File not found
Guglielmo

La Corte Onu ordina a Israele di fermare l'offensiva a Rafah. Netanyahu sempre più isolato

Medio oriente, l’esercito israeliano dice che l’attacco al Wck «non doveva accadere»Assoluzione Berlusconi, Forza Italia esulta in aula: le reazioni alla sentenzaNotizie di Politica italiana - Pag. 110

post image

Notizie di Politica italiana - Pag. 114Quello dei rapporti tra anarchici e forze dell’ordine,Capo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella descritto nel saggio di Di Vito, è uno schema che si ripete. Ma com’è possibile che sia costante l’allarme ogni volta lanciato dagli inquirenti per la sicurezza dello stato? Lo schema è sempre quello: la colossale operazione di polizia o carabinieri, le perquisizioni all’alba, le decine di arresti, la conferenza stampa a metà mattina con un bel mazzo di fototessere per i giornalisti, l’accusa di terrorismo, le paginate sui giornali locali. E medesimo è anche l’iter successivo: qualche dubbio del Tribunale del riesame, sentenze di primo grado ridimensionate rispetto alle richieste delle procure, spesso intere cancellazioni in appello. Salvo poi ritrovare i nomi dei coinvolti in blitz successivi, con la giostra che riparte, fa il giro e torna al punto di partenza. E poi di nuovo. E poi ancora.Leggendo La pista anarchica di Mario Di Vito (sottotitolo: Dai pacchi bomba al caso Cospito), appena pubblicato da Editori Laterza, il pensiero corre subito al mito di Sisifo e a quel macigno che, spinto a fatica sulla cima di una collina, poi rotola giù inesorabilmente. E ogni volta ancora. Se non ci fossero spesso di mezzo anni di galera (e naturalmente bombe e attentati anche con ferimenti), si potrebbe quasi sorridere: possibile che dopo anni di film uguali il canovaccio sia quasi sempre quello? E come è possibile che costante sia l’allarme ogni volta lanciato dagli inquirenti circa la sicurezza dello stato, nonostante la messe di operazioni di polizia, di inchieste, di arresti e processi?Compendio formidabileLa verità poggia su alcune circostanze di fatto. La prima: in tanti anni, gli anarchici insurrezionalisti (termine su cui si tornerà) non hanno ucciso nessuno. Feriti sì, più d’uno. Bombe e bombette numerose. E un gambizzato, l’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi nel 2012 a Genova, unico episodio in qualche modo paragonabile alle azioni terroristiche che hanno insanguinato l’Italia degli anni Settanta, quando l’emergenza eversiva era all’ordine del giorno.Ma di morti, zero. D’altra parte, come detto, i mille blitz si sono spesso risolti in flop giudiziari. Perché, nota asciutto e un po’ beffardo Di Vito, «quando si conduce un’inchiesta e si effettuano degli arresti, bisognerebbe assicurarsi di avere delle prove in grado di reggere all’urto di un processo».I casi a contrario casi che l’autore cita sono uno più sconcertante dell’altro. Di qui la riproposizione di un refrain classico del cinema poliziottesco: la polizia incrimina, la legge assolve. Quasi che i magistrati sotto sotto covino tutti un animo libertario, come ogni “toga rossa” che si rispetti, no?E Di Vito: «Ovviamente non è così, anzi, sono moltissimi i magistrati che accolgono ogni volta con gran favore le iniziative della polizia contro gli anarchici. Il problema è che poi esistono anche i giudici, ovvero coloro che sono incaricati di guardare i fatti e decidere cosa è meglio fare. Ecco, tra le altre cose, si tratta di persone che per emettere condanne richiedono la presentazione di qualche prova».Di Vito, già autore di un notevole saggio sull’uccisione di Roberto Peci da parte delle Brigate rosse, è giornalista del Manifesto. E la sua analisi, come traspare anche da questo brano citato, nonostante la neutralità espressa in premessa del volume, conferma quanto egli stesso afferma (peraltro subito dopo): cioè che «il tempo presente richiede cautela, e chiunque – a torto o a ragione – metta la propria esistenza al servizio di un ideale di giustizia merita quantomeno di essere trattato con dignità, cosa che non sempre avviene».Preso nota dell’avvertenza, La pista anarchica è un formidabile compendio, per dirla alla Woody Allen, di tutto che avreste voluto sapere sugli anarchici e non avete mai osato chiedere. Dove per anarchici si devono intendere però gli anarchici informali, appunto detti anche insurrezionalisti, cioè non quelli della Fai storica, la Federazione anarchica italiana nata a Carrara (e dove sennò?) nel 1945 come prosecuzione della vecchia Uai, l’Unione anarchica italiana disciolta dal fascismo.Qui per Fai si deve intendere invece la Federazione anarchica informale, dove i primi due termini non hanno bisogno di spiegazioni particolari, se non che il secondo, parole di loro stessi (il libro è ricchissimo di documentazione proveniente da fonti tutto sommato aperte dell’area insurrezionalista), comprende anche l’avversione verso «qualunque cancro marxista, sirena incantatrice che incita alla liberazione degli oppressi ma in realtà macchina incantatrice che schiaccia la possibilità di una società liberata per sostituire un dominio ad un altro».Ed è una specificazione che andrebbe sempre tenuta presente, quando si parla di anarchismo. E poi appunto “informale”, mille miglia lontana cioè da concezioni