Aereo colpisce un camion durante il decollo all’aeroporto di BarcellonaLa tv russa: "Avremmo dovuto lanciare l'atomica su Londra durante i funerali"Camilla, il primo discorso su Elisabetta: "Il suo sorriso è indimenticabile"
Ucraina, l'appello di Zelensky all'Onu: "Togliere alla Russia il diritto di veto"La cripta della Galleria San Fedele la chiesa milanese affidata alla Compagnia di Gesù - Galleria San Fedele COMMENTA E CONDIVIDI Padre Andrea Dall’Asta,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock architetto e gesuita, è il direttore della Galleria San Fedele a Milano. Tra i massimi esperti di arte sacra, è autore di numerose pubblicazioni sul tema. Ha deciso di spendere gran parte della sua vita e del suo ministero nello studio delle opere d’arte: «L’espressione estetica – racconta il gesuita – mi ha sempre profondamente colpito. Sin da bambino, dall’età di 5 o 6 anni, sfogliavo i libri di arte che erano in casa. C’era qualcosa in quelle immagini colorate che, senza che me lo potessi spiegare, attirava in profondità la mia attenzione. Mi facevano sognare… Poi col passare degli anni ho compreso che parlavano della mia vita, dei miei desideri come delle mie difficoltà». Di cos’altro le parla l’arte? L’arte parla dell’esistenza umana: è attraverso questo punto prospettico che cerco oggi di studiare le opere d’arte, gli spazi sacri. L’arte parla dell’uomo nella sua integralità: per entrare nel suo mondo, solo l’approccio storico-critico non è sufficiente. Se l’arte parla della vita nella sua unitarietà, per affrontarla occorrono analisi interdisciplinari: dalla filosofia alla teologia, dall’antropologia all’architettura.... La nostra vita non è suddivisa in settori, fatta di scatole separate. Siamo chiamati a vivere un’unità che è l’esperienza stessa della vita, anche se oggi tutto ci porta alla frammentazione, alla parcellizzazione, alla specializzazione, per cui spesso sappiamo tutto su un dettaglio, senza tuttavia avere una visione d’insieme. E l’arte è un luogo privilegiato di questa sintesi vitale. L’arte è un linguaggio che arriva a tutti: grazie ad Instagram c’è stata una grande riscoperta delle arti visive... cosa ha da raccontare l’arte ai giovani? L’arte arriva a tutti. Se da un lato questo è vero, dall’altro lato la proliferazione dell’immagine attraverso i social media conduce inevitabilmente alla perdita della sua “aura”, come osservava Walter Benjamin. Di fatto, l’immagine sta diventando sempre più un puro oggetto di consumo, come ci ha mostrato la Pop Art. Oggi più che mai ci troviamo di fronte a un’estetizzazione del reale, per cui tutto diventa immagine. E l’infinita produzione di immagini appiattisce ogni cosa. In questo modo, anche la “bella” immagine – vale a dire l’opera d’arte – perde la sua capacità di rispondere con lo sguardo. È sufficiente entrare nei musei per vedere su cosa è diretta l’attenzione del turista: scatta decine di foto, in continuazione, senza soffermarsi davanti a nessuna opera. Pensiamo semplicemente alla follia collettiva dei turisti davanti alla Gioconda, diventata una pura immagine da consumare, un’icona svuotata del suo senso. Che cosa dunque direi ai giovani? Che le opere d’arte parlano di loro, dei loro sogni come delle loro paure e ansie. Tuttavia, le opere vanno ascoltate con attenzione, in silenzio, come quando si prende sul serio una persona che si ama e le si presta l’attenzione dovuta. Altrimenti, sono solo forme e colori svuotati della loro vita, di quella trama simbolica originaria che è invece diretta a interpellarci e a porci le domande più profonde. L’arte può essere ancora impiegata per la catechesi... soprattutto con i giovani...in che modo secondo lei? Generalmente, dal punto di vista ecclesiale, si parla di arte sacra a servizio della catechesi. Se da un lato è un’espressione molto chiara e semplice, dall’altro lato non va fino in fondo al suo significato. L’immagine sacra ha sempre avuto la finalità di suscitare e di promuovere un’esperienza che apra alla relazione con Dio. In questo senso, l’arte è un “luogo teologico”. Anche oggi, tante iniziative espositive hanno come finalità quella di porsi all’origine di un’“esperienza”. Pensiamo solo alle tante mostre immersive a realtà aumentata, create per stimolare i sensi. In questo modo, si “fruisce” di una mostra, per vivere un’inedita esperienza sensoriale… Ma poi? Quando il visitatore è uscito, che cosa ne ha ricavato, oltre ad avere fatto esperienza