File not found
Campanella

Un «summit per la pace» fra le Chiese in conflitto di Russia e Ucraina

Battiti live, momento imbarazzante tra Fedez e una sua giovane fan. Cosa è successoSalute mentale, aumentano le richieste di aiuto degli under 30Morti sul lavoro. Le vittime? Quasi tutti stranieri

post image

Le omelie di Benedetto XVI dentro il monastero raccolte dalle memores dominiIl sistema in cui siamo incita al personal branding,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock ognuno è una piccola ditta di carisma, opinioni o virtù. Nessuno vuole più rischiare, tutti sono terrorizzati dal dire o fare qualcosa di disturbante, dal perdere il sostegno della “community”. Ma senza rischio l’arte muore.Stringo la mano alla psicoterapeuta e la chiamo mamma. Mi ha proposto lei di farlo. Ripercorriamo l’episodio dell’altra sera, ha detto, me lo racconti di nuovo chiamandomi mamma. Non vorrei, ma lo faccio lo stesso. Siamo entrambi senza scarpe, distolgo lo sguardo dalla poltrona su cui sta seduta, vorrei andarmene ma rimango dove sono. Riprendo a fissarla e faccio come se davanti a me ci fosse davvero mia madre.Sovrappongo a questo viso, occhi, bocca, capelli, quello della donna che mi ha messo al mondo. Tutto già scritto, sembra una brutta sceneggiatura: si somigliano anche. Quindi torno a rievocare l’ennesima crisi: l’ansia, il senso di vuoto e terrore, il languore depressivo giù nella pancia e, nel momento in cui sto descrivendo il male e i suoi sintomi, lei, la mia nuova mamma, allunga un braccio, mi stringe la mano, e mi dice: se sono qui con te, adesso va meglio?Ho la mano fredda e appiccicosa, vedo i suoi occhi umidi. È il momento più imbarazzante della mia vita, penserò, esagerando, mentre sgattaiolo via dal suo studio.La società della performanceNon avrei mai voluto che, nella terapia, arrivassimo a questi esperimenti psicodrammatici, la seduta vuota, la sedia piena. Non sono il tipo, mi sento umiliato ancora a distanza di una settimana. Eppure, eccoci qui, l’abbiamo fatto e non mi sono opposto. Ho lasciato che accadesse perché sono disposto a provarle tutte.Da un paio d’anni non sto bene. Sono sicuro che molti da fuori mi vedono come uno a cui sono successe molte cose buone, e per certi versi a un certo punto nella mia vita ha davvero iniziato a realizzarsi un sogno. Eppure, quando questi cambiamenti sono iniziati, io ho cominciato a perdermi.Scrivo poco, mi vengono idee che lascio nell’angolo, l’affanno è costante. Online vedo ovunque minacce e segni di un fallimento che razionalmente non ci sarebbe: mi sento in un posto sempre più piccolo, e sento anche che dirlo, ammetterlo, sia in qualche modo sbagliato.Non ne ho il diritto, non voglio mettere in imbarazzo le persone che vivono o lavorano con me. Molto di quello che mi sta succedendo credo abbia a che fare con lo spirito di questo tempo. Possiamo chiamarli social, società della performance, tardo-capitalismo, non so. Voglio scriverne non per cercare soluzioni, o mezz’ora di solidarietà, ma per riprovare, anche solo per un’ultima volta, a usare la scrittura nel modo che conosco. Joyce Carol Oates direbbe: «Write your heart out», scrivi dando fondo al tuo cuore. Che poi è quello che non riesco più a fare.Il circolo dell’odioHo pubblicato un primo libro e ha avuto un’accoglienza del tutto inaspettata. Poi un secondo, che credo sia migliore del primo: è andato bene, ma non è stato un nuovo caso editoriale. Una dinamica normalissima e, allargando il campo per considerare l’intero percorso di un autore, perfino salutare. Ma in questo mondo, nel contesto psichico e culturale in cui siamo, una curva del genere è inaccettabile. Il terreno era già minato: l’esposizione del mio esordio mi aveva portato per mesi a essere oggetto di attacchi violenti.Lo hanno fatto persone comuni, così come giornalisti e scrittori. Immaginate di avere con voi un dispositivo da cui, ogni ora, ogni minuto, sbucano post o tweet, in cui siete costretti a leggere professionisti stimati e maturi scrivere che la vostra presenza tra i finalisti di un certo premio è il segno della demenza dell’umanità, oppure che il vostro libro viene letto solo perché siete dei reietti, e quindi degli accattoni. Immaginate di sentire che le persone hanno preso a odiarvi, o almeno che alcune energiche, persone, hanno preso a usarvi come tela su cui proiettare certi loro bisogni oscuri.Credo qualcosa abbia cominciato a incrinarsi lì, per poi aggravarsi negli anni successivi. Il momento delle shitstorm è finito, ma le sue conseguenze si sono sommate alle deformazioni