File not found
trading a breve termine

Spara e uccide il nipote 12enne durante la caccia: lo ha scambiato per uno scoiattolo

Figlia accusa il padre morto di aver ucciso 70 donne: "Ci costringeva a spostare i cadaveri"Giorgia Meloni presidente del Consiglio: come hanno reagito i leader esteriSindaco scelto a "testa o croce" al ballottaggio tra due candidati con gli stessi voti

post image

Cerca di evirare il figlio di 5 anni del compagno: accusata di tentato omicidioPapa Giovanni Paolo II apre la Porta Santa inaugurando il Giubileo del 2000 - Ansa COMMENTA E CONDIVIDI I battenti delle porte sante delle 4 basiliche maggiori,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock a cominciare da San Pietro, furono chiuse a partire dal giorno dell’Epifania del 2001. Il Grande Giubileo dell’anno duemila si introdusse, così, come a segnarne i primi passi, nel terzo millennio che si era dato come orizzonte. Ma i pochi fogli di calendario in aggiunta all’anno Duemila, non cambiano senso e sostanza di una ricorrenza che riguarda tanto la chiesa, quanto – se non più – il mondo e la storia contemporanea. Ha vent’anni il Giubileo che ha accompagnato l’umanità nel nuovo secolo e nel nuovo millennio, per via di un evento che ha fatto sentire privilegiata la generazione alla quale è toccata l’emozione di poterlo vivere.A quel pellegrinaggio di secoli la Chiesa era arrivata come davanti a una condizione che, descrivendo la propria esistenza come un cammino, riproponeva tutta la sua storia come il ' diario vivente di un pellegrinaggio mai terminato'. Era questa la visione offerta non solo dalla sequela degli Anni Santi nei secoli, fin da quello del Trecento indetto da Bonifacio VIII ('una meteora nel cielo tempestoso dell’Europa cristiana') ma ancor più dal Papa provvidenzialmente chiamato a compiere il grande passaggio del millennio. Con Giovanni Paolo II la storia, si può dire, è stata associata al magistero pontificio. «A quest’anno Santo del Duemila – confessò papa Wojtyla nell’omelia della Messa di chiusura a San Pietro – avevo pensato come ad una scadenza importane, fin dall’inizio del mio pontificato. Avevo colto, in questa celebrazione, un appuntamento provvidenziale, in cui la chiesa, a trentacinque anni dal Concilio Ecumenico Vaticano II, sarebbe stata invitata ad interrogarsi sul suo rinnovamento per assumere, con nuovo slancio, la sua missione evangelizzatrice».Nell’era della comunicazione istantanea e di internet, vent’anni equivalgono a un cambio d’epoca e tanto più è lecito allora, chiedersi quale sia oggi il lascito di quello che, almeno in termini mediatici, ha rappresentato, subito dopo il Concilio, il maggior evento della chiesa contemporanea. Esistono i numeri e basterebbe l’ininterrotta sequela di 'Giornate' con celebrazioni dedicate, quasi ogni domenica, a singole categorie – a partire dai bambini, ma come dimenticare il maestoso raduno dei giovani a Tor Vergata? – o ai grandi temi, come lo stesso Concilio, la purificazione della memoria e il perdono, l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, i testimoni della fede, la carità e la giustizia, per dar conto di una dimensione che da sola la cronaca non riesce neppure a contemplare. Esisteva, temuto da molti, il rischio di un gigantismo organizzativo, di una kermesse della fede, ma ciò che invece venne fuori – anche per la guida autorevole e attenta dei vertici operativi, il compianto cardinale Roger Etchegary e l’allora arcivescovo Crescenzio Sepe – fu la tenerezza di una Chiesa che prese per mano il mondo per accompagnarlo alla soglia di un nuovo millennio. I numeri, poi, dicono ancora meno di fronte a un clima che, di quell’anno – di tutto l’anno Duemila – si è fatto via via accorata nostalgia: perché davvero è parso – anzi è avvenuto – che quei giorni, fino al compimento dell’anno, siano stati i giorni – e l’anno – del riposo, della quiete restituita tanto agli uomini quanto alla terra, proprio come un inaspettato e improvviso respiro biblico di libertà e di liberazione. Lo stupore, sempre più vivo con il passare del tempo, prende ancora più forza oggi, davanti a un mondo che, da quei giorni e quell’anno in poi, ha preso un altro corso, scaraventando davanti al cammino dell’uomo tutti i detriti di una deriva che rende troppo simile, pur nella diversità dei problemi e delle sfide, questo primo