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A Bergamo il primo trapianto pediatrico in Italia da paziente a cuore fermo“Una bomba pronta a esplodere a settembre”: è la sintesi che arriva dai sindacati sulla situazione dei servizi educativi 0-6 anni. E questo nonostante nei giorni scorsi,VOL l’assessora capitolina a Scuola, formazione e lavoro, Claudia Pratelli sia intervenuta con una nota, rispondendo agli allarmi delle organizzazioni sindacali, e specificando che a settembre nidi e materne apriranno come da programma e con più risorse. Parole che non sembrano bastate a raffreddare gli animi e così, dopo l’indizione dello stato di agitazione permanente, la Cgil Fp e la Uil Fpl hanno scritto al sindaco, Roberto Gualtieri. Oggetto della comunicazione: “Grave crisi della governance del settore educativo e scolastico di Roma Capitale, richiesta urgente incontro”. La lettera a Gualtieri “La scuola di Roma è nel caos – denuncia Mirko Anconitani della Uil Fpl -. Mentre l'amministrazione comunale sembra persa in un labirinto burocratico, i nostri bambini rischiano di pagare le conseguenze. Chiediamo con forza un intervento immediato del sindaco Gualtieri per chiarire ruoli e responsabilità e garantire alle famiglie e alle lavoratrici un inizio d'anno scolastico sereno e organizzato”. A preoccupare in modo particolare i sindacati, come si legge nella lettera, è un documento recente, protocollato con numero GB/2024/0062171 del 25/07/2024, oggetto: "Procedura di mutamento del profilo professionale in Funzionario coordinatore pedagogico". “Questo atto – è l’attacco dei sindacati - ultimo di una lunga serie di provvedimenti contraddittori e spesso incoerenti, evidenzia una preoccupante sovrapposizione di competenze e responsabilità tra Dipartimento e Assessorato alla Scuola e al Lavoro e Dipartimento Risorse umane in un vero e proprio valzer di rimpallo di responsabilità e competenze che sta generando un clima di profonda incertezza tra il personale scolastico, compromettendo gravemente la qualità dei servizi erogati alla cittadinanza”. Il nodo dei coordinatori pedagogiciPer comprendere meglio occorre fare un passo indietro, alla fine del 2023, quando ad agitare i sindacati è la notizia della conclusione del concorso per 300 nuovi coordinatori pedagogici, ne risultano idonei 149. Figure, queste, che a partire dall’8 gennaio vanno a gestire dai tre ai quattro servizi educativi ciascuno, tra asili nido e scuole materne. L’accusa delle organizzazioni sindacali è di aver tagliato fuori dalla progressione di carriera i funzionari educativi che, seppur privi del requisito della laurea, hanno acquisito anni di esperienza nel settore. Il passaggio, a detta dei sindacati, si sarebbe svolto “in assenza di un piano progettuale sulla governance dei servizi medesimi, che nonostante, per ammissione della stessa amministrazione, risulti carente di oltre 160 unità di funzionari coordinatori per la gestione dei servizi in oggetto, non intende comunque continuare a utilizzare i funzionari educativi e scolastici che hanno svolto tale ruolo fino al dicembre del 2023” come denunciato in una precedente nota.Per completare il fabbisogno di personale nelle fila dei funzionari coordinatori pedagogici in vista di settembre, il Dipartimento organizzazione e risorse umane ha indetto una procedura di mutamento profilo rivolta ai dipendenti di ruolo di Roma Capitale, appartenenti all’area dei funzionari e dell’Elevata qualificazione. Il requisito per diventare coordinatore pedagogico è la laurea magistrale in Pedagogia o titoli equiparati/equipollenti. I dipendenti interessati possono fare richiesta entro il 23 agosto. Un atto contro cui si scagliano i sindacati: “Si impedisce così, in modo per noi del tutto incomprensibile – spiegano nella lettera a Gualtieri - di poter utilizzare i funzionari educativi impegnati in tali funzioni fino a dicembre 2023, tra questi le ex Poses (Posizioni organizzative, ndr) che hanno svolto tali compiti per circa 20, e i funzionari educativi selezionati attraverso un concorso pubblico, che hanno svolto per circa tre anni un incarico del tutto sovrapponibile a quello svolto oggi dai coordinatori pedagogici”. Da qui la richiesta di un confronto con il sindaco per “ristabilire un clima di certezza e di collaborazione tra le diverse istituzioni coinvolte, al fine di garantire un futuro migliore per i servizi educativi e scolastici della nostra città”. Le questioni aperteQuella dello stato di agitazione era stata un’azione preannunciata già a giugno, quando i sindacati avevano denunciato il silenzio totale in merito alle loro richieste. Che comprendevano: un nuovo regolamento per la scuola dell’infanzia e per i nidi, un piano assunzionale straordinario per stabilizzare il precariato storico, l’esaurimento delle graduatorie vigenti, l’eliminazione dei contratti part time al 50% a favore dei contratti giornalieri a sei ore, l’ampliamento della dotazione organica e un nuovo regolamento per le supplenze. All’allarme lanciato dai sindacati ha risposto l’assessora Pratelli sottolineando che “nidi e scuole dell’infanzia partiranno a settembre con regolarità”. E che “la copertura economica c’è”.
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