dello spazio pubblico che interessano tutti.Il sistema in cui siamo incita al personal branding, ognuno è una piccola ditta di carisma, opinioni o virtù. Molti, dal 2019 in poi, hanno iniziato a chiedermi di essere un rappresentante – degli omosessuali, delle periferie, dei sieropositivi, degli ultimi – ma il mio desiderio in origine era solo quello di scrivere.La mia natura è estetica, non politica. Il mio primo libro si prestava a questo fraintendimento: parlava di un bambino e di un ragazzo malato, due condizioni di passività. Forse nel caos degli eventi, e delle lusinghe, ho assecondato io stesso quest’incasellamento che, alla lunga, ha rischiato di diventare un tradimento.La politica è necessaria per correggere stati del mondo ingiusti ma, ora più che mai, comporta anche la ripetizione ossessiva di pensieri e parole, il rifiuto dell’ambiguità e del dubbio, una polarizzazione costante e implacabile.La fine del rischioPer certi versi i social funzionano proprio così e infatti oggi vige un unico grande, discorso che si spalma ovunque, e che sfrutta le questioni politiche per il profitto e l’auto-sponsorizzazione. Quando sento dire che «tutto è politica» qualcosa in me ormai si irrigidisce, perché oggi questa frase è il modo per dire che il dualismo nevrotico senza competenze, senza gusto e senza autocritica, ha il diritto di fagocitare tutto.Più passa il tempo e più mi rendo conto quanto questo abbia a che fare anche la fine dello spazio creativo: oggi nessuno vuole più rischiare, tutti sono terrorizzati dal dire o fare qualcosa di anomalo o disturbante, dal perdere il sostegno della “community”.Ma senza rischio l’arte, l’espressione personale, muore. Nei libri e nei film oggi cerchiamo soprattutto conferme: siamo così scossi e impauriti che pretendiamo di rivederci ovunque, empatizzare ovunque, essere coccolati dappertutto dalla stessa semplicità di schieramenti e giudizi che mirano ad annientare l’altro.L’etichetta dell’intellettuale in venditaDovrei chiudere i social, mi dico. Ma come riuscirci se, come tanti, sento ormai di esistere solo così, di valere qualcosa solo grazie ai segnali della mia esistenza online? Li apro e vedo frotte di influencer-appendici del mezzo che generano contenuti tutti uguali, senza stile e senza pensiero.Questi creator – data la crisi dell’editoria e della carta stampata – diventano editorialisti dei giornali, penne corteggiate dalle case editrici: letteralmente si comprano un’etichetta – quella di intellettuale –, che, in realtà, per quello che sarebbe davvero, non interessa più a nessuno. E vedo, dall’altra parte, giovani scrittori comportarsi come pierre impazziti, schiavi dell’istigazione costante all’esibizione del trofeo del giorno: guardate chi ho intervistato, che premio ho vinto, che traduzione straniera sta per uscire.Tendiamo a parlare solo di ciò che già funziona, a cercare nel consenso già in circolo un boost per il nostro. La spinta che ci anima è una e sempre la stessa: esistere di più sotto lo sguardo altrui, ma la luce dell’esposizione a tutti i costi umilia il pensiero, non consente di riflettere e raccontare davvero. Non lo sapevo, ora lo so. E non so più che fare.Ipotesi per un antidotoHo la fortuna di non aver mai avuto pulsioni autolesionistiche, ma mi rendo conto che per una persona con un po’ meno istinto di autoconservazione del mio questo clima può facilmente diventare fatale. Abbiamo sbagliato molte cose, e continuiamo a farlo, schiacciati come siamo su regole che non possono mai portare a una vita sana, piena, felice. Se questo può sembrare un grido d’aiuto, non lo è però in senso individuale.Davvero non so più cosa sia mio, cosa sia “io”. Vorrei si guardasse però con più coraggio allo spazio comune. Hannah Arendt amava fare appello all’“amor mundi”: rendiamo il mondo un posto un po’ meno irrespirabile, coltiviamo relazioni e interessi per il puro piacere di farlo, torniamo ad avere la voglia di azioni diverse dall’autopromozione e dal calcolo.Una comunità che non sa più immaginare spazi di gratuità è già pronta al collasso, perché non ha in sé più alcun antidoto, alcun contrappeso, al ricatto dei numeri, della reputazione. In ognuno di noi c’è un segreto, e tradirlo con così tanta sistematica insistenza, anestetizza e poi uccide i rimedi che ci serviranno quando – e se – verrà il tempo di ricominciare.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediJonathan BazziscrittoreHa esordito nel 2019 con Febbre (Fandango), Libro dell’Anno di Fahrenheit, Premio Bagutta Opera Prima e finalista al Premio Strega.