ventennio del millennio, a quello del secolo scorso, vigilia di catastrofi immani per la tirannia di sistemi politici anti-umani (e di cui resistono scorie non ancora smaltite). A riguardarlo dagli smarrimenti e dalle inquietudini dell’oggi, il Duemila fu davvero un anno di tregua, come quella proclamata dal suono del 'jobel', il corno di montone che, in Levitico 25,9 annunciava l’anno giubilare. In senso moderno quel ' riposo' delle armi in molte parti del mondo, quel rinnovato e più accolto richiamo alla giustizia e alla dignità individuale, soprattutto il tono dimesso di una cronaca insolitamente avara sul fronte delle ricorrenti sciagure o devastazione per mano della natura e dell’uomo, si trasformò, in maniera perfino inconsapevole, in un planetario e commovente atto di omaggio al passaggio da un millennio all’altro. Fu come se il mondo si fosse fermato, preso dallo stupore e dalla grandezza di un atto che lo riguardava in prima persona e dal vivo.Che si trattasse proprio – e solo – di una tregua, fu chiaro appena varcata la soglia del millennio, quando non il 'jobel' ma le breaking-news delle tv generaliste e la poderosa rete dei social-network annunciò e mise sotto gli occhi del mondo il limite estremo di terrorismo e violenza. Era l’11/9 la pagina orribile che è riuscita ad oscurare, per larghi tratti, anche la speranza. Tutto il male di quel giorno è arrivato a macchiare, come per una velenosa contaminazione, il prosieguo del tempo, sempre più segnato da una violenza dalle facce diverse. Si è fatta tragedia la trasmigrazione di popoli, e chi si è posto in cammino per cercare libertà e pace, o semplicemente pane, ha trovato troppo spesso, sui suoi passi, la morte. La caduta del Muro di Berlino era parsa come una prima breccia giubilare verso il terzo millennio, una 'porta laica' che cedeva sotto i colpi invisibili ma possenti e forti di una nuova speranza. Ma ec- co poi il contraccolpo di altri muri e di altre barriere, ecco i confini come recinto di un sovranismo che toglie spazio e respiro a popoli e Paesi. Anche le armi, in molte parti del mondo, hanno ripreso la loro terribile parola. E il marchio di fabbrica di questo ventennio, la globalizzazione, continua a distribuire i suoi utili nella stessa direzione, quella che i poveri neppure conoscono.Se sul piano teologico, come più volte sottolineato da Giovanni Paolo II, il Grande Giubileo del Duemila si richiamava – e richiamava – il Concilio, sul versante pastorale non si può che ricollegarlo, oggi, al Giubileo straordinario della misericordia, indetto da papa Francesco nel 2015. A mali estremi – e davvero sono tali quelli che il nuovo millennio ha posto sul tavolo – estremi rimedi: appunto la misericordia, indicata come un’urgenza dei tempi, offerta come un amore- limite, senza 'criterio' se non quello di non darsi mai per vinto ed evitare ogni forma di rassegnazione. Al varco di ogni porta santa, la chiesa parla con più solennità al mondo, ed è più vivo che mai quel Duc in altum!, l’esortazione a 'prendere il largo', diventata consegna per la chiesa del terzo millennio. Aveva appena chiuso la Porta Santa di San Pietro, quando Giovanni Paolo II, dall’altare della Messa, firmò in diretta, davanti all’assemblea dei fedeli – con una modalità del tutto inedita nella storia dei pontificati – la Lettera apostolica Novo Millennio Ineunte. Insieme alla Tertio Millennio adveniente, la magna carta della lunga fase di preparazione, e alla Bolla di indizione Incarnationis mysterium, sono tuttora le carte di viaggio e di orientamento che il Grande Giubileo ha lasciato non in eredità ma in costante visione per la Chiesa del post Duemila.È difficile non pensare, anche in termini giubilari, che il ' Duc in altum' sia in realtà sinonimo di quella chiesa in uscita indicata da Bergoglio, ancor prima che diventasse Papa, ed espressamente citata proprio in un documento di preparazione al Giubileo del Duemila della chiesa di Buenos Aires. Ogni anno Santo ha fatto storia a sé. Ma volgere oggi lo sguardo alla prima alba del nuovo millennio non è solo un cammino a ritroso. Il Grande Giubileo del Duemila non è una traccia da ritrovare, ma la pietra miliareda cui il nuovo secolo e millennio ha preso avvio. Lungo la strada si è a un tratto resa necessaria una sosta. È durata un anno e più. E ha avuto il segno della misericordia.

