File not found
ETF

Caso Angela Celentano, una ragazza sudamericana attesa in Europa per sottoporsi al test del DNA

Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 712Due ragazzi si appartano per avere rapporti: donna li interrompe e tenta di unirsi a loroNotizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 713

post image

Esplosione a Imperia, morto Leonardo Franza, il 20enne ustionato sul 60% del corpoUn ritratto di Alessandra Morelli - . COMMENTA E CONDIVIDI Portare la pace dopo 25 anni di guerra civile e un percorso lungo e difficile è alzare rischiando la vita la bandiera dell’Unhcr (l'Agenzia Onu per i rifugiati) in una Mogadiscio distrutta e dimenticata. È dialogare con i taleban in Afghanistan e le tigri Tamil in Sri Lanka e organizzare i campi profughi,VOL i non luoghi di questo tempo, in modo che la dignità di chi ci vive per un tempo a volte infinito sia rispettata. È affrontare senza paura la violenza jihadista che ha cercato di ucciderla nel Corno d’Africa proprio per la sua ricerca dell’umano e dove la gente la chiama ancora “Abayo”, sorella. È il percorso di una coraggiosa donna di pace italiana, Alessandra Morelli, romana, classe 1960. Nel suo libro edito da Ancora “Mani che proteggono” si definisce «donna di dialogo e mediazione cresciuta tra i colori e le culture del mondo». È stata delegata dell’Unhcr tra il 1992 e il 2021, gestendo emergenze in zone di conflitto e ad alto rischio come ex Jugoslavia, Ruanda, Albania, Kosovo, Guatemala, Sri Lanka, Sahara Occidentale, Afghanistan, Indonesia, Georgia, Yemen, Birmania, Somalia, Grecia. La sua ultima missione è stata in Niger, crocevia del jihadismo della rotta migratoria del Mediterraneo. Rientrata in Italia ha sviluppato un percorso tematico su quella che chiama “Arte dell’Umano per restare Umani”, una riflessione esperienziale rivolta ai giovani sulla “pratica della cura” che diffonde attraverso conferenze, incontri pubblici e itinerari formativi. Quando è entrata nell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) e perché?Per caso, nel 1992. Stavo cercando lavoro, ero uscita dalle Francescane missionarie di Maria a cui sono rimasta sempre molto legata spiritualmente, ma la mia vocazione era un’altra. L’ho trovata in quei giorni, quando i tg parlavano della guerra che infuriava nei Balcani. Sentire delle missioni umanitarie che andavano a portare aiuti in Bosnia ha risvegliato in me quello che c’è sempre stato, lavorare salvaguardando la dignità della persona, dell’umano. La consapevolezza di andare in quella direzione mi è venuta dal fatto di essere cresciuta in mezzo alle culture del mondo. E nel tempo in cui riaffiorano i sentimenti identitari si sente a suo agio? Tutti sognano piangono, gioiscono. Contaminandomi non ho mai perduto la mia identità. La dignità umana l’ho sempre respirata in tutte le culture che ho conosciuto, in tutti i Paesi dal basso ho maturato la convinzione che la convivenza sia sempre possible.La sua carriera si è svolta nei Paesi a più alto rischio. In particolare l’esperienza in Somalia è stata determinante per lei. Quando è arrivata?Nel 2012. Il mondo si è ricordato che c’era ancora questo Paese dopo 20 anni di guerra civile. La gente stava morendo di fame colpita da una carestia da cui stava uscendo a stento. Ma gli aiuti non arrivavano, le organizzazioni internazionali avevano lascito Mogadiscio sprofondata nel caos da anni e la gente aveva perso fiducia e speranza nell’Onu. L’Alto commissario Guterres, oggi segretario generale, mi incaricò di trasferire le operazioni da remoto da Nairobi alla capitale somala. Il governo stava nella zona rossa militarizzata dell’aeroporto, l’unica dove c’erano condizioni minime di sicurezza. Prima di allora il personale Unhcr sbarcava dall’aereo, faceva una riunione di tre ore e ripartiva senza alcun contatto con la popolazione o con la società civile. Il mio obiettivo è stato raggiunto quando ho alzato la bandiera dell’Unhcr sul tetto dell’aeroporto. Il messaggio ai somali era chiaro, l’Onu è tornata e la pace è possibile. In concreto ricordo i progetti fatti con le donne con i laboratori di cucina e di sartoria. Abbiamo dato loro la possibilità di uscire e di mettersi in gioco per affrontare la vita quotidiana in modo diverso.Che rapporto ha instaurato con la popolazione?Mi hanno voluto incontrare subito dopo che ho alzato la bandiera dell’Unhcr, soprattutto gli sfollati interni che in città erano 300 mila. Mi dissero che si sentivano