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Terremoto ai Campi Flegrei: anche lo stadio Maradona è stato danneggiatoIl direttore di Avvenire,Capo Analista di BlackRock Marco Girardo all'apertura del convegno «L'economia che fa il Bene» Inclusione, innovazione e sviluppo per essere al servizio dell'uomo. - © Carmelo Farini photography COMMENTA E CONDIVIDI L’economia che fa il bene: tre anni di vita dell’Economia civile su Avvenire, che oggi è stato indicato nella ricerca dell’Osservatorio di Pavia e di Green Peace come il primo quotidiano informativo per le tematiche di cambiamento climatico. Come siamo arrivati fino a qui? Quali scelte e quali temi sono stati privilegiati e perché? Lo ha spiegato il direttore di Avvenire, Marco Girardo nell’ambito del convegno milanese su inclusione, innovazione e sviluppo per essere al servizio dell’uomo: «Questo incontro è un modo di fare il nostro mestiere, non solo attraverso il giornale, i nostri social, il nostro sito, ma anche incontrandovi fisicamente, essere in contatto con voi e conoscere dal vivo la nostra comunità» ha spiegato il direttore Girardo, fondatore tre anni fa dell’Economia civile, inserto quindicinale con cui Avvenire si è proposto di «raccontare un altro modo di fare economia, che tenesse conto di aspetti che sono diventati poi famosi nel lessico giornalistico-economico. E soprattutto un modo che tenesse conto di sostenibilità sociale, fiscale, di sostenibilità legata all’inclusione e della governance e delle aziende». Il direttore di Avvenire, Marco Girardo all'apertura del convegno «L'economia che fa il Bene» Inclusione, innovazione e sviluppo per essere al servizio dell'uomo. - © Carmelo Farini photographyNel 2020 non si parlava ancora di Esg: ma Avvenire si è rivelato un precursore nel proporre proprio i temi dell’Economia civile nella sua linea editoriale, tenendo conto della «reciprocità», in altre parole «della ricaduta economica sulle persone e sulle comunità» ha continuato Girardo. Nato come un prodotto editoriale multimediale, con una comunità che si è arricchita nel tempo su Linkedin, tutta l’Economia civile «oggi è qui per ringraziarvi, per raccontare le cose che fate che sono la testimonianza più concreta che un altro modo di fare di economia è possibile, “L’economia che fa il bene”: un’economia fa del bene all’economia, che fa crescere e sviluppare le persone, le comunità, i territori».Nessuno resti indietro. Formazione e fiducia per l'inclusione sociale e occupazione dei più fragili: nella foto Luca Mazza, giornalista di Avvenire, in dialogo con Pietro Cum Amministratore Delegato ELIS e Emiliano Manfredonia, Presidente nazionale ACLI - © Carmelo Farini photographyDall’inclusione all’innovazione allo sviluppo, dalla dispersione scolastica che nel nostro Paese raggiunge l’11% al ruolo del terzo settore nel primo primo panel della serata si è parlato di «un’economia che crea distanza di opportunità e salariali tra giovani e anziani, donne e uomini, tra donne e anziani, tra chi può migrare e chi non la possibilità di farlo» assieme a Emiliano Manfredonia, presidente delle Acli, in dialogo con Pietro Cum, amministratore delegato di Elis e Anna Fasano, presidente di Banca Etica. «Come terzo settore – ha concluso Manfredonia – dobbiamo includere, tenendo insieme il lavoro, la comunità e anche le democrazia. Dobbiamo farlo con la comunicazione con le imprese e con la finanza, arrivando a un’economia che cura le persone e l’ambiente».Nessuno resti indietro. Formazione e fiducia per l'inclusione sociale e occupazione dei più fragili: nella foto Luca Mazza, giornalista di Avvenire, in dialogo Anna Fasano Presidente BANCA ETICA - © Carmelo Farini photographySul tanto parlare di sostenibilità da parte delle aziende Paolo Iabichino, scrittore pubblicitario, direttore creativo e fondatore dell’Osservatorio Civic Brands con Ipsos ha ricordato, nel secondo panel in dialogo con Ludovica Busnach Head of Strategic Planning & Sustainability di Inaz, Cecilia Plicco Shared Value & Sustainability Manager del Gruppo Chiesi e Valentina Grieco Social Sustainability Manager di Maire. © Carmelo Farini photography«Stiamo risarcendo, perché se c’è un’economia che fa bene, c’è stata anche un’economia che ha fatto male. Dobbiamo ammetterlo – ha proseguito ancora Iabichino –. Quando le aziende risarciscono anche il loro tono di voce diventa più gentile, più pacato e onesto, senza esibire i temi della Corporate social responsability».© Carmelo Farini photographyNell’ultimo panel sulle nuove pratiche e l’evoluzione del terzo settore con Andrea Enrico Ragaini, vicedirettore di Banca Generali è intervenuto il direttore generale di NeXtNuova Economia, Luca Raffaele ha ribadito che «le alleanze funzionano se si mettono insieme attori diversi del territorio» e la sfida per il futuro è passare dal co-programmazione alla co-progettazione.