Scomparsa Elnaz Rekabi, l'atleta iraniana che ha gareggiato senza veloNotizie di Esteri in tempo reale - Pag. 350

Elezioni in Brasile, Lula e Bolsonaro se ne dicono di tutti i colori

Cerca da 11 anni la moglie in mare dopo lo tsunami del 2011: si immerge ogni settimanaSette neonati uccisi in ospedale: a processo l'infermiera 32enne Lucy Letby

Gatto scappa di casa nel 2016, i proprietari lo ritrovano dopo 6 anni: "Non ci potevamo credere"Sette neonati uccisi in ospedale: a processo l'infermiera 32enne Lucy Letby

La moglie scompare e lui la cerca ma l'aveva ingoiata un pitone

Ragazza di 22 anni bruciata viva in Pakistan per essersi rifiutata di sposare il cuginoLa Svezia smentisce Gazprom: "Le perdite nel Nord Stream non sono cessate affatto"

Ryan Reynold
Taglia la pancia all'amica incinta per rubarle il bambino: rischia la condanna a morteNotizie di Esteri in tempo reale - Pag. 365Cinque leoni fuggono dalla loro gabbia allo zoo di Sydney: visitatori evacuati

Capo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella

  1. avatarSindaco scelto a "testa o croce" al ballottaggio tra due candidati con gli stessi votiEconomista Italiano

    Iran, tifoso e trekker spagnolo scompare misteriosamenteIl monito di Biden: "La Russia non può cancellare l'Ucraina dalle mappe"Turchia, adolescente cade dal quarto piano per scattare un selfie e muore: le telecamere riprendono l’incidenteIncoronazione Re Carlo, perché Camilla potrebbe dover rinunciare alla corona tradizionale

    1. Spara e uccide per errore la moglie durante una battuta di caccia al cinghiale

      1. avatarSparatoria dopo una lite tra padre e figlio: 3 morti e 3 feriticriptovalute

        Il miliardario russo Oleg Tinkov protesta contro la guerra in Ucraina e rinuncia alla cittadinanza

  2. avatarBullizzata perché l'ex della sua amica flirtava con lei: 16enne suicida nella sua cameraVOL

    Missili russi su Zaporizhzhia e civili colpiti: due donne morteI primi viaggi esteri di Giorgia MeloniGran Bretagna, allarme per una nuova ondata di casi covidCina, il resort Disneyland di Shanghai chiude per il Covid: visitatori bloccati dentro

    VOL
  3. avatarLa Corea del Nord lancia un Icbm, la condanna di Usa e GiapponeBlackRock Italia

    Cameriere adesca bimba di 4 anni, la violenta e la lascia in un campo in gravissime condizioniBambino di 6 anni brucia caramelle gommose e le lancia: incendio in un palazzo in SvizzeraGuerra in Ucraina, la Russia lancia i missili: suonano le sirene d'allarme in tutto il PaeseL'analista: "L'uso del nucleare per Putin non è affatto escluso"

Premio Nobel per la Pace 2022 ad Ales Bialiatski e alle ong Memorial e Center for Civil Liberties

Spara e uccide la compagna, le sue due figlie e la nipotina di 4 anni, poi tenta il suicidioGuerra in Ucraina, missili su Kiev: ci sono morti e feriti, colpito anche un parco giochi*