File not found
analisi tecnica

Ragazzini con lividi sul volto: l'ultima preoccupante tendenza su TikTok

Attacco hacker, cosa è successo: in corso il vertice a Palazzo ChigiTerremoto a Napoli: scossa di magnitudo 3.0Quando tornerà l'ora legale?

post image

Chi l'ha visto, Saman: lo zio Danish mostra l'ultimo percorso fatto dalla nipote. Le immagini ineditePartendo dal punto di vista di uno psichiatra e neurologo,trading a breve termine fu capace di offrire una piattaforma inclusiva dentro la quale rendere possibile una cosa immaginata. Là dove altri si limitarono alla teoria e a un approccio clinico, lui diede forma a una rivoluzione, l’unica che si ricordi in Italia, capace di mutare radicalmente l’ambito manicomiale. Il libro inchiesta di Valentina FurlanettoNulla come i centenari sono l’occasione ideale per offrire a prezzo d’occasione santificazioni, glorificazioni e lavaggi di coscienza in cielo come in terra. I cento anni di Pier Paolo Pasolini seguiti dai cento anni di Italo Calvino hanno promosso mostre, dibattiti e nuove pubblicazioni, il tutto spesso all’interno di una confortevole misura che rendesse Pasolini quanto Calvino digeribili e rassicuranti. Si dice per il grande pubblico, ma il sospetto è che li si debba rendere disarmati soprattutto di fronte alla ristretta bolla di critici, commentatori e classe culturale che di quei nomi è l’erede e che spesso volente o nolente non ha l’altezza per status, forma fisica e conseguente qualità del gesto. Già perché fu proprio il conflitto, l’indole irrequieta, politica come letteraria, oltre ad un’innegabile qualità sostanziale, a fare di Calvino e Pasolini delle figure popolari e quindi capaci di influenzare il dibattito o quanto meno di fermarlo di volta in volta su posizioni critiche.È altrettanto vero che oggi essere all’altezza di quel secondo Novecento non significa praticamente nulla, anzi sarebbe al contrario uno sforzo vacuo, un gesto più che altro estetico incapace di incidere e probabilmente ridicolo: come più volte capita a chi si atteggia o si riveste di abiti non suoi. Tuttavia resta una responsabilità, quella di non esaurire uno sforzo esistenziale che seppe incidere così profondamente nella società e che ancora oggi può vivere sotto la cenere di una brace inesauribile, nonostante i tempi, la complessità e una fatica che ci porta giorno dopo giorno a diffidare di ogni possibile forma di futuro.Un’azione di rotturaI cento anni di Franco Basaglia rappresentano così l’occasione da non buttare al vento per riportare con forza l’energia di un conflitto virtuoso e necessario all’interno della società. L’azione di Basaglia nonostante quello che è comune pensare fu al tempo stesso di rottura, ma anche e soprattutto di ridefinizione. Al centro del suo pensiero agì infatti l’esigenza di abbattere l’istituzione manicomiale per restituirne la libertà e lo spazio di cura necessario. Ben lontano dalle posizioni dell’antipsichiatria, anche se ancora oggi a molti piace accostarlo nonostante la palese distanza, Franco Basaglia rappresenta un punto inaggirabile di riflessione del percorso di evoluzione democratica della società italiana.Partendo dal punto di vista di uno psichiatra e neurologo Basaglia diede forma a quell’utopia della realtà capace di offrire una piattaforma inclusiva dentro la quale riconoscere come una cosa immaginata può diventare finalmente possibile. Là dove altri si limitarono alla teoria e a un pavido approccio clinico, Basaglia diede forma a una rivoluzione (l’unica che si ricordi in Italia) capace di mutare radicalmente l’ambito manicomiale, ma soprattutto mosse una riflessione attorno ai diritti e alla società. CommentiLa “pazza idea” di chi vuole cancellare la rivoluzione di BasagliaGianni Cuperlodeputato PdScomparso precocemente a cinquantasei anni, due anni dopo l’approvazione della legge 180 da lui promossa e sostenuta, seppur sempre figlia di un compromesso che oggi rivela nei suoi limiti l’ottusità di una classe politica che fece molto allora, ma quasi nulla dopo, Basaglia rappresenta l’irriducibilità di un umanista novecentesco. Un professore che seppe muoversi senza imbarazzo su più campi, dall’accademia alla pratica, dando forma a una politica attiva e concreta, ideale, ma fortemente radicata nella necessità e nell’urgenza della vita quotidiana. Tra i primi a mettere in campo il proprio stesso corpo, come rivela anche il suo passeggiare inquieto e forse imbarazzato durante la prima intervista di Sergio Zavoli nel 1968 per il documentario I giardini di