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Aereo a idrogeno: nel 2026 il primo volo Klm | Wired ItaliaVigili del fuoco al lavoro per un rogo. A fuoco un capannone di rifiuti in un'azienda sequestrata a Marcianise dalla magistratura - Ansa foto d'archivio COMMENTA E CONDIVIDI Crollo dei roghi nella Terra dei fuochi. Ben il 35% in meno in due anni. Lo segnala il Rapporto annuale 2021 dell’incaricato per il contrasto al fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania,Campanella il viceprefetto Filippo Romano. Lo scorso anno, secondo i dati dei Vigili del fuoco, i roghi di rifiuti sono stati 1.406 (1.114 in provincia di Napoli e 292 in quella di Caserta), mentre erano stati 2.041nel 2020 (1.532 nel Napoletano e 509 nel Casertano), e 2.220 nel 2019 (1.710 in provincia di Napoli e 510 in quella di Caserta). Tanti, certo, quasi quattro al giorno ma «una decisa inversione di tendenza», si legge nel Rapporto, sottolineando come «per la prima volta nell’ultimo decennio il numero dei roghi è sotto la soglia dei duemila eventi annui e con uno "scalino" del 35% in meno rispetto al trend consolidato degli anni precedenti». Inoltre, si legge ancora nel documento del commissario antiroghi, «è opportuno ricordare che nei primi anni "dieci" il numero di roghi di rifiuti superava i 4mila l’anno, e dal 2014 in poi si è andato stabilizzando intorno ai 2mila annui». Entrando nei particolari, il viceprefetto segnala che addirittura il mese di novembre 2021 è quello con meno incendi in tutto il decennio, e il secondo è dicembre. Inoltre, aggiunge, «negli ultimi mesi è fortemente diminuito il fenomeno degli incendi nei pressi dei campi rom, con ciò confermando l’efficacia delle attività finalizzate a migliorare il controllo e la prevenzione in quelle aree, tradizionalmente a forte rischio». Ricordiamo che, purtroppo, alcuni dei campi rom, soprattutto nella zona di Giugliano sono luogo di incendio di rifiuti per il recupero dei metalli, acquistati poi da compiacenti aziende locali. Luoghi di illegalità ma anche di degrado e rischi per la salute per chi vi vive. I controlli non hanno riguardato solo i roghi ma si sono concentrati su quello che sta a monte, in particolare sulle attività di trasporto abusivo e scarico di rifiuti, e le attività e le filiere produttive. Controlli che hanno prodotto «ingenti risultati» con «un rilevantissimo aumento, sulla media del biennio 2019-20, del numero di pattugliamenti (+13%), dei controlli e dei sequestri sulle aziende (rispettivamente + 65% e +57%) dei controlli sui veicoli (+706%) e sulle persone fisiche (+567%), nonché delle persone denunciate (+55%), di quelle sanzionate amministrativamente (+382%), del totale delle sanzioni amministrative (+71%)». Vediamo qualche dato. I pattugliamenti delle Forze dell’ordine e dei militari nelle due province sono passati da 17.168 del 2018 a 18.179 del 2020 e a 20.052 del 2021, le aziende controllate sono state 313 nel 2019, scese a 290 nel 2020 per il lockdown, cresciute a 489 nel 2021. Controlli che colpiscono a fondo. Così le aziende sequestrate per violazioni delle norme sui rifiuti sono passate da 171 a 108 e a 201. I veicoli sequestrati sono cresciuti da 573 del 2019 a 633 dello scorso anno. Quasi raddoppiate le persone denunciate che erano state 221 nel 2019 e sono arrivate a 433 nel 2020. A conferma che, purtroppo, esiste ancora un’illegalità diffusa nel settore dei rifiuti. E lo confermano anche i dati sulle persone sanzionate amministrativamente passate da 241 del 2019 a ben 916 dello scorso anno. Con sanzioni a persone fisiche e aziende arrivate a più di due milioni di euro (erano state 1,1 milioni nel 2019). «Gli ottimi risultati raggiunti – commenta il viceprefetto Romano – si devono soprattutto all’ulteriore rafforzamento delle attività di controllo e prevenzione: i pattugliamenti ordinari quotidiani, le oggi altrettanto quotidiane azioni coordinate di più forze in campo, e gli action day a cadenza settimanale con la partecipazione di tutte le Forze di polizia e degli altri organi specializzati che di volta in volta vi prendono, con il coordinamento tecnico delle due Questure di Napoli e Caserta».
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