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Simone Biles, il suo incredibile salto spiegato con la fisica | Wired ItaliaKruger Park: il Sudafrica da vivere tutto in un fiatoIn questa rubrica troverete reportage diretti e interviste di viaggio,-Economista Italiano esperienze vissute in prima persona lontano dal turismo di massa. Luoghi da scoprire, avventure emozionanti e incontri inaspettati in giro per il mondo. Seguici anche su https://www.instagram.com/io_viaggio_leggero_/ Questa settimana facciamo un salto all’interno del Kruger, uno dei parchi più belli del mondo, in Sudafrica. Un’avventura emozionante, in una riserva naturale protetta e unica nel suo genere. Per raggiungerlo sono partito nella notte da Maputo in Mozambico e subito ho avuto un imprevisto. Per la riconsegna dell’appartamento lascio le chiavi all’interno e tiro la porta, nel mazzo c’era anche quella del portone per uscire in strada; ero convinto ci fosse un pulsante, invece no. Una jeep dall’altro lato del marciapiede mi aspetta, è Nelson la guida che mi accompagnerà in questa viaggio; non posso raggiungerlo perché sono in gabbia. Seduto sulle scale cerco una soluzione per forzare il cancello ma non ho nulla con me di adeguato, provo comunque con un paio di forbici e degli strattoni. Preso dalla disperazione comincio a bussare a tutte le porte e alla fine una signora, svegliata dal rumore, mi soccorre liberandomi dall’impaccio. Finalmente sono fuori e pronto per salire in macchina, direzione nord.Chilometro dopo chilometro la natura prende il sopravvento e la città scompare alle nostre spalle. In circa tre ore, raggiungiamo la prima tappa: la frontiera con il Sudafrica. Al confine ci sono doppi controlli e ci aspetta una lunga coda, per entrare nel “Paese di Mandela”. Le due nazioni sono agli antipodi da ogni punto di vista e anche polizia lo manifesta, nella particolare rigidità mostrata verso le “persone di colore”. Alle quattro e mezza del mattino arriviamo all'ingresso del Kruger Park, dove ci aspetta un’intera giornata a disposizione per la visita. Il sole è già spuntato, i colori sono intensi e il paesaggio è mozzafiato. Appena entrato, e’ la mia prima volta in un parco africano, il cuore batte forte e la curiosità aumenta ogni minuto di più.Mi avevano raccontato di quanto fosse un'esperienza incredibile e qualcosa di magico, ma come sarà viverla?! Quando senti parlare di “straordinario”, inizi a temere che le aspettative possano essere troppe alte. Comunque una volta messo piede nel parco tutti i pensieri sono svaniti, per lasciar spazio alle grandi emozioni.Il primo incontro è con un gruppo di giraffe, maestose ed eleganti come ballerine della scala; a piccoli passi attraversano lente lo sterrato, lasciando lo spettatore senza fiato. 20.000 chilometri quadrati con quattro livelli di parco differenti, al confine tra il Mozambico e lo Zimbabwe, un’esperienza unica nell’ “Africa Vera”. All’interno del Kruger vivono i veri protagonisti della savana: leoni, leopardi, elefanti, bufali e rinoceronti neri, meglio conosciuti come “Big Five”. La flora è stupefacente, dalle pianure erbose alle foreste di acacie e sicomori; dove una rete di strada che si estende per circa 2.000 km, per lo più sterrate, permette una lunga permanenza in questo mondo parallelo e silenzioso. Mi ha colpito una famiglia olandese su una jeep, pazientemente ferma per ore, nella speranza di avvistare un gruppo di leoni; un tempo erano fucili, fortunatamente oggi sono solo teleobiettivi. Gli animali vivono la loro quotidianità in libertà e non sempre si mostrano al visitatore, spesso le attese sono lunghe e alle volte gli appostamenti sono estenuanti, senza ottenere risultato.Continua