File not found
Professore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock

UtensileriaOnline: la ferramenta professionale compie 10 anni online

Rottamazione ter, in arrivo 700mila lettere con cifre da pagareFerrovie dello Stato, pronti grandi investimenti e assunzioniMediaset trasferisce la sede legale in Olanda

post image

Trump, nuovi dazi alla Cina: crollano le BorseI pochi dati esistenti dimostrano che è falso che il giudice sia appiattito sul pm: circa la metà dei processi in dibattimento con rito ordinario e addirittura i due terzi per le opposizioni a decreto penale di condanna finisce con una pronuncia di assoluzione o di non luogo a procedere. Separando le carriere esalteremmo una deriva con pm che mostrano una crescente insofferenza al controllo del giudice: avremmo un giudice più debole a fronte di un pm che impersonificherà la volontà punitiva di una società sempre più incattivita. Questo scenario sarebbe garantista?Economista Italiano A me sembra esattamente il contrario. Interventi sono necessari ma devono andare in una direzione radicalmente opposta, quella di unire e non di separare.   Continuiamo ad inseguire parole magiche d’un tratto capaci di risolvere i problemi che da decenni affliggono il nostro sistema. Uno di questi è la riforma della giustizia, su cui in astratto nessuno può dirsi contrario, ma che quando viene declinata in concreto dimostra troppe volte o la sua modestia o la sua valenza fondamentalmente ideologica e propagandistica. Si dimentica che negli ultimi quindici anni abbiamo avuto una complessiva riforma ordinamentale con i decreti legislativi del Ministro Castelli del 2005 e del 2006 (solo parzialmente modificati dal Ministro Mastella), la riforma della giustizia appunto. Riforma che però non è stata evidentemente risolutiva se oggi ci troviamo di nuovo a dover riaffrontare il problema. Ed anzi a dover rimediare ad alcuni drammatici effetti che proprio quella riforma ha innescato quali i rapporti di potere personalistici all’interno del Csm e il carrierismo nella magistratura. La realtà è che quando si parla di riforma della giustizia in generale ci si riferisce ad intervenire su due settori quali l’ordinamento giudiziario e le regole processuali, che sono importanti, ma che non sono determinanti, dovendosi invece affrontare anche le modalità organizzative, le priorità nell’investire risorse, le pratiche e la governance degli uffici giudiziari. Il problema è che è molto più facile lanciare parole magiche con la pretesa che di per sé risolvano i problemi, rispetto ad affrontarli in concreto con pazienza, umiltà e conoscenza della realtà degli uffici giudiziari e dell’avvocatura. Servono (anche) riforme normative, ma soprattutto investimenti mirati, interventi organizzativi, formazione e accompagnamento allo change management. Nulla è di per sé risolutivo, bisogna operare su più canali con una visione complessiva ed una strategia condivisa. Separazione delle carriere La separazione delle carriere è uno dei mantra che viene spesso presentato come risolutivo di alcuni dei mali della giustizia, ma che in realtà rischia di essere un poderoso boomerang con effetti del tutto opposti a quelli che almeno alcuni dei proponenti si propongono. Ci viene raccontato, spesso in buonissima fede, che con la separazione delle carriere tra giudicanti e requirenti il giudice verrebbe liberato da ogni legame con il pm e ciò lo renderebbe più libero e indipendente di decidere. Ciò come se oggi i giudici fossero condizionati dall’operato dei pm. I pochi dati esistenti dimostrano come la vulgata di un giudice appiattito sulle richieste del pm sia del tutto falsa: circa la metà dei processi in dibattimento con rito ordinario (il 50,5 per cento) e addirittura i due terzi per le opposizioni a decreto penale di condanna (67,1 per cento) finisce con una pronuncia di assoluzione o di non luogo a procedere. (Fonte Relazione per l‘inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2021 del Presidente della Corte di Cassazione Pietro Curzio). E i pochissimi dati relativi all’accoglimento o rigetto delle richieste di misure cautelari da parte dei Gip parlavano di circa un quarto delle richieste non accolte (fonte Bilancio Sociale del Tribunale di Milano 2013). Il rischio del pm superpoliziotto La realtà è diversa: separando le carriere esalteremmo una deriva di cui abbiamo già qualche sintomo con pm che mostrano una crescente insofferenza al controllo del giudice ed un’enfatizzazione del momento delle indagini preliminari e delle ipotesi accusatorie. Avremmo un giudice più debole a fronte di un pm che impersonificherà la volontà punitiva di una società sempre più incattivita. Non dobbiamo illuderci: il rischio è di produrre un pm superpoliziotto, molto più forte del giudice, soggetto ai richiami dell’allarme sociale e alle pressioni dell’opinione pubblica, attento più al risultato da perseguire che alle garanzie. Se a questo uniamo il perverso connubio che si può facilmente creare tra prospettazioni accusatorie, mass media e social arriveremmo ad un pm potentissimo e sostanzialmente incontrollabile. Nessuno oggi ha il coraggio di augurarsi un pm sottoposto all’esecutivo, ma se si imbocca questa strada è facile preconizzare che nel giro di pochi anni questo passaggio sarebbe auspicato da molti, in modo da non avere un organo sostanzialmente incontrollabile. No alla gerarchizzazione Non è neppure pensabile di risolvere il tutto con una forte gerarchizzazione verticale in capo al Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione per poi scendere ai Procuratori Generali presso le Corti di Appello, per arrivare ai Procuratori della Repubblica e ai singoli sostituti. Sarebbe una sorta di militarizzazione che, come ci insegna l’esperienza di questi anni, che già hanno visto una forte gerarchizzazione degli uffici (comunque autonomi), si rivelerebbe fallimentare. Un’autonomia del singolo pm nella gestione della fase delle indagini, ed ancora più dell’udienza, è inevitabile. Il ruolo del procuratore, necessario per assicurare una uniformità di indirizzo dell’Ufficio, può essere efficace e porta risultati solo quando si basa su scelte trasparenti e condivise e non con mere imposizioni. Questo scenario sarebbe garantista? A me sembra esattamente il contrario. Interventi sono necessari ma devono andare in una direzione radicalmente opposta, quella di unire e non di separare.   Formazione e coordinamento A partire dalla formazione che deve essere comune e unitaria per tutti coloro che aspirano a professioni giuridiche (tramite nuove Scuole di specializzazione comuni a numero chiuso obbligatorie come era previsto in origine o attraverso un V anno di università a numero chiuso destinato unicamente a chi voglia accedere a professioni giuridiche) per creare un’osmosi ed una cultura comune. E poi un forte coordinamento tra procure e tribunali, con l’interlocuzione dell’avvocatura, per far sì che i progetti organizzativi di Procure e Tribunali (le tabelle), non si muovano su piani distinti, ma siano un unico progetto coordinato e sinergico che sia compatibile con le risorse esistenti, con le esigenze dei territori, capace di fare i conti con continuità e trasparenza con risultati ed esiti.     © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediClaudio Castelli Presidente della Corte d'appello di Brescia