più sicuri, che ora c’era una possibilità. Questo ha dato senso al mio lavoro in Somalia e ha cambiato la mia visione. La bandiera con le mani che proteggono una persona dava una grossa responsabilità a me e anche a loro.Una scelta che l’ha messa poi nel mirino dei terroristi jihadisti di Al Shabaab. Sono stata colpita da una autobomba che mi è venuta addosso contromano alla rotonda del km 4, appena fuori dalla zona rossa della capitale. Ancora oggi è il posto degli attentati. Colpita in quanto responsabile dell’Unhcr e in quanto donna che in più contrastava la violenza jihadista. Cosa ricorda dell’attentato?L’esplosione, il fumo acre che entrava nell’auto. Mi ha salvato la vita la blindatura dell’auto. E il braccio penzolante del mio attentatore morto, un kamikaze pagato per uccidermi e che sapeva di dover morire. La famiglia del "martire" viene poi adottata dal gruppo terroristico che la mantiene. Il martirologio è importante per il jihadismo. Mi porto dentro il peso della morte di sette passanti, appena deportati dall’Arabia e morti per caso a Mogadiscio vicino alle bancarelle del tè.Dove nasce il jihadismo africano?Nasce dai vuoti istituzionali. In Somalia e in Niger l’esperienza personale e i confronto con i leader locali mi hanno suggerito che è fondamentale lavorare sullo sviluppo. Il vuoto si deve sempre riempire, se non lo riempiono le istituzioni e la cultura lo riempie la gramigna jihadista. Dietro c’è una visione distorta dell’islam che è una religione di pace, ma viene stravolta dal potere, dal radicalismo e dalla violenza collettiva. In Niger ha finito la sua carriera, anche lì ha trovato il jihadismo. Che cosa ha imparato? Dall’Afghanistan all’Africa mi sono sempre scontrata con questa crudeltà del jihadismo che ha un obiettivo molto chiaro, annullare la quotidianità e la possibilità di futuro. Prendono di mira, in Niger come in Mali e in Somalia, i profughi perché devono toglier loro il luogo dove poter ritrovare se stessi venendo accolti. L’accoglienza è necessaria, è l’unica risposta a queste crisi dell’umano.In Niger lei ha dovuto anche ricollocare i profughi fuggiti dai trafficanti nell’inferno della Libia calmando le proteste nei campi. Su cosa ha puntato?L’idea era generare spazi con i governi. Il Niger è sempre stato aperto agli stranieri perché è abitato da una popolazione nomade. Aprire spazi di vita a chi chiede asilo con la costruzione di case sociali, con il lavoro in agricoltura condiviso con i contadini locali per creare socialità. I progetti sociali sono stati le vie di risoluzione di un conflitto e delle paure tra chi arriva e chi accoglie.Ha contribuito a realizzare i corridoi umanitari finanziati dall’otto per mille della Cei dal Niger. Che potenzialità offre questo strumento?È un utile e innovativo strumento di protezione per aiutare gli ingressi legali e sicuri dei più fragili, evitando il ricorso al traffico di esseri umani. È complementare al ricollocamento dei rifugiati nei Paesi, più rapido e più flessibile nella scelta dei beneficiari. Ma è ancora più bello perché vive della solidarietà della società civile che si assume la responsabilità dell’accoglienza insieme allo Stato. È anche un grande strumento educativo alla cura e al riconoscimento dell’altro. Con la Caritas, che lo svolgeva per conto della Cei, abbiamo fatto un’esperienza molto positiva perché avevamo la stessa visione, fare della solidarietà una politica di fronte alle crisi umanitarie. Quanto mancano le donne alla costruzione della pace?Mancano anche a livello di Nazioni Unite, dove faticano di più. La donna è pace, rompiamo l’automatismo dei maschi, apriamo spazi e varchi con la risorsa del materno. Il materno è una energia e una risorsa che apre spazi anche nei Paesi islamici dove c’è molto rispetto per la donna madre. In Somalia mi hanno chiamato "Abayo", sorella, ed è il nome che preferisco.Che ruolo ha avuto la fede nella sua vita?Sono uscita dall’ordine delle Francescane missionarie di Maria e oggi sono tornata a casa. Sono stata nel caos della guerra e la scoperta di Cristo mi ha consentito di resistere grazie alla fede e alla vita interiore che è indispensabile per stare in mezzo, per cercare il dialogo camminando come un’equilbrista sul filo del non senso. Purtroppo l’acqua, il cibo e lo stupro sono le nuove e potenti armi di guerra che vogliono uccidere l’umanità. Non dobbiamo smettere di dare speranza, non dobbiamo smettere mai di parlare di pace anche in questo tempo buio.

