I tormentoni dei bustocchi. E il sacco azzurro se la vede con la zanzara Dengue - ilBustese.itAbruzzo, riapre la cabinovia dei Prati di TivoEmilia Romagna, le Regionali si terranno il 17 e 18 novembre
Caldo e afa con massime fino a 34 gradi. Tra sabato e domenica temporali - ilBustese.itFederico Barocci,criptovalute "Natività", particolare - Madrid, Museo del Prado COMMENTA E CONDIVIDI Schiacciato fra l’ombra di Caravaggio e la solarità di Raffaello, Federico Barocci, appartiene a quel nutrito gruppo di artisti che, dopo un grande successo in vita, sono poi stati accantonati dalla critica e, a maggior ragione, anche dal grande pubblico. Federico Barocci, invece, è un gigante della pittura non solo italiana perché si è posto come modello per tutta quella lunga schiera di artisti che non s’identificava con il nuovo linguaggio di Caravaggio e dava vita, fra la fine del Cinquecento e il primo decennio del Seicento (muore nel 1612), alla reinvenzione del verbo stilistico di Raffaello. Per questo, adesso – dopo una mostra a Perugia nel 2010 che, però, era incentrata sul restauro della Deposizione della Croce, di cui si dirà, e sulla nascita del Manierismo in Umbria – a distanza di quattordici anni, una grande monografica si è aperta ad Urbino, nelle ampie sale del Palazzo Ducale, oggi Galleria Nazionale delle Marche (fino al 6 ottobre).Il luogo è significativo, al di là del suo valore artistico, perché – come ha ricordato Luigi Gallo (curatore dell’esposizione, nonché direttore del museo marchigiano) –, nel 1916, il grande Lionello Venturi, già all’indomani dell’acquisizione del complesso architettonico da parte dello Stato e della contestuale inaugurazione della Galleria Nazionale, auspicava una grande mostra, mai realizzata, da dedicarsi proprio a Federico Barocci. Oggi quel sogno, dopo anni d’impegno e di studio è divenuto realtà. Corredata da uno straordinario catalogo edito da Electa (destinato a essere nuovo punto di riferimento negli studi sul grande pittore, che si arricchisce dei testi, oltre che del curatore, dagli altri co-curatori Anna Maria Ambrosini Massari, Luca Baroni e Giovanni Russo, cui vanno aggiunti i contributi di Barbara Agosti, Camilla Colzani, Raffaella Morselli, Ilaria Miarelli Mariani, David Ekserdijan, Luca Baroni e Anna Bisceglia), la mostra, affronta lo sviluppo della grande arte di Federico Barocci analizzandola per temi, piuttosto che con il percorso cronologico certamente più scontato. È quello, infatti, il modo corretto di avvicinarsi alla pittura dell’artista, soprattutto se si riflette alla sua scelta di non abbandonare la sua città natale, salvo un periodo iniziale a Roma da cui si allontanò nel 1565, ancora trentenne. Tornato a Urbino, non si spostò più e diffuse il nuovo verbo della sua arte affidandone l’affermazione alle opere di vario formato che, come veri e propri ambasciatori, lasciavano la sua bottega per raggiungere i committenti e, quindi, fecondare l’ambiente culturale cui erano destinati. Così, da quella straordinaria fucina, uscirono ritratti, pale di altare, paesaggi e piccole tele per la devozione privata.Le sezioni della mostra, allestita al piano nobile del Palazzo su pannelli color verde scuro (che fanno risaltare la tavolozza chiara dell’artista), seguono questi stessi temi, non senza una particolare attenzione agli esordi e agli ultimi anni del percorso artistico del pittore urbinate, quando il grande artista contribuì, insieme ad altri, come Carracci, a traghettare il Manierismo verso il Barocco. Il punto di partenza è l’Autoritratto giovanile degli Uffizi dove l’artista compare poco più che trentenne. Accanto a questa piccola tela (e a quella che lo mostra ormai anziano, pure agli Uffizi, come se fossero l’alfa e l’omega di una vita straordinaria), ci sono i ritratti dei committenti di corte, dal Ritratto di fanciulla, forse da identificarsi con Lavinia Feltria della Rovere, sorella minore di quel Francesco Maria II della Rovere che l’artista ritrae nella scintillante armatura all’indomani della vittoria di Lepanto, fino ai fratelli Ippolito e Giuliano che, in quanto cugini di Francesco Maria II, esercitavano i ruoli diplomatici della famiglia sia in campo militare sia in quello ecclesiastico. Insomma, la grande società urbinate della metà del Cinquecento vista con gli occhi dell’artista stesso. Per questo nella stessa sala troviamo la celebre Madonna della gatta che ha sullo sfondo quello stesso Palazzo che oggi ospita la mostra. Il tema successivo è quello delle grandi pale d’altare, come la Deposizione proveniente dalla cappella di