Detrazioni fiscali: cosa sono e tutte le novità del 2019Notizie di Economia in tempo reale - Pag. 160

Ecco come e quando richiedere un risarcimento danni

Sussidi alle famiglie, per il 76% agli stranieriEcofin, nuova black list dei paradisi fiscali. Slitta la web tax UE

Decreto Semplificazioni, dalle trivelle alle assunzioni: le novitàAlitalia, Patuanelli incontra i commissari

Bollette luce e gas, dal primo aprile calo delle tariffe

Gli ultimi successi di Target Motivation, l’agenzia eventi per le aziende che vogliono fare centro in italia e all’esteroNobel economia 2019, premiati Banerjee, Duflo e Kremer

Ryan Reynold
Lavoro, Istat: disoccupazione in calo nel primo trimestreeToro Opinioni: come funziona e che servizi offre?Whirlpool, Di Maio incontra vertitici e sindacati

Professore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock

  1. avatarManovra economica, per il 2020 previsto un deficit al 2,1%BlackRock Italia

    Navigator: chi sono e come fare domanda per candidarsiDraghi sul debito dell'Italia. BCE rinvia aumento dei tassiImu e Tasi, ancora pochi giorni per saldare la prima rataTariffe a 28 giorni, respinto ricorso degli operatori: via ai rimborsi

    1. Ocse: Italia a rischio indebolimento con il Pil al ribasso nel 2019

      1. avatarGli ultimi successi di Target Motivation, l’agenzia eventi per le aziende che vogliono fare centro in italia e all’esteroProfessore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock

        FMI taglia le stime del PIL dell'Italia per il 2020

  2. avatarCrowdfunding: significato e vantaggi per startup e PMIMACD

    Come funziona la metro di RomaN26: come funziona il nuovo conto onlineConte sul Pil: "Previsioni ingenerose"Produzione industriale: confermata flessione

  3. avatarCaso Ilva, ArcelorMittal presenta atto di recesso in tribunaleCampanella

    Come fare per chiudere un conto FinecoPonte di Pasqua, scatta il caro benzina: stangata da 110 milioniBonus elettrodomestici 2020: gli incentivi e come funzionaJohn Elkann, la lettera: "Aperti a ogni opportunità"

Bollette luce e gas, dal primo aprile calo delle tariffe

Vantaggi fiscali del noleggio a lungo termineIstat, il Pil dell'Italia rischia di scendere*