degli stimoli dai quali è stato bombardato? In che modo si aiuta la persona a prendere consapevolezza di se stesso? Quando parlo di immagine penso al suo significato originario, così come lo potevano vivere gli antichi. Ci siamo mai chiesti perché nell’arte paleocristiana o bizantina le diverse figure hanno gli occhi aperti? Gli occhi sono spalancati perché i personaggi sono dei veggenti, il loro sguardo si apre sull’infinito, sul trascendente, sulle realtà divine. L’immagine è quel “luogo” che mi permette l’accesso alla visione del divino, è come una soglia tra un al di qua e un aldilà. Ecco, direi ai giovani che l’arte a che fare con il senso più profondo della vita, con Dio stesso. Rothko diceva che ogni vera arte ha a che fare con la morte... L’arte non potrà mai ridursi a semplice merce. Contemplare un’opera d’arte significa ascoltarsi. Un museo può essere un luogo di incontro con l’Altro? Come valorizzare i Musei diocesani? Certo, il museo diocesano può essere un luogo di incontro con l’Altro, con la A maiuscola, e con gli altri, uno spazio di valorizzazione delle forze positive della società, perché vengano incentivate e promosse. Tuttavia, questi spazi devono essere predisposti a suscitare questi incontri. Non ci possiamo limitare ad appendere alle pareti le diverse opere le une accanto alle altre come se queste fossero oggetti di un negozio. I musei diocesani devono diventare spazi generativi di cultura, luoghi di formazione delle coscienze, dove arte, musica, riflessione sociale e dimensione spirituale sono chiamate a convivere per esplorare la bellezza del mistero umano che si offre sempre in una molteplicità di forme. È questo molto difficile. In realtà, oggi, per i nostri musei diocesani non è sempre facile dialogare con il mondo contemporaneo, rendersi conto delle sfide della cultura di oggi, fare proposte che possano essere spunti di riflessione a una realtà sempre più secolarizzata.Ci racconti cosa significa per lei un “buon uso” dell’arte nella pastorale e nella catechesiPenso alle visite guidate che teniamo nel Museo San Fedele: una visita è per me riuscita quando le persone si accorgono che il percorso compiuto parla della loro vita. La visita diventa allora una sorta di percorso iniziatico, una mistagogia. Oppure, sono davvero felice quando mi accorgo che una conferenza si fa una meditazione, un’interrogazione profonda sul mistero dell’uomo. E allora le persone si chiedono: perché quell’immagine mi ha interpellato, che cosa mi stava dicendo, che cosa ho sentito? L’opera d’arte si fa così “specchio” in cui si dialoga con un altro… L’immagine si confronta allora veramente con la vita.Padre Andrea Dall'Asta gesuita parmense, classe 1960, che guida la Galleria San Fedele a Milano - FOTOGRAMMA Piaggesi
Torri Gemelle, 21 anni dall'11 settembre 2001: manca ancora un processoRegina Elisabetta, la storia dell'uomo che ha rubato la tavoletta del WC della sovrana
Kiev accusa Mosca: “La Russia addestra bambini-soldato”
La mossa della volpe di Putin e l’Occidente che “è spacciato”Rapisce un neonato di un mese mentre la madre fa la spesa: fermata a 200 km di distanza
Putin in difficoltà: il parere degli esperti sulle sue ultime mosseMorta bimba di 2 anni dimenticata dalla madre nell’auto bollente per 7 ore
Pietra di Scone, cos'è e perché potrebbe essere un problema per l'incoronazione di Carlo IIITrump lancia la sfida: “Cacceremo il nemico degli Usa Joe Biden”
Indietreggia per una foto ma non vede il dirupo e precipita, morto 77enne Regina Elisabetta, le curiosità sulla vita di una delle donne più amate della storiaPadre cerca di cambiare la data di nascita del figlio: "Non voglio che sia nato nel 2020"Terremoto Southern East Pacific Rise: scossa di magnitudo 5.5
Ucraina, rischio diffusione sostanze radioattive nella centrale di Zaporizhzhia
Ucraina, incidente d'auto per Zelensky: "Non è ferito gravemente"
Re Carlo III: quando si svolgerà l'incoronazione?Bloccati per ore nel tunnel della Manica per guasto: evacuazione a piedi verso un altro trenoLavoro, l'appello di Papa Francesco: "Le donne incinte non devono essere licenziate"Terremoto Taiwan, palazzi crollati e allerta tsunami: c'è una vittima
Primo disappunto reale per Carlo durante la proclamazioneNotizie di Esteri in tempo reale - Pag. 374Incidente in Svizzera, furgone si ribalta in autostrada: morta ragazza di 20 anniTigre attacca e morde bimbo di 15 mesi, la madre lo salva combattendo a mani nude contro l'animale