l’avventura attraverso i guadi e i corsi d’acqua, dove gli ippopotami spuntano all’improvviso e regalano la magia degli spruzzi, mentre la temperatura aumenta di pari passo con lo stupore. E poi gli elefanti che si muovono indifferenti alla presenza umana, cosi diversi da quelli indiani, per via della pelle lucida e delle zanne bianchissime; animali straordinari, assolutamente pacifici che sono “i veri padroni di casa” del parco. E’ un mondo selvaggio che mi affascina km dopo km, distante anni luce dalle mie abitudini quotidiane. Finalmente vedo le zebre dal vivo, da bambino le associavo solo alla squadra di calcio della Juventus, qui passeggiano a pochi metri da me quasi in sfilata per farsi ammirare e fotografare. Forse anche in natura esiste la vanità; eleganti e bellissime nel loro contrasto di colori.Nelson la guida, si è rivelato un grande conoscitore del Kruger e degli animali al suo interno, appassionato e sorridente ha trasformato un’escursione in un’avventura particolare; il suo itinerario non segue la carovana dei mezzi in visita e sa regalare momenti privati e unici a contatto con l’ambiente circostante. Trovato attraverso un annuncio in un locale a Maputo, si è rivelato una scelta azzeccata da consigliare.E’ ora di pranzo e facciamo sosta in uno dei “Lodge" sparsi per il parco; sono strutture dove dormire e/o mangiare, ne esistono sia di spartane che di lusso. Noi ci fermiamo in una standard, dove ho la fortuna di assaggiare il Potjiekos; in lingua Afrikaans significa “piccolo piatto di cibo”, in realtà è un brodo preparato con : carni miste , carote, cavoli, zucca e patate arricchite da spezie. Una pietanza interessante, anche per via del piccante al suo interno che paradossalmente da sollievo tenendo a bada il caldo incessante, un po’ come avviene nel deserto .Nel pomeriggio, assisto a uno spettacolo indimenticabile: lo sprint delle antilopi lungo i campi sterminati. Corrono in gruppo, con una grazia e una velocità che mi hanno lasciato senza fiato; rapide e agili per allontanarsi dai leoni, come in una scena di caccia in un documentario. La selezione naturale in azione, su un palcoscenico dal colore giallo paglierino, con distese di erba arrostite dal sole bollente. Man mano che la giornata passa, mi sento sempre più immerso in questo mondo; ogni momento è una scoperta e ogni dettaglio riempie di meraviglia. È un'esperienza che non dimentichi, una di quelle che ti restano nel cuore per sempre.Al tramonto il parco è ancora più affascinate e la presenza degli animali aumenta velocemente; la temperatura si abbassa e la ricerca delle zone d’ombra non è più una priorità per i “Big Five”. Nei romanzi si è parlato di “Mal d’Africa”, effettivamente qualcosa dentro l’animo viene scosso da questo luogo senza tempo; anche il respiro diventa più pieno e profondo, mentre lo sguardo non trova l’orizzonte perché è troppo sconfinato. Con il buio che sopraggiunge, termina l’avventura in questo posto meraviglioso, così inverosimile quanto reale.L'esperienza al Kruger rimarrà impressa nella mia memoria, un'immersione totale nella natura selvaggia e incontaminata dell'Africa, dove ogni incontro con gli animali mi ha fatto sentire un ospite privilegiato di un ecosistema affascinante e misterioso. IN & OUT KRUGER PARKporta con teUn berretto per il soleLa macchina fotografica con lo ZOOMLa capacità di stupirtiLascia a casaLe ciabatteLe magliette troppo colorateLa paura Valutazione : 4 zaini Legenda: 1 zaino (non vale il viaggio ) 2 zaini (meglio andarci in vacanza ) 3 zaini (vale il viaggio ma..) 4 zaini (viaggio da non perdere ) 5 zaini (vale più di un viaggio) Marco Di Masci
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