San Lorenzo nel duomo di Perugia, già ricordata. L’opera va considerata un vero capolavoro, capace di trasformare le premesse di un Daniele da Volterra o di un Pontormo nelle future passioni di un Caravaggio o di un Guido Reni.Federico Barocci, "Natività" - Madrid, Museo del PradoÈ nel rapporto con la natura, poi, che si palesa al meglio la grande arte di Barocci, in grado di esaltare la poetica delle piccole cose nelle scene sacre. Lo dimostrano la Madonna del gatto proveniente dalla National Gallery di Londra (da non confondersi con quella “della gatta” prima ricordata), oppure il Noli me tangere degli Uffizi dove compare di nuovo il Palazzo di Urbino sullo sfondo o, ancora, il Riposo durante la fuga in Egitto, ove un tenero San Giuseppe coglie un rametto dall’albero di ciliegio per offrire quei frutti rossi (carichi dei valori simbolici della passione) a Gesù bambino. Il che ci offre il destro per due riflessioni. Una relativa al sottotitolo della mostra che, giustamente, è L’emozione della pittura moderna e l’altra alla ricchezza dei prestiti in mostra, dal Prado, al Louvre, dagli Uffizi, alla National Gallery di Londra, passando per i Vaticani, al punto che Barbara Jatta, Direttore dei Musei e Simone Verde, Direttore degli Uffizi, hanno lasciato la loro testimonianza con due scritti introduttivi al catalogo. L’altro valore aggiunto della mostra è costituito dalla presenza di un cospicuo corpus di disegni (fra i duemila che rappresentano la produzione dell’artista) e dalla sezione che raccoglie le stampe derivate dalle opere del pittore che contribuirono non poco alla crescita della sua fama e alla diffusione del suo verbo visivo. Si potrà così entrare nella bottega del maestro dalla porta principale e rendersi conto da vicino del suo metodo di lavoro e della sua straordinaria capacità disegnativa.L’esposizione si conclude con le opere realizzate nel primo decennio del Seicento, come la Presentazione della Vergine al Tempio proveniente dalla chiesa di Santa Maria in Vallicella a Roma, figlia di quel rapporto privilegiato con i padri Oratoriani e la famiglia Cesi che era iniziato negli anni romani intorno alla figura di san Filippo Neri. È dal suo dettato, infatti, che nasce la grande arte di Federico Barocci e la sua attenzione alle piccole cose della vita attraverso cui occhieggia l’assoluto del sacro.
Toti si dimette, elezioni in Liguria entro 90 giorni. La lettera: «Lascio una Regione in ordine». Il legale: ok a processo immediatoÈ Marco Cavallin il nuovo amministratore delegato di Alfa - ilBustese.it
Meteo Svizzera dirama l'allerta canicola di grado 3 da domenica a giovedì - ilBustese.it
Israele, la risposta alla strage dei bambini al campo di calcio: raid in Libano nella notteLe giornate sono sempre più lunghe: sapete il motivo? Il ruolo del cambiamento climatico e cosa succederà nel 2100
Aerospazio pugliese nel Regno Unito per l’Airshow di Farnborough«Il vostro cane ha il mal d'auto? Non legategli assolutamente un sacchetto al collo, è molto pericoloso: i rimedi sono altri»
Engineering, Pasquale Iannone da settembre nuovo CFO del GruppoFans di Vasco, ultima chiamata per San Siro. E ultime istruzioni per la viabilità - ilBustese.it
Cani e gatti eleganti come James Bond: in attesa del nuovo film arrivano i papillon ispirati all'agente 007Antonio Calvenzani e la storia del Gramagnon - ilBustese.it«Mio marito ha fatto la vasectomia, sei mesi dopo aspetto il suo terzo figlio. Questo bambino è un miracolo»de Pascale: con candidatura a presidenza ER rinuncio a incarico Cdp
Estrazioni Lotto, Superenalotto e 10eLotto di giovedì 11 luglio 2024: numeri vincenti e quote. Nessun 6 nè 5+
Emilia R., de Pascale: Ugolini non si vergogni se proposta da Bignami
Sorrento, il Correale compie 100 anni: un museo tutto da ascoltare e da gustareAutonomia, Santangelo (FI): garantire i Lep a tutte le regioniIl Servizio Affidi cerca una persona o una famiglia per un dodicenne: «Un ragazzo maturo e autonomo, ma ha bisogno di voi» - ilBustese.itStrage in Israele, missile colpisce campo da calcio: morti 12 bambini. Katz: guerra totale. Raid nel sud del Libano. Hezbollah: ci aspettiamo un grande attacco
Sull'Autostrada dei Laghi un'altra settimana di cantieri notturni tra asfaltature e manutenzioni - ilBustese.itVIDEO. ASPETTANDO PARIGI: il racconto di Daniele “Lele” Crosta, unico medagliato di Busto alle Olimpiadi - ilBustese.itMattarella, la difesa dei cronisti: «Gli attacchi sono atti eversivi». E sulle carceri: indecoroseCiao Manuel, guerriero gentile: «Ti sei sempre rialzato, sostienici ancora» - ilBustese.it