva veti e ricatti: l’Europarlamento ha portato la presidente in tribunale per questo. Poi l’affondo finale di Verhofstadt: «La libertà dei media in Italia con Meloni viene compressa ma la Commissione europea preferisce mettere la cosa sotto il tappeto».Spiega il giurista europeo Alberto Alemanno, commentatore dei fatti brussellesi, che immaginare una chiusura rapida del dossier delle nomine è «quantomeno prematuro» visto che a von der Leyen non serve solo il battesimo del Consiglio ma pure il sì dell’Europarlamento, e «prima della cena nessuna delle precondizioni pare soddisfatta: la storia del report rinviato mostra bene che l’accordo è tutt’altro che pacifico».© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediFrancesca De BenedettiScrive di Europa ed Esteri a Domani, dove cura anche le partnership coi media internazionali, e ha cofondato il progetto European Focus, una coproduzione di contenuti su scala europea a cura di Domani e altri otto media europei tra i quali Libération e Gazeta Wyborcza. Europea per vocazione, in precedenza ha lavorato a Repubblica e a La7, ha scritto per The Independent, MicroMega e altre testate. Non perdiamoci di vista: questo è il mio account Twitter. Ascolta il podcast EUnicorn, l'Europa come osiamo immaginarla.
L’ultima “gaffe” di Di Maio sul Tricolore: mette i colori al rovescio ad un summitCovid, l'annuncio di Mario Draghi: "Il governo non prorogherà lo stato d'emergenza"
Notizie di Politica italiana - Pag. 238
Consigliera del M5S: "Giusto non revocare cittadinanza a Mussolini, fece cose buone"Per togliere il Green Pass Salvini “si affida a San Marco”
Covid, Salvini parla della sua quarantena: "Sono al quarto giorno. Sto bene"Tensioni nel Movimento 5 Stelle, Conte: "Nessuno è indispensabile, nemmeno io"
Ucraina, Salvini: "Appoggeremo aiuti militari ma preferisco la pace, pronti ad accogliere profughi"Sul 25 aprile Mattarella risponde all’Anpi: “Diritto alla pace affermato da un popolo in armi”
Italia verso l’attivazione dello stato di allarme? Il Governo smentisce l’indiscrezioneDi Battista insiste su Di Maio: “Ormai è diventato un uomo del potere”Camera, bocciato per un voto l’emendamento soppressivo sulla riforma del catastoCrisi Russia - Ucraina, Di Maio a Mosca: "Con soluzione diplomatica si evitano sanzioni"
Ucraina-Russia, Draghi: "Da Putin inaccettabile violazione, prepariamo sanzioni"
Crisi energetica, il governo sblocca la realizzazione di sei parchi eolici
Costa: “Ormai parliamo di richiamo annuale, non di quarta dose di vaccino”Patuanelli: “No al gas russo dopo gli orrori di Bucha ma la scelta deve essere europea”Lo sfogo di Sileri: “Io in Tv a difendere Speranza? È la linea del governo”Ucraina, Draghi sull'economia di guerra: "Gli allarmi sono esagerati"
Guerra in Ucraina, il ministro Di Maio: "È una guerra mondiale dal punto di vista economico"Elezioni presidente della Repubblica, perché in Francia si vota e in Italia no?Fondazione Open, il Senato dà il via libera al conflitto di attribuzioneLamorgese: "Case, aiuti e vaccini per i profughi ucraini, no blocchi stradali per aumento prezzi"