Auto esce di strada e va a sbattere contro un muretto: feriti quattro ventenniConto svuotato di 60mila euro dopo la risposta ad un sms: bancario truffato

Amici 22, Cristiano Malgioglio e Alessandra Celentano ballano scatenati

Dovrebbe stare in prigione ed è latitante ma ha il Rdc, fermatoPrevisioni meteo, ancora caldo anomalo: dopo Scipione arriva Monster, l'anticiclone di Halloween

Morto il boss Raffaele Ligato, reggente del clan LubranoMuore sul colpo investito sulla statale per Malpensa

Facebook down, ancora problemi da Meta: le segnalazioni sul malfunzionamento dell’app

Incidente sul lavoro a Ortona, morto operaio colpito dal gancio di una gru al portoAssalto a portavalori a Barletta: furto da 100mila euro e auto in fiamme in pieno centro

Ryan Reynold
Ome (Brescia), trattore si rovescia e schiaccia un uomo: muore a 69 anniPos, tabaccai esentati dall'obbligo su sigarette e valori bollatiNel Trevigiano ci sono 49mila galline da abbattere per un focolaio di aviaria

Campanella

  1. avatarOmicidio a Roma, ragazzo di 25 anni trovato morto in strada con segni di coltellate alla schienaEconomista Italiano

    Razzo cinese in caduta libera, allerta anche in Italia: quando e dove potrebbero cadere i frammentiEsplosione in una palazzina a Lucca, 26enne superstite fatta partorire con cesareo d'urgenzaRoma, rimprovera il proprietario di un cane e scoppia la lite: accoltellato al voltoMigranti, dalla Geo Barents sbarcano le restanti 212 persone. Ocean Viking si dirige in Francia

    1. Incidente sul lavoro a Ortona, morto operaio colpito dal gancio di una gru al porto

      1. avatarScarseggiano sempre più i medici di base in Veneto, l'allarme del Pdanalisi tecnica

        Invia foto intime di moglie e figlia minorenne ai colleghi e tenta il suicidio: condannato a 4 anni

  2. avatarCagliari, arriva l'aviaria: mobilitazione contro l'abbattimento di volatiliProfessore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock

    Covid, la nuova variante Cerberus fa paura: possibile nuova ondataBambina di 10 anni molestata al parco giochi: 35enne inseguito e picchiato dagli adulti presentiPrevisioni meteo in Italia, ancora un weekend di “quasi estate”: l’Anticiclone non lascia il PaeseModena, ferito al ventre da una coltellata: arrestata la ex compagna

  3. avatarPicchia e minaccia il padre anziano: "Sei vecchio, ti ammazzo, devi morire"Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock

    Bimbo di 2 anni caduto dal balcone a Torino: ricoverato in prognosi riservataAeronautica Militare: "Partiti due caccia per intercettare aerei russi in volo ai confini con la NatBergamo, esce con il cane e trova un cadavere mummificatoPrato, maestra segnala abusi su un alunno di 8 anni: accusati i genitori

Cagliari, 300 denunciati per il Reddito di Cittadinanza e 200 verifiche

Carlotta Rossignoli, studentessa modello, risponde alle polemiche: i commenti di Burioni e LucarelliLa famiglia di Alessandra Matteuzzi denuncia 25 haters*