Abele, Franco Basaglia colse da subito la necessità di un lavoro collettivo che diventasse pensiero e azione comune e condivisa. A partire da una riflessione continua e intrecciata con la moglie Franca Ongaro Basaglia. Al punto che se oggi si dice Franco Basaglia di deve intendere anche Franca Ongaro Basaglia che non solo proseguì la lotta dopo la scomparsa del marito, sia in politica, come senatrice indipendente del partito comunista italiano, sia nell’elaborazione intellettuale, ma che insieme al marito scrisse i principali testi della rivoluzione basagliana. L’istituzione negata pubblicato nel 1968 da Einaudi- grazie a Giulio Bollati (pure lui centenario in questo 2024) – rivelò e diffuse il lavoro e il pensiero che da Gorizia prendeva avvio dando forma e pratica a un cambiamento epocale, fino al modello – riconosciuto anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità – di Trieste che grazie al lavoro continuo ed esemplare di Franco Rotelli divenne l’esempio di cosa potrebbe essere la rivoluzione basagliana se fosse portato a termine anche nei suoi aspetti tutt’ora mancanti nella legge 180. A conferma che è la pratica spesso a rivelare la teoria.Un libro inchiestaIn un centenario che vedrà per forza di cose Basaglia tirato per la giacchetta in ogni direzione arriva in libreria un testo che sembra coglierne la complessità e al tempo stesso la forza icastica. Cento giorni che non torno (Laterza) di Valentina Furlanetto è sia un’inchiesta su chi era Franco Basaglia e su cosa ha significato la sua azione e cosa ancora oggi significa per la cura del disagio mentale, sia il racconto intimo e privato di Rosa, la nonna dell’autrice che in seguito a un trauma venne rinchiusa in manicomio fino all’incontro con il professore veneziano. È la storia attorno a cui muove tutto il libro, il racconto di una distanza che Basaglia ridusse drasticamente, dando forma a un incontro che per Rosa significò l’opportunità di esistere ancora, di vivere nuovamente.Cento giorni che non torno tiene così unita quella che fu l’azione di Franco Basaglia e del suo gruppo con la storia minima di una degente o meglio di una donna imprigionata in uno di quei posti infernali che furono i manicomi in Italia e che ancora oggi restano in molte parti del mondo (anche di quello cosiddetto civilizzato). Un tenere insieme che è fondamentale per comprendere il senso del lavoro di Franco Basaglia, ma anche per ritrovarne istantaneamente l’urgenza oggi. In una quotidianità che porta inevitabilmente ad aumentare le distanze annullando la percezione di un disagio, oggi quanto mai evidente tra i giovani, tanto più dopo la pandemia.Furlanetto scatta una fotografia dell’oggi e lo fa guardando all’esperienza di Basaglia come a una cosa viva (e non potrebbe essere altrimenti) che potrebbe influire positivamente nell’idea di cura oggi facendo prevalere – per citare proprio Basaglia –, la persona sulla patologia.Cento giorni che non torno ritrae i nostri anni confusi, complicati ma anche estremamente violenti e banali, affiancandoli alla storia di Basaglia perché vi si possano rintracciare le radici di un discorso e di una pratica oggi estremamente necessaria. Collante e punto di fusione la figura di Rosa. Una storia minima e comune certamente a tante altre, ma proprio per questo esemplare, perché fu proprio per l’azione di Basaglia che la vita di Rosa poté avere l’opportunità di essere tale e non essere ridotta a numero statistico.La chiusura dei lagerBasaglia non si limitò ad aprire le porte di un lager quale era l’istituzione manicomiale, ma né abbatte il motivo d’essere nel momento in cui restituì la consapevolezza della libertà a chi vi era stato rinchiuso e legato venendo per essere totalmente annichilito: se questo è un uomo. Basaglia incastrò un bastone tra le ruote di un meccanismo che faceva dell’universo concentrazionario il suo fiore all’occhiello.Da allora le forme e le dinamiche del controllo sociale sono mutate anche fortemente, si sono mimetizzate e sciolte in più dinamiche che colpiscono la nostra quotidianità, ma queste mutazioni non rendono meno efficace il pensiero di Basaglia.Individuare e sostituire muri e sbarre con confronto e partecipazione resta la versa sfida di una società contemporanea che possa dirsi fuori da ogni retorica realmente aperta ed egualitaria. Ed è una sfida che coinvolge chiunque, ognuno per la propria parte e anche più, salvo aderire ad una zona grigia indifferente e colpevole. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiacomo Giossi

