Elezioni 2022, Matteo Renzi: "A ottobre premier o Meloni o Draghi"Elezioni, i "grandi nomi" che rischiano il loro posto in ParlamentoUna campagna elettorale “silenziata” sulla crisi economica in arrivo
Marattin (Iv): “Se ci fosse un accordo Renzi lascerebbe leadership politica a Calenda"Marco Costantino COMMENTA E CONDIVIDI Acqua ormai col contagocce nelle campagne pugliesi,analisi tecnica risorse idriche centellinate per l’uso potabile. L’insistente siccità sta mettendo a dura prova l’intera regione, in particolare l’agricoltura che sta per fare i conti con lo stop all’irrigazione nei campi, causando inevitabili gravi danni per la produzione di ortaggi e frutta. Gli invasi artificiali sono ai minimi storici e fanno registrare un drastico calo di 164,59 milioni di metri cubi d’acqua, il 57% in meno rispetto all’anno scorso. L’opprimente calura estiva e le temperature elevate, unitamente alle poche piogge cadute tra l’inverno e la primavera, hanno acuito i disagi determinando l’emergenza. A ciò si aggiunge la difficile situazione che sta attanagliando anche Campania e Basilicata, dove ci sono le fonti da cui si alimenta la Puglia. I nubifragi che si sono abbattuti sul territorio pugliese lo scorso fine settimana sono stati la classica goccia nel deserto. Anzi, per paradosso hanno creato ulteriori danni sradicando serre e tendoni d’uva.Il Foggiano termometro della crisiA causa della siccità stanno avvizzendo le olive nei terreni in asciutto dove l’irrigazione di soccorso è insufficiente a garantirne il giusto accrescimento, con una stima della produzione da profondo rosso che rischia di avere effetti devastanti sulla produzione di olio. Uno scenario preoccupante che ha portato la Coldiretti Puglia e la Confagricoltura di Bari-Bat a chiedere lo stato di calamità.Il Foggiano è un po’ il termometro di questa carenza idrica che riporta indietro alla mente quelle degli anni Ottanta. La diga di Occhito, il più grande invaso artificiale che segna il confine tra Puglia e Basilicata, utilizzato soprattutto per irrigare le campagne di Capitanata, è al di sotto dei suoi consueti livelli . «La situazione è estremamente critica – sottolinea Giuseppe De Filippo, presidente del Consorzio per la Bonifica di Capitanata –. Il bacino di Occhito sul Fortore contiene circa 67 milioni di metri cubi d’acqua rispetto ai 160 milioni dello stesso periodo dello scorso. Praticamente ci sono 100 milioni di metri cubi in meno. Le altre 3 dighe più piccole di Capaccio, Osento e Capacciotti, hanno una disponibilità idrica ridotta di circa 50 milioni di metri cubi nei confronti della scorsa estate. Un deficit notevole che continua a penalizzare l’agricoltura del Tavoliere. Una volta raggiunto il livello minimo di 45 milioni di metri cubi d’acqua, riteniamo da martedì prossimo, saremo costretti ad interrompere l’irrigazione nelle campagne per poter garantire l’uso potabile alle popolazioni che dovrebbe coprire 8-9 mesi di erogazione».A rischio pomodori e broccoliL’agricoltura senza la sua fonte principale rischia davvero il collasso. «A inizio agosto è partita la raccolta del pomodoro, non senza qualche problema dovuto alla siccità, che rappresenta un settore vitale per l’economia di Capitana – afferma De Filippo –. La chiusura della diga, prevista in questi giorni, farà sentire i suoi effetti soprattutto sulla produzione del pomodoro tardivo che si raccoglie a settembre, oltre a condizionare la semina di cavolfiori e broccoli. È necessario razionalizzare le risorse idriche disponibili, ma va anche detto che in Puglia non si fanno più le necessarie infrastrutture per salvaguardare il prezioso patrimonio dell’acqua dagli anni Ottanta. È diventato indispensabile e prioritario riprogettare l’intero nostro sistema idrico».Nei giorni scorsi la Regione è corsa ai ripari approvando il Piano di emergenza per il superamento della crisi idrica 2024-2025, dopo la riunione del tavolo permanente al quale hanno partecipato anche Arif, Acquedotto Pugliese e Acque del Sud. Dall’analisi riportata in delibera, relativa agli scenari idrologici nel secondo semestre 2024, si evince un grosso deficit in particolare per gli invasi lucani (Monte Cotugno, ma anche Pertusillo) e per le sorgenti campane (Sele e Calore), da cui viene prelevato circa il 70% del complessivo fabbisogno potabile pugliese, insieme ad un quadro di emergenza già conclamata per il comparto irriguo che si approvvigiona da Ofanto e Fortore.La corsa ai ripari della RegioneI provvedimenti annunciati partono dal contenimento dei consumi idrici fino a interventi strutturali e non strutturali di breve, medio e lungo termine. Nell’immediato si interverrà sul risanamento del manto del paramento di monte della diga di Monte Cotugno, sul completamento dei lavori di ristrutturazione della traversa sul fiume Sauro, sul ripristino del tratto di galleria collassato dell'adduttore San Giuliano, sul trasferimento di risorsa idrica dal bacino del Basento al bacino del Bradano - invaso di San Giuliano, e sulla progressiva riattivazione dei pozzi. «Gli interventi di breve periodo prevedono anche una razionalizzazione e un controllo della rete perché ci sono persone che si allacciano abusivamente, come pure vanno chiuse le paratoie da quasi sempre aperte – ha dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia –. Il controllo ha già dato buoni risultati nella zona di Loconia e Canosa. Puntiamo sul riuso dei reflui in agricoltura, spingendo fortemente sugli impianti pronti. L’Acquedotto Pugliese ha già aggiornato l'elenco degli impianti».Il 17 agosto ci sarà un altro incontro operativo per vedere cosa è necessario a scopi civili e quali sono le disponibilità idriche negli invasi. «Il tema della crisi c'è e lo dobbiamo seguire passo per passo chiedendo al governo anche un impegno forte, così come per Calabria, Basilicata e Sicilia, considerato che la Puglia è in grave sofferenza», ha concluso Pentassuglia che ha lanciato un appello forte a cittadini, enti e imprese, per un uso responsabile dell’acqua.
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