avanguardiste e soprattutto «unico strumento organizzativo che ci potesse garantire da meccanismi autoritari e burocratizzanti salvaguardando la nostra indipendenza come gruppi/singoli». FattiLa pista nera sulle stragi, Delle Chiaie e i documenti spariti: cosa sappiamoPropaganda del fattoGran parte della partita giudiziaria si gioca su questo punto. Per polizia e procure, infatti, esisterebbe una struttura gerarchica e occulta a coordinare uomini e azioni degli anarchici informali. Per questi ultimi, invece, nessuna organizzazione, men che meno una struttura, figuriamoci una gerarchia, irriducibili come sono da sempre i libertari nel rifiuto di ogni potere costituito.E dunque, riassume Di Vito, chiunque decida di far scoccare una scintilla contribuisce a remare nella direzione della rivolta generale, questo sì obiettivo ultimo. Senza bisogno di ordini. Senza necessità di pianificazione. Siamo all’essenza profonda della cosiddetta “propaganda del fatto”, caposaldo di una certa cultura anarchica che, a cavallo tra Ottocento e Novecento, molto teorizzò sul punto e ancor più mise in pratica. GiustiziaLicia Pinelli e piazza Fontana, quella verità che non rende davvero giustiziaRoberta De MonticelliIl caso CospitoÈ evidente che la prima impostazione, quella di polizia a magistratura inquirente, porta in automatico a far lievitare imputazioni e ipotetiche pene, per via del reato associativo con l’aggravante del terrorismo, concludendo regolarmente per l’indicazione di un piano eversivo coordinato e di dimensioni gigantesche, che si starebbe dispiegando da anni.L’esempio ormai classico di questo tipo di lettura è costituito ovviamente dall’inchiesta “Scripta manent” della procura di Torino, per capirci quella che ha portato alle condanne di Alfredo Cospito e della sua compagna Anna Beniamino per un copioso elenco di azioni terroristiche tra plichi esplosivi e pacchi bomba (oltre all’attentato ad Adinolfi, peraltro già giudicato in precedenza).Non si rifarà qui la storia dello sciopero della fame di Cospito, della sua detenzione ai sensi dell’articolo 41 bis e dei palleggiamenti tra le Corti circa la riformulazione del reato e della condanna (cronaca recente che sta tutta nel libro): sta di fatto che, al netto di tutto, era in ballo un ergastolo per via di una bomba esplosa nottetempo senza la possibilità di ferire nessuno.E anche qui il pensiero corre inevitabilmente ad altro, nella fattispecie alla ventina di bombe del 1969 soprattutto in luoghi pubblici, con numerosi feriti benché lievi, per le quali Freda e Ventura a suo tempo, spuntando un’insperata assoluzione per la strage di piazza Fontana, si presero non più di quindici anni.Il caso Cospito è solo la punta di un iceberg che Di Vito perlustra nella sua interezza, immergendosi nei vari blog della Federazione anarchica informale, precisando con puntiglio i tanti esiti giudiziari, raccontando personaggi leggendari come Alfredo Maria Bonanno (per certi versi il teorico dell’insurrezionalismo anarchico), Pasquale Valitutti (dalle stanze della questura di Milano la notte di Pinelli alla prima fila di tutte le manifestazioni odierne, sulla sua carrozzina), brevemente anche quel Gianfranco Bertoli che il 17 maggio del 1973 fece strage con una bomba ananas davanti alla questura di Milano, addirittura Horst Fantazzini, il leggendario “rapinatore gentile”.E poi i “black bloc”: quelli del G8 di Genova ma non solo, dei quali si tratteggiano con particolare precisione storia e filosofia. Per dire insomma che La pista anarchica cala l’attualità del caso Cospito – e di una certa propensione giudiziaria italiana – in una cornice più ampia, spesso trattata invece con sufficienza e imprecisione dalla stampa nazionale, generando fraintendimenti. GiustiziaRagioni politiche e falle logiche nella decisione di Nordio sul 41 bis a CospitoGiulia MerloLa ricetta democraticaÈ invece impossibile fraintendere le parole che qualcuno distillò nel 2008 per illustrare la propria «ricetta democratica» (testuale) per l’ordine pubblico.Di Vito le riporta, eccole: «Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri.Nel senso che le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti all’ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì». Parole di Francesco Cossiga. Già ministro dell’Interno, presidente del Consiglio e capo dello Stato.La pista anarchica. Dai pacchi bomba al caso Cospito (Laterza 2023, pp. 176, euro 18) è un libro di Mario Di Vito. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediPaolo MorandoGiornalista, ha lavorato in quotidiani di Trento, Bolzano e Verona. Ora scrive per Domani, Huffington Post, Internazionale, L'Essenziale e sul blog minima&moralia. Per Editori Laterza è autore di Dancing Days. 1978-1979: i due anni che hanno cambiato l’Italia (2009, ristampato nel 2020), ’80. L’inizio della barbarie (2016, finalista al Premio Estense), Prima di Piazza Fontana. La prova generale (2019, vincitore del Premio Fiuggi Storia, sezione Anniversari), Eugenio Cefis. Una storia italiana di potere e misteri (2021, finalista al premio Acqui Storia) e L'ergastolano. La strage di Peteano e l'enigma Vinciguerra (2022), per Feltrinelli di La strage di Bologna. Bellini, i Nar, I mandanti e un perdono tradito (2023).