Suora 90enne va addosso con l'auto a quella di un prete e muoreMatteo Messina Denaro contro la tv: "Su di me vengono raccontate balle"

Incendio a Palermo, operatore eroe del 118 si getta nel fuoco per salvare un disabile

Tragico frontale tra auto: un morto e un feritoMeteo, a San Valentino arriva l'anticiclone: le previsioni

Senago, drammatico incidente sul lavoro: gravemente ferito un operaioTravolto da un container al porto di Civitavecchia: morto operaio 29enne

Lo psichiatra la frusta, la lega e la stupra: ecco le parole di una giovane 25enne

È morto Pio d'Emilia: addio al giornalista di SkyTg24Orrore a Sassari: cane scuoiato e fatto a pezzi

Ryan Reynold
Rompe un vetro e usa le schegge come coltello per minacciare gli infermieriSvolta nelle indagini sul giovane colpito dalla bici: arrestati in cinque tre sono minoriLuca Materassi sbanda con l'auto, muore l'infermiere eroe della pandemia

ETF

  1. avatarChristian muore all'improvviso davanti alla madre, malore inspiegabileVOL

    Accoltella la madre e il compagno, poi si presenta in commissariatoQuando tornerà l'ora legale?Incendio a Palermo, operatore eroe del 118 si getta nel fuoco per salvare un disabileIl meteo: in arrivo sull'Italia raffiche gelide a 100 km/h

    1. Fanno infibulare la figlia durante una vacanza in Africa: la scoperta durante una visita medica

      1. avatarChi era Laura Amato, una delle donne morte nell'incidente sull'A4analisi tecnica

        Rinunciano alla gita scolastica per non lasciare solo il compagno in carrozzina

  2. avatarMorta in Svizzera per eutanasia: "Era serena e determinata"Economista Italiano

    Incidente sulla Messina-Catania: auto in un dirupoNotizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 553Volante della polizia si schianta contro un muro a Roma, si indagaImprenditore cerca camionisti ma gli rispondono solo 50enni e camerieri

  3. avatarFugge all'alt e sperona l'auto dei carabinieri: arrestatoBlackRock

    Chi era Laura Amato, una delle donne morte nell'incidente sull'A4Torna dal lavoro ma si schianta in galleria e muore: addio al povero carabiniereNotizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 545Inizia a distruggere tutto in ospedale e fa 50mila euro di danni

Allarme siccità, fiume Po a secco: - 3 metri

Rider in monopattino in tangenziale: "Mi stavo annoiando tra un ordine e l'altro"Terremoto in Turchia, blocco cautelativo dei treni nel Sud Italia*