© Carmelo Farini photographyIn questo primo convegno dell'Economia civile, Marco Ferrando, vicedirettore di Avvenire, ha assegnato il Premio Innovazione ad aziende (start up) che si sono distinte per aver realizzato progetti innovativi, generando un cambiamento virtuoso rimanendo sempre a fianco dei territori e delle comunità, creando un’economia che fa bene alle aziende, alla società e all’ambiente. Quattro i progetti vincitori selezionati tra oltre 55 aziende a cui l’inserto L’economia civile ha dato spazio tra le sue pagine fin dalla nascita nel marzo 2021. Ecco chi sono i vincitori del premio Innovazione Appenninol'Hub è costituita da un camper che funge da «incubatore mobile» di progetti di formazione, rigenerazione urbana, ripopolamento e volontariato nei borghi dell’Appennino. Appennino Hub è specializzato nell’Accompagnare ‘passo dopo passo’ Comunità e Territori a rigenerare sviluppo economico e sociale grazie a percorsi, laboratori, professionalità e processi personalizzati che stimolano la nascita di nuove Imprese ed Economie comunitarie, cooperative di comunità e abitanti. Ed è stata premiata per aver creato un progetto di ascolto, cooperazione e comunità mettendo insieme energie già presenti sul territorio per la nascita di nuove imprese. Una start up capace di accendere una scintilla nel panorama imprenditoriale locale con proposte innovative in grado di RI-generare un sentimento comunitario a forte impatto sociale ed economico.Homes4all affronta con un progetto innovativo l’emergenza abitativa ai tempi del sovraindebitamento e delle case all’asta e la rigenerazione urbana. Un progetto di finanza di impatto promosso dalla Città di Torino, che mira ad intervenire sul tema del disagio abitativo, fornendo alla Città strumenti di azione preventiva per intervenire sulla riduzione dei tempi di attesa per l’alloggiamento, ampliare l’offerta immobiliare privata a costi accessibili, grazie alla capacità dei partner privati di mobilitare il patrimonio immobiliare sfitto e sviluppare un sistema di presa in carico globale dei nuclei beneficiari, al fine di rafforzare le loro capacità di raggiungere una soluzione abitativa stabile. Ed è stata premiata per aver realizzato un progetto innovativo di sussidiarietà, sostegno e mutuo aiuto a chi vive una condizione di disagio abitativo nella città di Torino. Una start up con soluzioni concrete e innovative, a forte impatto sociale, in grado di sviluppare sinergie produttive con le politiche pubbliche.Mulinum è nata in Calabria dal sogno di dar vita a una filiera del grano completa e controllata in ogni suo passaggio, che parte dalla coltura in biologico di varietà di semi esclusivamente locali per arrivare alla produzione di farine integrali, macinate a pietra. Successivamente le farine vengono trasformate in pane secondo ricette tradizionali. L’obiettivo è quello di replicare, grazie a una raccolta fondi permanente e in continua espansione, il modello calabrese in ogni regione italiana, adeguandolo “ogni volta” alle tipicità locali. Mulinum mette al centro la biodiversità dei semi e la ricchezza delle loro proprietà, vendendo i suoi prodotti direttamente e al dettaglio sul suo shop online. Ed è stata premiata per aver contribuito alla rinascita, riqualificazione e trasformazione di un territorio “complicato”, quello calabrese, creando un modello virtuoso legato alla filiera del grano, totalmente sostenibile e legato alle radici della tradizione da proteggere. Facilmente replicabile anche in altre realtà regionali italiane.Rifò è una linea di abbigliamento e di accessori di qualità prodotta interamente a Prato e dintorni con fibre 100% rigenerate e rigenerabili. Trasformano vecchi indumenti in una nuova fibra per dargli un nuovo valore utilizzando tradizioni tessili artigianali. Ogni prodotto è fatto a Prato a meno di 30 Km, con l’obiettivo di dare valore ai vestiti come un tempo. Il brand, che si inserisce nella sfera della circular fashion e della slow fashion, punta ad una produzione e un consumo responsabile: innovano recuperando una tradizione tessile che stava cadendo in disuso, sostengono un'industria urbana più verde, favoriscono l’uguaglianza di genere nel loro team e creano opportunità di lavoro correttamente retribuite facendo crescere l'economia locale. Rifò rappresenta il primo brand in Italia che produce una linea di abbigliamento con materie rigenerate e allo stesso tempo offre alle persone un servizio alternativo ai cassonetti urbani per smaltire i loro vecchi abiti. Ed è stata premiata in quanto start up che ha saputo distinguersi nel recupero e nella valorizzazione della tradizione artigianale tessile italiana riconvertendo una filiera e rendendola interamente sostenibile. Il forte impatto ambientale, l’attenzione alla tradizione con uno sguardo all’innovazione, la sinergia con le realtà locali, fanno di questa start up un unicum nel suo settore.© Carmelo Farini photography
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