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Spazio, Villadei si collega con i piccoli pazienti del Bambino Gesù di Roma - Tiscali NotizieGli italiani Ruggero Tita e Caterina Banti sono i maestri dell'unica barca dei Giochi con due scafi. Un gioiello di tecnica,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock espressione del fenomeno della vela 'fun'. Ecco tutti i segreti Maurizio Bertera 8 agosto 2024 (modifica alle 13:19) - MILANO Ruggero Tita e Caterina Banti in azione sul Nacra 17 Ap Se la IQ Foil - che ha portato un oro al medagliere olimpico grazie alla performance di Marta Maggetti - è sicuramente rivoluzionaria rispetto ai windsurf sinora visti ai Giochi - il Nacra 17 va considerato come l'espressione 'a cinque cerchi' di un mondo in grande sviluppo come quello dei catamarani. Usciti dall'America's Cup ma grandi protagonisti delle corse oceaniche e dei tentativi di record con barche di grandi dimensioni e molto attivi - soprattutto in chiave non agonistica - sulle spiagge di tutto il mondo. Lungo 5,25 metri e largo 2,59, il Nacra 17 è la 'barca' - nel senso corretto del termine - più veloce e spettacolare delle regate olimpiche, capace di raggiungere 15 nodi senza problemi e spingersi alle soglie dei 30 (quasi 30 e 50 km/h, rispettivamente). Agile e spettacolare, ha raccolto l'eredità del Tornado che sconvolse la vela olimpica a metà degli Anni 70: ecco perché si deve parlare di evoluzione e non di rivoluzione. Tra l'altro, Ruggero Tita e Caterina Banti hanno raccolto l'eredità di un grande equipaggio del Tornado, quello dei bresciani Giorgio Zuccoli, purtroppo scomparso, e Angelo Glisoni, che vinsero il Mondiale 1991 ma non colsero una medaglia olimpica a Barcellona l'anno dopo.   Il Tornado è stato catamarano olimpico da Kingston 1976 a Pechino 2008  LA FINE DEL TORNADO—  Come detto, il primo catamarano per le regate olimpiche è stato il Tornado, progettato nel 1967 da un team di velisti britannici: Rodney March, Terry Pierce, e Reg White. Erano i tempi delle mitiche classi a chiglia come Star e Soling  quindi ci vollero nove anni prima che l'Iyru (la Federazione mondiale dell'epoca) si convincesse ad ammetterlo ai Giochi Olimpici. All'epoca fu una scossa elettrica: una barca lunga 6 metri e larga 3 (tantissimo rispetto ai monoscafi) che pesava solo 130 kg e montava una  randa di 15,6 mq e un fiocco di 5,4 mq. Logico diventasse subito la F1 della vela, con prestazioni entusiasmanti: fino a 25 nodi nelle andature portanti e fino a 12 nodi di bolina, grazie al fatto che lo scafo sopravento si alzava con pochi nodi di vento. Tecnicamente, la novità più interessante fu l'albero regolabile e rotante, che non solo migliora notevolmente l'aerodinamica della randa, ma consente di regolare la flessione dell'antenna e la forma della vela per renderla piatta così da navigare forte anche controvento. La visione politico-tecnica della Federazione verso barche più semplici e meno costose mise in discussione il Tornado già verso la fine degli Anni 90 tanto che la classe decise di modificare il regolamento: venne adottato un piano velico con il bompresso per montare un gennaker da 25 mq (ispirandosi ai racer dell'America's Cup), oltre a incrementare la superficie delle vele esistenti con la randa che arriva a 16,6 mq e il fiocco a 5,33 mq. Da qui prestazioni ancora superiori. Per altre due edizioni, il Tornado Sport tenne botta ma poi venne tolto. Con la conseguenza che nell'edizione 2012 non gareggiò alcun catamarano olimpico. Le particolari appendici del Nacra 17, evolute per dare più sicurezza Getty EVOLUZIONE CONTINUA—  Il boom dei catamarani sportivi, soprattutto quelli 'fun' - piccoli e super manovrabili - invitò a un ripensamento da parte dei dirigenti mondiali della vela, pensando anche a una barca con equipaggio misto: sostanzialmente un uomo al timone e una donna a prua. Il concorso tra i prototipi lo vinse il Nacra 17, progettato nel 2011 dalla coppia statunitense Pete Melvin - Gino Morelli: l'anno dopo si decise la sua ammissione all'edizione 2016 in Brasile, in un ballottaggio all'ultimo voto con il Viper 16. I punti in comune con il Tornado Sport non sono pochi: l'albero rotante di 9 metri (ma costruito da Nacra Sailing in carbonio come i due scafi), la randa steccata e il fiocco steccato autovirante (per una superficie complessiva di 20,1 mq), il gennaker di 19 mq, il peso è di 141 kg. La particolarità rispetto alla precedente classe olimpica sono le derive curve in grado di sollevare la barca fuori dall’acqua riducendo l’attrito in modo significativo e permettendole di alzare uno dei due scafi appena possibile. Non si può considerare un progetto finito: già per l'edizione 2020, le derive sono diventate veri e propri foil, migliorando ovviamente le prestazioni: non a caso, i due velisti indossano caschetti. E per le regate di Marsiglia, i profili delle appendici sono state smussate per evitare rischi all'equipaggio in caso di ribaltamento (erano successi incidenti, anche gravi) ed è stato adottato un sistema di inclinazione del timone regolabile che consente all’equipaggio di cambiare assetto durante la regata, mentre in passato le regolazioni erano possibili solo tra una prova e l’altra. Esattamente come un'auto da corsa, il Nacra 17 è nato per andare sempre al massimo, anche con poco vento. La Mia Barca: tutte le notizie Motori: tutte le notizie © RIPRODUZIONE RISERVATA

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