Istat, ottobre 2023: aumentano i nuovi occupatiAirbnb, raggiunto un accordo con il fiscoBenzina, il prezzo di nuovo in crescita
Rincari, bollette: +12% la luce, + 9% il gasIl reato si bilancia con il principio di libertà di espressione sulla base del modo di esprimersi: la critica anche dura deve essere nel merito e mantenere forme non lesive dell’istituzione. Il punto,à diparolaèinvestimenti dunque, è soprattutto la forma con cui gli undici indagati si sarebbero espressi: l’istituzione è criticabile in modo anche molto violento, ciò che non può essere fatto è attaccarla con forme ed epiteti che ne ledano il prestigio.Nel caso di Gervasoni, sembrerebbe che l’elemento portante delle accuse non siano tanto i tweet pubblici, quando alcune frasi da lui scritte su un social network russo Vkontakte. Tuttavia, bisognerà attendere la chiusura delle indagini per individuare esattamente le frasi incriminate. Nel contestare il reato di vilipendio al capo dello stato a undici persone, tra le quali il professore universitario Marco Gervasoni, la procura di Roma fa sorgere due questioni: la prima riguarda l’incontinenza verbale sui social network, che oggi non sono più considerabili qualcosa di separato rispetto alla vita reale; la seconda il bilanciamento tra libertà di espressione e reato. La vicenda ha ancora dei contorni non del tutto chiariti, quel che si sa è che i carabinieri del Ros hanno avviato un’indagine con l’ipotesi di reato di vilipendio al capo dello stato in seguito a insulti pubblicati sui social e hanno proceduto a perquisire le abitazioni degli undici indagati e al sequestro dei loro account. Il professor Gervasoni si è difeso dicendo che «sul mio profilo i post contro il presidente della Repubblica ci sono, perché io l’ho criticato diverse volte, però sono tweet di critica politica, assolutamente non minacce. E se diventa vilipendio la critica politica allora vuol dire che siamo in regimi di altro tipo». Il reato Dal punto di vista giuridico, tuttavia, i termini della questione sono diversi. Il reato di vilipendio al capo dello stato è un reato che perseguibile d’ufficio e recita: «Chiunque offende l’onore o il prestigio del presidente della Repubblica è punito con la reclusione da uno a cinque anni». Perché questo reato si configuri non è necessario il cosiddetto dolo specifico, ovvero l’intenzione di offendere, ma è sufficiente la consapevolezza che quanto scritto possa obiettivamente considerato irrispettoso nei confronti dell’istituzione. La vittima del reato, poi, non è il presidente della Repubblica in quanto cittadino, ma Sergio Mattarella nell’esercizio delle sue funzioni di capo dello stato. Questo significa che oggi questo reato è ipotizzabile solo in riferimento a chi attualmente ricopre la carica, non anche ai predecessori. Più complicato è identificare quando le frasi scritte escono dalla sfera della libertà di espressione e rientrano nella fattispecie penale del vilipendio. In altre parole, come si bilancia l’articolo 21 della Costituzione che difende il diritto di tutti i cittadini a esprimersi liberamente con questa ipotesi di reato. Secondo la giurisprudenza, il limite viene superato nel momento in cui la critica assuma toni che ledano l’istituzione, esulando da una mera valutazione – anche polemica e critica – dei comportamenti istituzionali. Come tutti i principi costituzionali, il limite è definito dal contesto in cui concretamente l’insulto avviene. Un esempio: scrivere una critica anche aspra al fatto che il presidente della Repubblica non abbia mandato un messaggio alle camere dopo la crisi del Csm non è vilipendio, perché si tratta di una critica che analizza fatti e atti concreti e che rientra nella libertà di espressione. Diventa invece giuridicamente rilevante un commento che critichi il presidente della Repubblica su elementi non fattuali ma solo insultanti. Il punto, dunque, è soprattutto la forma con cui gli undici indagati si sarebbero espressi: l’istituzione è criticabile in modo anche molto violento, ciò che non può essere fatto è attaccarla con forme ed epiteti che ne ledano il prestigio. Nel caso di Gervasoni, sembrerebbe che l’elemento portante delle accuse non siano tanto i tweet pubblici, quando alcune frasi da lui scritte su un social network russo Vkontakte. Tuttavia, nel merito della vicenda bisognerà attendere la chiusura delle indagini per individuare esattamente le frasi incriminate. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiulia Merlo
Ue, rimandata la Manovra: "Spese troppo alte"Ex ILVA, il governo vuole liberarsi di ArcelorMittal
Bozza della Manovra: sgravio alle mamme e adeguamento delle pensioni minime
Irpef: dove si pagheranno più tasse nel 2024Data tredicesima 2023: ecco quando arriva
Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 828INPS, Assegno di Inclusione: in arrivo nuove funzionalità
Filippo Ferlazzo: la storia clinica del killer di CivitanovaAmazon, dall'Antitrust una sanzione di 10 milioni di euro
Germania, terza potenza economica al mondoIstat, ripresa del potere d'acquisto delle famiglie nel 2023Dipendenti ex Alitalia, nuova opportunità per uscite anticipate: il piano licenziamentiPensioni: chi prenderà di più ad Aprile
Frena ancora il PIL: -0,4% nel secondo semestre
I prezzi dell'estate 2024: quanto costano ombrellone e lettino in spiaggia?
Bonus 2024, tutti gli incentivi per ISEE più bassiApparecchi acustici troppo cari: l'indagine dell'AntitrustFerrari, ricavi record: 13.500€ di bonus ai dipendentiPermessi legge 104, la novità: cosa cambia nel 2024?
Stipendi: quanto vale il taglio del cuneo fiscaleCrisi economica, il 50% delle pizzerie confida nell'aumento del fatturatoBonus 100€ per chi assume giovani e donne: come funzionaBce, Lagarde: "Inflazione potrebbe risalire"