Biden presenta il piano, tre fasi per la pace in Medio Oriente ma diverse incogniteIran, cinque giorni di lutto per la morte del presidente Raisi. Le reazioni dei leader internazionali

Gli Usa rassicurano Israele nel loro sostegno contro un attacco iraniano

Caso Cospito, per Tajani è in corso un attacco allo stato italianoBlinken: «Imperativo l’aumento degli aiuti a Gaza»

Trattativa in stallo fra Israele e Hamas, ora la guerra si combatte anche sulle tasseSciopero dei benzinai, Giustizia, autonomia: i nodi da sciogliere per il Governo Meloni

Sondaggi politici, Fratelli d'Italia "sfonda il tetto" e vola al 31%

Michele Usuelli visita Alfredo Cospito a Opera: "Molto lucido"Gaza, Austin a Gallant: «Concludere i negoziati con l’Egitto e riaprire il valico di Rafah per gli aiuti»

Ryan Reynold
Netanyahu è una disgrazia, ma Israele ha diritto a esistereNapoli, Elly Schlein: "Non sono una che sta offrendo posti"Caso Assange, l’Alta corte di Londra concede l’appello contro l’estradizione negli Usa

BlackRock Italia

  1. avatarDonald Trump sfoga la tensione dei processi giudiziari nel junk foodCapo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella

    Christian Solinas è indagato per corruzione e riciclaggioGiorgia Meloni sulle elezioni regionali: "Sono importanti. Andate a votare"Superbonus, Floridia: "Meloni vigliaccamente ha aspettato le elezioni per cancellare le misure M5S"La principessa di Galles Kate Middleton ha annunciato di avere un cancro

    1. Regionali, l'esultanza del centrodestra: "Voto di fiducia al governo"

      1. avatarCaso Cospito: quali sono gli atti sensibili che il sottosegretario avrebbe divulgatoMACD

        "Da madre a madre, faccia tornare mio figlio", l'appello a Meloni per Chico Forti

  2. avatarScuola, Valditara: "Investire sulla formazione tecnica e professionale"investimenti

    Christian Solinas è indagato per corruzione e riciclaggioPutin denuncia il complotto mondiale contro la Russia, ma non sa come rispondereCon l’attacco alla memoria dei desaparecidos, Milei prepara l’indulto per i terroristi di statoStrage in una sala concerti a Mosca. Il Cremlino parla di guerra per la prima volta e attacca la diga di Zaporizhzhia

  3. avatarIl liveblog della notte | L’Iran attacca Israele con centinaia di droni e missiliMACD

    Le proteste in Georgia e il sogno europeo. Una nuova Maidan? «È presto per dirlo»Caso Assange, l’Alta corte di Londra concede l’appello contro l’estradizione negli UsaGaza, nuova missione diplomatica di Blinken. L’Anp denuncia operazione dell’Idf su RafahPrimarie PD: possibili brogli in Campania. Il comitato Schlein: "Tesseramento gonfiato"

    ETF

Pd: dopo Giarrusso arrivano anche Di Maio e Spadafora? La smentita

Israele reagisce all’Iran: tutti minimizzano, anche gli ayatollahDritto e Rovescio, Berlusconi su Messina Denaro: "Abbiamo lottato noi, non la sinistra giustizialista"*