I vescovi: una comunità più sensibile alla custodia del creatoBallando con le stelle, Alan Friedman è un nuovo concorrente: «Non sono un bravo ballerino, però ci provo»

Reddito di cittadinanza, bocciati i requisiti. La Corte di giustizia Ue: «I 10 anni ​di residenza sono discriminanti per gli stranieri»

Granchio blu, da killer a ingrediente gourmet: sulle tavole del G7 arriva una speciale zuppa di pesce. La ricetta di BotturaMeno giovani fanno volontariato. Ecco quali risposte si possono dare

Progetti e sviluppo ecco la cooperazione che pensa alle personeFarmaci più venduti d'estate: traina il semaglutide con la tachipirina, augmentin e cardioaspirina

Fedez in vacanza con Leone e Vittoria, la bambina spiega il gioco ma il rapper non capisce: il figlio arriva in suo soccorso

Aggredisce la compagna e accoltella tre persone: arrestato un 22enne, era ubriaco. Panico in ospedale a MilanoBallando con le stelle, i Cugini Di Campagna nel cast: «Abbiamo ricevuto una chiamata da Milly Carlucci»

Ryan Reynold
Credito alle famiglie indebitate: parrocchie presidio antiusura. E antimafiaNel settore della fusione fanno il loro ingresso anche i privatiElisabetta Gregoraci beccata con Alessandro Basciano, il fidanzato Giulio Fratini tradito? Lei (insultata) è furiosa: «Diffido»

criptovalute

  1. avatarFabrizio Corona: «Ecco quanto vale un bacio di Chiara Ferragni». Poi, la stoccata a Fedezcriptovalute

    Attentato Liverpool, morte due bambine accoltellate a una festa. Sei sono gravissimi Fermato un 17enne. La polizia: «Non è terrorismo»Shopping online, home banking e carte: i trucchi per non farsi imbrogliareEcomafie: illegalità quasi una “componente naturale"Re Carlo e il principe William pronti a un gesto inaspettato a favore di Harry: la pace è vicina? Di cosa si tratta

    ETF
    1. Maxi-rissa tra tiktoker a Bacoli, la lite per un posto in barca. «Botte da orbi e urla davanti a bambini e turisti»

      1. avatarCampania, da migrante dalla Nigeria a uomo rinnovato grazie al Battesimocriptovalute

        La Ue rincara i dazi su veicoli elettrici ma cerca un accordo con Pechino

  2. avatar«No al reato di omicidio sul lavoro». Il ministro Nordio diventa un casocriptovalute

    La buona accoglienza incide sul votoUniversità, Padova è prima tra gli atenei italiani. Scavalcate Bologna e Roma, salto della Calabria. La classificaLe ecoballe? Si scaricano nel Tavoliere. La Puglia ha una Terra dei fuochiOlimpiadi 2024, atleta vomita 10 volte dopo la gara di Triathlon nella Senna: «Anche altri si sono sdraiati a terra subito dopo»

  3. avatarLa Chiesa e la scuola che insegna la concordiaCapo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella

    Lady Gaga e il pancino sospetto? La pop star mette a tacere i rumors: «Non sono incinta»Sarah Scazzi, la serie tv della Disney fa infuriare gli abitanti di Avetrana: «Lasciateci in pace. Michele Misseri? Una brava persona»Papà separato non riesce a vedere la figlia durante le ferie, gli assistenti sociali sono in vacanza. Il tribunale: «Non abbiamo disponibilità»Vacanze low cost, l'Albania è la meta più economica: si risparmia il 68%

La risposta del Centro-Sud e i dubbi di FI: i fattori decisivi per il quorum

Giustizia e stampa, perché la Ue ci strigliaRitorno in terra alta: anche la montagna è in transizione*